Leggi ambientali, Juncker dice no alle proposte sulla qualità dell’aria della Ue

Jean-Claude Juncker

Jean-Claude Juncker non inizia con il piede giusto sul fronte ambientale. Il neo-presidente della Commissione Ue ha infatti deciso di ritirare una serie di proposte legislative pendenti relative ai rifiuti e all’inquinamento atmosferico: si tratta del cosiddetto pacchetto sulla qualità dell’aria che aveva lo scopo di fissare limiti più stringenti per emissioni nocive come anidride solforosa, particolato e ossidi d’azoto, e di quello sulla cosiddetta economia circolare, proponendosi di intervenire sul riciclaggio dei rifiuti, e vietare di gettare in discarica qualunque materiale riciclabile.

Juncker si è giustificato davanti al Parlamento europeo sostenendo che nel 2015 la Commissione proporrà norme più ambiziose sugli stessi temi che sono stati ‘rottamati’ al momento dalla squadra di Juncker, appena insediatasi e subito oggetto di polemiche feroci da parte degli ambientalisti. L’Europarlamento riunito a Strasburgo ha provato a bloccare il ritiro delle norme, ma la Commissione ha avuto il via libero dell’aula. Forte il disappunto espresso dagli ambientalisti italiani, come Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente: ‘Juncker ha giustificato la sua decisione di eliminare le leggi ambientali con l’esigenza di ‘concentrarsi sull’essenziale’ nel 2015 rispetto al programma ereditato dalla precedente legislatura comunitaria. Fa veramente impressione sentire dal presidente dell’esecutivo Ue che la salute dei cittadini degli Stati membri e l’ambiente non sono delle priorità. Purtroppo hanno vinto le lobby industriali che temono i costi aggiuntivi associati ai nuovi limiti di emissioni e agli obblighi di riciclaggio dei rifiuti. E forse ne escono vittoriose anche le aziende farmaceutiche, visti i pesanti impatti sulla salute e visto che la prevenzione delle malattie respiratorie sembra non essere tenuta in alcun conto‘.

Sul piano riguardante l’economia circolare il Consiglio Ue sta provando a salvare i progressi finora raggiunti: i rappresentanti di 23 Paesi membri hanno infatti deciso di sostenere la proposta della Presidenza di turno italiana dell’Ue di aggiungere nell’agenda del Consiglio Ambiente di mercoledì prossimo una discussione sulle nuove norme sui rifiuti. Uno schiaffo in piena regola alla giustificazione di Juncker, secondo cui le norme andavano ritirate proprio per la presunta impossibilità di trovare un accordo in tempi brevi fra i governi. Una spiegazione ufficiale che non convince, con lo spettro di un sostanziale passo indietro dell’Unione Europea su questi delicati tempi ambientali. Il 2015 è alle porte, e aspettiamo Juncker alla prova dei fatti.

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