Lucca, asportarono per errore un rene sano: condannati a risarcire 350mila euro

Due medici nel 2016 avevano asportato il rene sano al posto di quello malato di tumore, non valutando la tac. Verdetto di risarcimento da 350mila euro.

Medici in sala operatoria
Medici in sala operatoria – Nanopress.it

La Corte dei Conti ha deciso che i due sanitari dovranno risarcire il paziente di 350mila euro, dopo aver sbagliato ad asportare il rene sano, piuttosto che quello malato a causa di un’errata lettura della tac dove il referto indicava il lato sbagliato.

Lucca, asportano il rene sano: risarcimento da 350mila euro

Il processo era iniziato nel 2016 con il paziente e la famiglia già risarciti dalla Asl. Adesso la Corte dei Conti della Toscana ha sentenziato contro i due urologi in servizio, che dovranno risarcire la Asl. I medici sono stati condannati per il caso di colpa medica dopo aver asporto al paziente il rene sano, piuttosto che quello malato di tumore.

Dopo l’errore l’uomo si era dovuto sottoporre a un altro intervento stavolta al rene malato, pesante e con gravissime ripercussioni sulla sua aspettativa di vita. Anche una radiologa è stata di recente condannata dai giudici, coinvolta nello stesso intervento.

L’errore nel 2016: errato il referto dopo la tac

Come detto l’operazione risale al 2016, quando il malinteso fu provocato da una serie di sviste a catena che portarono poi all’errore definitivo di asportazione del rene sano. La dottoressa, condannata nei mesi scorsi, aveva indicato nel referto – dopo tac addomino pelvica – che il rene da operare era quello destro, non quello sinistro.

Dunque, secondo quanto si legge nel verdetto, uno dei due urologi non avrebbe visto la tac, andando avanti con l’intervento mentre il secondo sanitario senza verificare approfonditamente ha partecipato all’operazione.

La Asl ha risarcito per più di 900mila euro la famiglia del paziente e l’uomo che aveva subito l’errore sotto i ferri. La Procura aveva chiesto la restituzione di tale somma per negligenza conclamata, visto che dopo l’operazione sbagliata il paziente aveva dovuto procedere con altre cure per risolvere la patologia. Le probabilità di sopravvivere alla patologia infatti passarono con quella svista dall’85-95% al 32-38%.

Ma anche in sala operatoria, da quanto emerso, i dottori non si sarebbero accertati della diagnosi come da prassi. La dottoressa ha risarcito 118 mila euro, mentre la Corte ha stabilito che per il primo urologo la somma da restituire sarà il 40% complessivo, ossia 274 mila euro. L’altro chirurgo che ha preso parte all’operazione invece risarcirà 90 mila euro all’azienda sanitaria.

Pronto Soccorso
Pronto Soccorso – Nanopress.it

Nella sentenza si legge anche di come la colpa sia consistita anche nella mancata individuazione dell’errore e per l’imprudenza che ha rivelato grossolanità e la superficialità. I tre medici erano stati anche condannati in appello ma dopo il risarcimento la vittima aveva ritirato la querela, facendo così uscire indenni i sanitari in appello.

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