Meningite in Italia: psicosi o vero allarme?

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Tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 è riesplosa la questione della meningite in Italia legata ad alcuni casi di decesso, che ha fatto scattare una corsa ai vaccini da parte della popolazione, arrivando a un aumento del 130 per cento delle dosi distribuite dalle varie Asl sul territorio nel solo dicembre 2016. Ma è vero allarme oppure si tratta di una psicosi alimentata anche dalla grande attenzione riservata dai media al fenomeno? Proviamo ad analizzare più da vicino il caso meningite in Italia, cercando di sfrondare il fenomeno dalle numerose leggende metropolitane.

Il 3 gennaio 2017 il Ministero della Salute ha emesso un comunicato con i dati relativi ai decessi e più in generale al numero di infetti accertati nel corso dell’anno, ed è stato dimostrato che non vi è un aumento della mortalità in Italia legata a questa patologia, ed anzi non rientra nemmeno lontanamente tra le principali cause di morte. In Italia insomma, numeri alla mano, non vi è alcuna situazione epidemica di meningite.

I numeri della meningite in Italia

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In Italia sono stati accertati 178 casi di meningite nel 2016 derivanti da meningococco, il più pericoloso, in lieve aumento rispetto al triennio 2012-2014, ma in diminuzione rispetto al 2015. Il numero totale dei casi di meningite, comprese tutte le tipologie batteriologiche, è di 1479 casi nel 2014, 1815 nel 2015, per arrivare a 1376 nel 2016: dunque oggettivamente non c’è stato alcun aumento dei casi di meningite nel 2016, ma anzi vi è una diminuzione riscontrata in tutte le regioni, con eccezione della Toscana dove negli ultimi anni si è verificata una trasmissione più elevata che nel resto d’Italia. La meningite dunque non uccide né infetta più degli anni precedenti, eppure il grande rilievo dato da giornali e televisioni su questi casi ha fornito alla popolazione una percezione di gravità molto più elevata rispetto alla realtà dei fatti.

La questione vaccini

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Ciò ha comportato come abbiamo detto una corsa alla vaccinazione, ma essa comporta dei costi e i dati sull’efficacia sono incerti: come spiegano gli esperti la vaccinazione meningococco C e soprattutto B non è disponibile da moltissimo tempo nell’armamentario anti-batterico del nostro Paese, un tempo non sufficiente per capire la reale incidenza ed efficienza su un numero di soggetti coinvolti così basso. L’allarmismo che conduce alla psicosi non porta alcun vantaggio e ingenera solo confusione: e così ci ritroviamo con dosi anti-meningite che vanno a ruba mentre buona parte di quelle contro l’influenza vengono letteralmente buttate, con uno spreco anche di denaro non indifferente.

In linea generale, per gli adulti non è raccomandata la vaccinazione a meno di particolari condizioni che devono essere valutate singolarmente, mentre è fondamentale per i bambini farlo per tutte le malattie ed anche i necessari richiami, un atto non solo di protezione individuale ma anche di responsabilità sociale. A dispetto di quello che dicono alcuni falsi profeti sui social network non vi sono controindicazioni, anzi non vaccinare i propri figli è un atto assolutamente irresponsabile, per loro e per noi tutti.

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