Melanoma: scoperto il metodo per bloccare le metastasi

Il melanoma è un tipo di tumore maligno che genera dalle cellule epiteliali. È il più letale tra i tumori cutanei soprattutto per la capacità di generare metastasi.

Cellula tumorale in espansione
Cellula tumorale maligna in espansione – Nanopress.it

Quando si parla di tumori della pelle il melanoma è sicuramente il più pericoloso data l’estrema capacità di metastatizzare a distanza. Spesso nel tumore già in stadio avanzato si sviluppano metastasi celebrali. Per questa sua grande pericolosità, e considerata l’alta percentuale di mortalità delle metastasi che provoca, è uno delle tipologie di cancro più studiate. Si è da poco scoperto, con certezza,  come il cancro corrompe determinate cellule con lo scopo di arrivare al cervello.

Melanoma e metastasi

Il melanoma è al terzo posto nella lista dei tumori maligni che provocano più morti dopo il cancro al seno e quello al polmone. Nonostante nell’immaginario collettivo non incuta timore come altri tipi di cancro è uno di quelli più pericolosi data la tempestività con la quale produce metastasi.

Se il tumore viene trovato allo stadio iniziale ovvero in situ, la chirurgia è quasi sempre la soluzione definitiva, nonostante a volte siano necessari ulteriori approfondimenti, come il controllo dei linfonodi, che sono i primi a essere attaccati dalle cellule tumorali che migrano.

Tramite linfoscintigrafia si individua il linfonodo o i linfonodi sentinella che sono i primi raggiunti delle metastasi e vengono individuati grazie alla soluzione iniettata nella zona circoscritta del melanoma.

Il chirurgo si appresta poi a estrarre, sezionare e sottoporre a esame istologico il linfonodo per verificare che non vi siano metastasi o micro metastasi all’interno. Se liberi dal tumore, nella maggior parte dei casi, il cancro non si è espanso e quindi la chirurgia è stata risolutiva.

Molte volte però, essendo il melanoma un tumore subdolo e veloce nell’espandersi, si scopre la malattia quando ormai è già allo stadio avanzato ovvero melanoma metastatico.

Oltre ai linfonodi che aiutano le cellule tumorali a migrare, le metastasi più frequenti che si sviluppano sono quelle in ambito celebrale. Purtroppo le cellule tumorali riescono a utilizzare uno stratagemma per riuscire ad arrivare al cervello nonostante esista una protezione apposita chiamata barriera ematoencefalica.

La scoperta rivoluzionaria degli scienziati

Una scoperta incredibile è stata rivelata dagli scienziati e ricercatori a Tel Aviv. Il laboratorio guidato dalla professoressa Ronit Satchi Fainaro ha divulgato l’esito della ricerca partita grazie agli studi della dottoressa e ricercatrice italiana Sabina Pozzi in collaborazione con l’università di Torino, National Institutes of Health americano e la Johns Hopkins University.

La farmacologa Anna Scomparin ha spiegato: “Abbiamo scoperto che già al primo stadio il melanoma inizia a inviare dei segnali agli astrociti, preparandoli così alla disseminazione di metastasi nel cervello“.

Gli astrociti non sono altro che cellule a forma di stella presenti nel cervello che regolano l’omeostasi e preservano la fisiologia celebrale. Aver scoperto con certezza da cosa parte l’impulso che porta poi alla diffusione di metastasi celebrali nel melanoma ha dato modo di escogitare un metodo che riesce a fermare questo processo.

Le cellule cancerose riescono a corrompere dette cellule e a spianarsi, così, la strada verso il cervello. I ricercatori hanno scoperto di questa comunicazione tra cellule perché, quando avviene, cominciano a secernere una proteina che aiuta l’infiammazione a svilupparsi. Questo comportamento è già stato visto in altre patologie infiammatorie.

Hanno provato a utilizzare un metodo per annullare questo comportamento con un farmaco chiamato bindarit che ha la capacità di fermare questi recettori. Il tentativo fatto era un test per capire se fosse possibile eliminare, almeno in parte, il processo ed evitare le metastasi.

Melanoma cellule infiltranti
Cellule tumorali infiltranti del melanoma – Nanopress.it

I risultati ottenuti sono stati stupefacenti e si parla dell’80% in meno di possibilità di sviluppare metastasi celebrali. Un passo avanti incredibile che è stato già pubblicato sulla rivista Journal investigation Insight.

La fase è sperimentale ma i risultati sono davvero incoraggianti e ciò dona speranza a chi contrae uno dei tumori più mortali e pericoli in circolazione.

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