L’omicidio di San Bonifacio ci dimostra che la violenza non è solo di genere

“Fragile e molto gelosa” questi gli aggettivi utilizzati dagli abitanti di San Bonifacio per descrivere Vania Bonvicini, quarantanove anni, accusata di aver ucciso lo scorso 20 giugno con una coltellata alla schiena il compagno, e cugino di secondo grado, Maurizio Tessari che di anni ne aveva quarantasei.

Omicidio a San Bonifacio
Omicidio a San Bonifacio – Nanopress.it

Quest’ultimo dopo essere stato colpito alla schiena con una coltellata ha cercato di fuggire. Ma per lui non c’è stato scampo. L’omicidio si è consumato nell’abitazione situata nella frazione di Prova nel veronese. Da qualche mese Maurizio e Vania avevano instaurato una relazione movimentata e fatta di profondi litigi. E proprio a causa di uno di questi ultimi alle 14 di martedì, Vania ha pugnalato il compagno alla schiena trafiggendogli il polmone. In verità, la donna non era nuova ad episodi di violenza. Nel 2017, infatti, aveva investito a bordo della sua macchina Citroen l’ex marito che si trovava in moto con la compagna. E, dopo averlo fatto, era andata a schiantarsi con la Citroen contro la vetrina di un negozio. Un episodio che, riletto alla luce di quanto accaduto due giorni fa, sembrerebbe avere tutti i connotati di un tentato omicidio.

La violenza non è solo di genere

Tutti in paese hanno descritto Vania come una donna gelosa al punto da diventare violenta. Verosimilmente, stando a quanto è emerso, una persona affetta da disturbo narcisistico di personalità. Dunque, anche quella consumatasi a San Bonifacio è una tragedia poteva essere evitata. E dovrebbe far sorgere nuovi interrogativi. La violenza domestica è un problema sociale che spesso viene associato alle relazioni in cui l’uomo è l’aggressore e la donna la vittima. Tuttavia, è importante riconoscere che la violenza può manifestarsi in diverse forme e coinvolgere persone di entrambi i sessi.

I carabinieri sul luogo della tragedia
I carabinieri sul luogo della tragedia – Nanopress.it

Il disturbo narcisistico di personalità

Per comprendere meglio il comportamento delle donne narcisiste che esercitano violenza nei confronti degli uomini, è necessario avere una comprensione del narcisismo come tratto di personalità. In termini semplicistici, il narcisismo – in qualunque forma lo si declini – è caratterizzato da un eccessivo amore per sé stessi, un senso di grandiosità e una mancanza di empatia verso gli altri. Sebbene la violenza commessa dalle donne narcisiste verso gli uomini possa essere meno comune rispetto ai casi di violenza maschile, è importante essere consapevoli che esiste. Le donne narcisiste possono utilizzare diverse forme di violenza, tra cui violenza fisica, emotiva, sessuale e finanziaria, per controllare e dominare i loro partner. Queste forme di abuso possono essere altrettanto distruttive e avere gravi conseguenze per le vittime. Come ci ha dimostrato anche il delitto di San Bonifacio.

Perché non si parla mai abbastanza della violenza esercitata dalle donne nei confronti degli uomini?

Lo sdoganamento della violenza contro le donne tramite messaggi pubblicitari, iniziative private e programmi televisivi ha contribuito a una pericolosa assuefazione. Ciò ha portato ad una progressiva perdita del senso critico e allontanamento dall’obiettivo iniziale. L’immagine di un uomo che commette violenza contro una donna viene giustamente condannata pubblicamente e sottoposta alla gogna mediatica. Tuttavia, quando i ruoli sono invertiti, la stessa immagine spesso suscita meno indignazione, viene minimizzata o addirittura ironizzata. Questo doppio standard distorce la percezione della violenza e impedisce una reale comprensione del problema nella sua completezza.

Contrastare ogni forma di violenza

È fondamentale comprendere che, sebbene le donne siano maggiormente vittime di abusi, non dovremmo trasmettere il messaggio che non esistano altre forme di violenza. Anche se minoritarie, le violenze subite dagli uomini non possono essere legittimate o normalizzate. È necessario affrontare la violenza in tutte le sue manifestazioni, indipendentemente dal genere delle persone coinvolte. Dobbiamo spingere per una visione inclusiva che superi le barriere di genere e affronti il problema nella sua interezza. L’omicidio di Maurizio Tessari rappresenta un monito sul fatto che la violenza non ê legata al genere e che qualsiasi forma di violenza deve essere condannata senza giustificazioni o minimizzazioni. Anche se i casi in cui le donne uccidono i mariti o ex partner sono meno comuni rispetto ai casi inversi, è fondamentale analizzare le dinamiche di potere e violenza all’interno di una relazione. Riconoscere che anche le donne possono macchiarsi di omicidi brutali è fondamentale per sviluppare strategie di prevenzione e fornire supporto alle vittime di violenza domestica, indipendentemente dal genere. Gli sforzi dovrebbero concentrarsi sulla sensibilizzazione, sull’educazione sulle relazioni sane e sulla creazione di reti di sostegno per le persone coinvolte in relazioni tossiche.

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