Mozzarella prodotta senza latte: sequestrato caseificio a Salerno

Un caseificio ubicato nel Comune di Serre, in provincia di Salerno, che produceva mozzarella senza però utilizzare il latte come ingrediente per le lavorazioni, è stato sequestrato dai carabinieri del Nas di Salerno. Secondo gli inquirenti, il titolare del caseificio usava mescolare alla cagliata dei latticini ritirati dal mercato, anche scaduti, unendo prodotti chimici per rendere il prodotto presentabile. I militari hanno imposto la chiusura del caseificio per motivi sanitari a causa delle gravi carenze riscontrate e del rischio di contaminazione per gli alimenti prodotti.

Dai controlli svolti all’interno del caseificio, gli investigatori hanno trovato quantitativi molto elevati di cagliata proveniente dall’est Europa, e un anomalo e ingiustificato accumulo di prodotti caseari, anche con la data di scadenza già largamente superata.

Il titolare del caseificio, secondo gli investigatori, effettuava la produzione mescolando alla cagliata i latticini che recavano i marchi di altre aziende, prodotti ritirati dal mercato o scaduti, unendo poi al tutto dei composti chimici, che avevano lo scopo di rendere il prodotto più presentabile e gustoso.

Anche le modalità di affumicatura dei prodotti lattiero-caseari era ottenuta con un sistema pericoloso per la salute: veniva impiegato il retro di un furgone in disuso, all’interno del quale erano posti gli alimenti da affumicare. I fumi erano prodotti in fusti metallici ‘dotati di impropri comignoli di fortuna’.

L’attività si è conclusa con la denuncia all’Autorità giudiziaria del titolare del caseificio per la ‘detenzione di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione e destinati alla frode commerciale in quanto preparati con ingredienti non più genuini e provenienti da attività produttiva altrui nonché per i reati ambientali connessi allo smaltimento dei rifiuti cd all’illecita attività di affumicatura di alimenti’.

A meno di 24 ore da un primo controllo, i militari del Nas in seconda ispezione hanno scoperto che l’imprenditore aveva ripreso l’attività di produzione con le stesse tecniche per le quali era stato denunciato poche ore prima.

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