Maiuscole e minuscole: guida all’uso corretto della grammatica italiana

Bentornati al nostro settimanale appuntamento con i dubbi e le difficoltà che la grammatica italiana spesso ci impone. La volta scorsa ci eravamo concentrati su come si scrive conoscenza, questa volta cambiano registro, abbiamo deciso di parlare dell’uso delle maiuscole e delle minuscole: a prima vista potrebbe sembrare un argomento banale, ma non lo è affatto, nasconde parecchi insidie. Grazie infatti a internet e alle sue chat, l’uso della maiuscole e delle minuscole è ormai diventato un optional, si usano a sproposito o per scopi puramente scenografici, ma in realtà esistono dei casi ben precisi in cui vanno utilizzate e altri in cui assolutamente non ci vanno.

Vediamo adesso i casi in cui le maiuscole vanno usate. Prima di iniziare, ricordiamoci di non abusarne mai: al posto di enfatizzare le parole, finiamo per essere banali e ridondanti.

titoli e cariche uniti a un nome: il titolo va con l’iniziale minuscola, mentre il nome o il cognome sempre maiuscoli, per esempio il presidente Obama. Se però uso abbreviazioni come per esempio con dottore, devo metterlo maiuscolo, come nel Dott. Rossi;

titoli da soli: qui dipende dal significato che gli diamo. Se intendiamo parlare della carica in generale, tipo il presidente americano, allora si scrive minuscolo. Se però con il titolo intendo indicare una persona ben precisa (per esempio quella personalità in carica in quel momento o un personaggio storico identificato con quella particolare carica), allora uso le maiuscole – il Papa, per indicare Benedetto XVI, o il Duce, per indicare Mussolini;

soprannomi e nomi immaginari: tutti i soprannomi di personaggi reali o i personaggi inventati vanno scritti con la maiuscola, come per esempio il Papa Buono, Babbo Natale (tanto per rimanere in tema), la Befana;

nomi di popolazioni: anche qui dipende dal loro utilizzo. Se li uso come sostantivi da soli, allora vanno con la maiuscola (i Greci, gli Eschimesi), mentre se li uso come aggettivi vanno minuscoli (gli scultori greci, le tradizioni eschimesi). Idem se li uso per indicare appartenenza geografica;

lo Stato: tutte le denominazioni istituzionali di uno stato e dei vari enti vanno rigorosamente in maiuscolo, per esempio lo Stato, la Nazione, il Paese, il Governo, ma occhio che il governo Monti va minuscolo;

organi governativi: gli organi governativi, giuridici e amministrativi vanno tutti in maiuscolo, come per esempio il Consiglio dei Ministri, il Ministero della Difesa e via dicendo. Quando invece uso denominazioni generiche come la magistratura o la polizia, uso le minuscole;

partiti: qui distinguiamo, se si tratta di un partito usiamo le maiuscole, come in Lega Nord o Forza Italia, mentre se parliamo di movimenti politici usiamo la maiuscola solo quando derivano da un nome proprio, per esempio avremo il socialismo e il Marxismo;

istituti di insegnamento: scuole di ogni genere e università si scrivono con iniziali maiuscole, meglio se il nome proprio dell’istituto viene scritto fra virgolette. Per quanto riguarda le materie e i corsi di laurea, si scrivono con le minuscole;

nomi geografici: funziona come con i titoli e il nome proprio, il nome comune va in minuscolo, il nome proprio con l’iniziale maiuscola. Ci sono però delle eccezioni. Se il tipo di luogo è diventato parte integrante del nome del luogo, allora va maiuscolo come in Valle d’Aosta. Stessa cosa se il nome del luogo è una parola troppo generica, come nel Lago Maggiore. Invece pare che i nomi di luogo stranieri vadano sempre maiuscolo, senza ripetere la denominazione generica, se presente nel nome. Per esempio si dice Rio Grande, non il fiume Rio Grande;

vie di città: i nomi delle zone e dei quartieri si scrivono con la maiuscola, per esempio Porta Palazzo. Le vie e le piazze hanno il nome maiuscolo, ma la denominazione generica minuscola, come in piazza Castello;

punti cardinali: si usano maiuscoli quando vogliono indicare un’intera regione geografica, mentre settentrione, meridione, occidente e oriente si scrivono minuscolo quando usati come aggettivo;

periodi storici e artistici: quelli importanti come il Rinascimento e il Medioevo vanno maiuscoli, mentre gli stili artistici si accontentano della minuscola (dadaismo, surrealismo…);

opere e giornali: i titoli delle opere d’arte e dei giornali vanno sempre maiuscoli, come per esempio nell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci;

nomi sacri: nomi e appellativi sacrali, di ogni religione, vanno scritti maiuscoli, come Dio, Spirito Santo, Vergine Maria

nomi degli ordini religiosi: vanno sempre scritti con la maiuscola, per esempio i Domenicani, i Francescani

festività e nomi di mesi: le festività si scrivono con l’iniziale maiuscola, per esempio Pasqua e Natale (sempre per rimanere in tema). I mesi invece si scrivono minuscoli.

Piccola postilla: inutile ricordare che la maiuscola va sempre usata dopo il punto, dopo il punto interrogativo, dopo il punto esclamativo (in questi ultimi due casi l’eccezione è rappresentata dall’uso di domande o esclamative di seguito, qui la maiuscola si usa solo dopo l’ultimo punto interrogativo o esclamativo), dopo i due punti seguiti da virgolette quando si inizia un discorso diretto e con tutti i nomi propri, vero?

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