Mostra de Sade: al Musée d’Orsay di Parigi un omaggio al marchese più trasgressivo della storia

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Una mostra per celebrare De Sade: al Musée d’Orsay di Parigi, a duecento anni dalla morte del ‘divin marchese‘, è in corso un’esposizione, aperta al pubblico fino al 25 gennaio 2015, dedicata ad uno dei talenti artistici più controversi e trasgressivi di tutti i tempi: Donatien Alphonse de Sade. La mostra, dal titolo ‘Sade. Attaquer le soleil‘, ospita una selezione di opere di grandi artisti – da Goya a Picasso, da Füssli a Von Stuck – che, attraverso temi come la ferocia del desiderio e il gusto ossessivo del mostruoso, raccontano la vicenda artistica del discusso aristocratico francese.

Il Musée d’Orsay, dunque, osa con De Sade dedicando le sue sale alla storia artistica dell’arcinoto e perverso marchese. Curatrice dell’evento Annie Le Brun che ha riletto la storia dell’Arte ‘in chiave desadiana’ ed ha scelto per la mostra una serie di opere di artisti del XIX secolo che hanno chiaramente accolto l’eredità del controverso scrittore o, com’è successo per la maggior parte, se ne sono segretamente appropriati. Il marchese De Sade, infatti, ‘incarnava la figura della maledizione, ed era pericoloso dire di provare ammirazione per lui‘. Ecco perchè l’esposizione, in perfetto accordo con questo spirito, è allestita in penombra, con pareti nere e giocando col chiaroscuro, per sottolinearne ancor di più il filo conduttore che altro non è se non il rappresentare l’irrapresentabile.

Accanto a capolavori tra i quali Il silenzio di Füssli, L’apparizione di Moreau o La donna a cavallo di Kubin, e a numerose citazioni dello stesso de Sade, anche diversi spezzoni di film-scandalo come Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, Lui di Buñuel e L’occhio che uccide di Michael Powell. Tutti accomunati, secondo l’analisi di Annie Le Brun, dalla ferocia, dall’eccesso e ‘dalla singolarità del desiderio come principio di ricomposizione immaginaria del mondo‘.

Una mostra evento, dunque, che, scavalcando la censura, svela un artista controverso che, spesso nascosto per paura o per morale imposta, ha lasciato una traccia indelebile nella storia della letteratura mondiale.

Vissuto alla fine del Settecento, il Marchese de Sade fu autore di diversi libri erotici, di saggi e di drammi teatrali che, mettendo in dubbio le dottrine della fede cattolica, promuovevano innanzitutto la liberazione dalle costrizioni sociali legate alla sfera dell’eros.
Il suo pensiero esercitò un’influenza fortissima sugli artisti suoi contemporanei, portando scrittori e pittori a mettere in discussione la morale, la religione e le ideologie dell’epoca; e riconfigurando, sull’impronta della produzione desadiana, i concetti del bello, del sublime e della proporzione del corpo.

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