Ligabue a Che Tempo Che Fa parla del figlio mai nato: ‘Mi sono appoggiato ai fan’

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Luciano Ligabue ha parlato del figlio mai nato con parole delicate e toccanti nella sua ospitata a Che Tempo Che Fa, ringraziando i fan ai quali si è appoggiato per attutire il dolore che non si supera mai. Il cantautore di Correggio, in studio da Fabio Fazio per presentare la raccolta di racconti ‘Scusate il disordine’, ha voluto in qualche modo ringraziare chi gli è stato vicino per la perdita del figlio morto al sesto mese di gravidanza qualche anno fa.



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Ligabue ha parlato del figlio mai nato sul finire della sua lunga intervista da Fabio Fazio per la presentazione dell’ultimo libro, partendo dallo spunto arrivato dal conduttore: la raccolta di ‘Scusate il disordine’ si chiude infatti con il racconto di un musicista che deve salire sul palco ed esibirsi giusto qualche ora dopo la perdita di un figlio.

Il cantautore, visibilmente toccato, ha parlato a cuore aperto dell’ispirazione che lo ha portato a scrivere questa storia così personale: ‘Il fatto che che sono passati anni ti permette di poterlo raccontare. Dopo la nascita di un figlio che muore subito dopo, il giorno dopo c’è questo concerto che è il suo primo concerto voce e chitarra, la condizione più nuda in cui uno si può esibire. Al di là del fatto che questo è un po’ il racconto di qualcosa che si è sentito, il famoso the show must go on, quello che volevo dire è che è vero. Questa esperienza l’ho vissuta veramente, so cosa vuol dire quell’appuntamento lì, con loro, e so il beneficio che ne ho ricavato.’

Loro, per Luciano Ligabue, sono principalmente i suoi fan, che gli sono stati sempre accanto anche nei momenti più bui. Come ha avuto modo di raccontare in diverse interviste del passato, Luciano Ligabue ha perso tre figli da due compagne diverse: l’ultimo tre anni fa assieme alla moglie Barbara Pozzo, poco dopo l’arrivo della loro primogenita Linda. Barbara era al sesto mese di gravidanza e il Liga ha raccontato così i momenti successivi alla morte del figlio mai nato: ‘Ero terrorizzato, a pezzi, non ero assolutamente in grado di tenere un concerto e mi sono appoggiato su di loro. È un aspetto che non ho mai sentito raccontare da chi si è trovato in situazioni simili, ma che è vero: tutto sommato è crudele che quando uno deve vivere un momento suo sia in qualche modo costretto a pensare di allietare altri animi, ma è anche vero che riesce a beneficiare di quell’effetto immediatamente’, ha concluso il rocker, emozionato ma fermo nel voler ringraziare chi gli è stato accanto.

Durante l’intervista Ligabue ha parlato anche del ‘miracolo’ della canzone ‘Urlando contro il cielo’, diventata l’inno dei suoi fan ai concerti (‘È finita in una posizione sfigatissima all’interno del mio secondo album. Quando fai la scaletta degli album pensi all’importanza, questa era la penultima, pensi che la gente la skippa magari… Fu semplicemente un singolo quando decidemmo di farne un video live. Dalla prima volta che l’abbiamo fatta è stato il passaparola, da quel momento era il coro che la gente faceva prima che cominciassimo a suonare’) fino alle anticipazioni sul nuovo album, sul quale non si è sbilanciato più di tanto, e sul concertone Liga Rock Park che si terrà alla Villa Reale di Monza il prossimo 24 settembre: ‘Del nuovo disco non dico nulla, solo che è un concept album, un’unica storia raccontando attraverso tante canzoni. Campovolo è il posto mio, il posto dove vado per celebrare qualcosa. Con l’esperienza di quel posto, e l’organizzazione di concerti, abbiamo provato a vedere a Monza con un parco molto bello e la reggia fatta costruire da Bonaparte. Ci piaceva l’idea che avesse a che fare con la bellezza, che il concerto si potesse agganciare con la bellezza.’

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