Napoli, feste profane in chiesa fanno infuriare la Curia

Feste private in luoghi di culto con tanto di dj set, baristi che servono alcolici e ragazze che si scatenano in indumenti non adatti a terra consacrata (leggi: minigonne, tacchi a spillo e mini abiti). Nulla di indecente, per carità. Se non fosse che la location è una chiesa.

Oltre alle feste, alcune chiese napoletane sarebbero state anche location di ben più sobrie mostre d’arte.

Il gusto di mischiare sacro e profano non è una novità, tuttavia sulle scrivanie degli alti papaveri della Santa Sede sono giunte numerose foto che testimoniano l’utilizzo improprio di una dozzina di luoghi di culto partenopei che meriterebbero maggiore rispetto e tutela. Anche in considerazione del fatto che molti fra questi edifici sono più volte stati oggetto di restauri.

In una delle chiese storiche di Napoli, San Gennaro all’Olmo nella quale si celebrò nientemeno che il battesimo di Gianbattista Vico, lo scorso 31 ottobre è stata organizzata una festa horror in occasione di Halloween, festa peraltro aborrita dall’ortodossia cattolica in quanto ritenuta satanica. Fra le performance immortalate, la macabra impiccagione di una ragazza. Per non parlare delle foto che raffigurano giovanotti stravaccati sull’altare. E poi baci più o meno lascivi, abbracci più o meno affettuosi, selfie a volontà ed alcol a fiumi.

Insomma, la Curia vuole vederci chiaro e, soprattutto, vuole che questa utilizzazione impropria dei beni ecclesiastici cessi immediatamente. La Curia è in contatto con le fondazioni che si occupano della salvaguardia di tali beni e con la Soprintendennza per i beni architettonici e storici e le linee telefoniche sono roventi. Non è escluso che determinate concessioni possano essere rescisse per decisione unilaterale.

Impostazioni privacy