Mertens il talento panchinaro che ora si scopre goleador, l’analisi in cifre e presenze

Mertens esulta 150x150

Dries Mertens come Diego Maradona. Dries Mertens meglio di Gonzalo Higuain. Dries Mertens che ne fa quattro al Torino, incenerendo Hart: da attaccante consumato, da opportunista, dagli undici metri e con un pallonetto che fa venire giù il San Paolo. Oggi è la giornata dell’attaccante belga, ma in realtà stiamo parlando di uno dei migliori giocatori in circolazione. E non da ieri. Solo che a Napoli si accorgono ora di avere tra le mani un campione, dopo tre anni e spiccioli.

Essì, perché sia Rafa Benitez, sia in particolare Maurizio Sarri, non lo hanno mai considerato un titolarissimo. Anzi, con lo spagnolo tutto sommato Mertens aveva trovato più spazio, prima di incappare in Sarri, che quando aveva Higuain, spesso faceva le staffette tra Dries, Callejon e Insigne; quando è andato via il ‘Pipita’, ha avuto il polacco Milik e ha continuato ad alternare gli altri. Persino dopo l’infortunio del centravanti, ha provato con Gabbiadini, prima di affidarsi ai tre piccoletti con più convinzione, affidando a Mertens le chiavi del ‘falso nueve’.

Mertens sta ripagando la fiducia: 10 gol in 15 partite, ma soprattutto sette nelle ultime due, quando finalmente Sarri ha smesso di sperimentare là davanti. Mertens avrebbe dovuto essere titolare inamovibile da subito, da quando arrivò nell’estate del 2013 per poco meno di nove milioni e mezzo di euro, firmando un quinquennale da 1,2 milioni a stagione. Ma se all’inizio ci poteva essere la scusante, per Benitez, di far ambientare Dries, poi gli alibi sono finiti. Il primo anno, in totale, per il belga sono 33 le presenze in serie A, 2004 i minuti giocati, 13 i gol, ma ben 18 le volte in cui è subentrato o è stato sostituito.

Sarri Napoli

Il secondo anno, ancora con Benitez in panchina, va pure peggio: 31 presenze, brusco calo dei minuti in campo (1773) e dei gol, appena sei. Chiaro che il ragazzo avrebbe bisogno di fiducia e continuità, invece ancora una volta sono 14 in totale le volte in cui non comincia o non finisce la partita. Con l’addio dello spagnolo e con l’arrivo di Sarri – amante del gioco veloce – si pensa che per Mertens sia la volta buona. Invece, il primo anno sono ancora 33 le presenze, ma con un minutaggio bassissimo (1199). Non va benissimo dal punto di vista realizzativo – cinque le marcature – e ci sono addirittura 32 sostituzioni. Chiaro che per Sarri, Mertens è il classico ‘dodicesimo uomo’. Altro che titolarissimo.

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Dries Mertens| 2013-14| 2014-15| 2015-16| 2016-2017 (17.a giornata)
Presenze| 33| 31| 33| 15
Minuti giocati| 2004| 1773| 1199| 961
Gol| 13| 6| 5| 10
Sostituzioni fatte Fatte| 18| 14| 32| 11
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Quest’anno ci si è messa la fortuna (o sfortuna). L’infortunio di Milik, l’umore altalenante di Gabbiadini e Mertens sta finalmente sfruttando lo spazio a disposizione. Da attaccante centrale, da titolare soprattutto: 15 le presenze, 10 i gol (come Higuain), ma soprattutto 961′ giocati. Undici volte è stato protagonista di una sostituzione. Ma se le cose continueranno come nell’ultima settimana, diventerà titolare inamovibile. E’ proprio vero che alcuni allenatori sono più fortunati di altri. Sarri avrebbe continuato a ‘sprecare’ il talento di Mertens, facendogli fare su e giù tra la panchina e il campo se non ci fosse stato il duplice episodio a favore del belga: Milik ko e Gabbiadini piantato.

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