Legge elettorale, il modello tedesco all’italiana: cosa dice l’emendamento Fiano

ELEZIONI COMUNALI: ROMA VOTAZIONI

La nuova legge elettorale potrebbe arrivare a breve. L’emendamento Fiano, dal nome del relatore Emanuele Fiano (PD) è atteso in Aula il 6 giugno per la discussione che non dovrebbe essere lunga, visto che i principali partiti italiani hanno trovato l’intesa. Il testo della nuova legge elettorale nasce dall’accordo PD-M5S-Forza Italia con Matteo Renziche cancella il maggioritario e si accoda pur di votare, Luigi Di Maio che oggi parla di intesa e non di “inciucio” e Silvio Berlusconi tornato a essere l’ago della bilancia nelle vesti del vecchio saggio della politica. La nuova legge elettorale va a sostituire il cosiddetto Rosatellum, cioè la prima proposta dei dem: si tratta di un sistema proporzionale tedesco declinato all’italiana con soglia di sbarramento al 5% e collegi uninominali. Andiamo a vedere le principali caratteristiche della proposta sulla nuova legge elettorale.

L’accordo sull’emendamento Fiano alla legge elettorale vede per la prima volta il M5S accanto a PD e Forza Italia, forti del voto sul sistema alla tedesca voluto da Beppe Grillo tra gli iscritti. La lista dei contrari è invece molto più lunga e comprende tutte quelle formazioni, da destra a sinistra, che rischiano di non entrare in Parlamento con la soglia del 5%. Il più agguerrito è Angelino Alfano, attuale ministro degli Esteri, che con la sua Alternativa Popolare, ex NCD, non è mai andato oltre ed è disposto a dare battaglia.

Sistema proporzionale alla tedesca
La nuova legge elettorale prevede un sistema proporzionale alla tedesca. Come recita il testo dell’emendamento Fiano, “l’assegnazione dei seggi alle liste nel territorio nazionale è effettuata con metodo proporzionale“, prevede una soglia di sbarramento al 5% per l’ingresso in Parlamento e i collegi uninominali. L’unica nota che richiama il sistema maggioritario è una sorta di premio di maggioranza con i partiti più votati che si dividono, su base proporzionale, i seggi non assegnati a chi non ha superato il 5%.

Le analogie con la Germania si fermano qui però: il resto è una rilettura all’italiana. Mentre i tedeschi eleggono sempre il candidato più votato, la proposta italiana prevede una distribuzione proporzionale con una sorta di capilista bloccati.

Collegi e circoscrizioni elettorali
L’emendamento Fiano disegna poi la nuova cartina elettorale italiana con la divisione in 303 collegi e 27 circoscrizioni, corrispondenti alle Regioni, a esclusione delle più popolose che vengono divise in più circoscrizioni (2 per Piemonte, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia, 3 per la Lombardia. Con l’emendamento si è evitata la delega di 30 giorni al governo per perimetrarli).

In ciascuna circoscrizione ci saranno dei listini bloccati di 2-4 nomi, a esclusione del Molise che avrà un candidato per ciascuna lista, mentre in ognuno dei collegi ci sarà un candidato per ogni partito.

Il voto in Trentino e Valle d’Aosta
Diverso il sistema per il Trentino Alto Adige che voterà col Mattarellum, cioè 8 collegi uninominali e tre seggi di recupero proporzionale, mentre la Valle d’Aosta avrà un collegio uninominale.

Uguaglianza di genere
Nel rispetto dell’uguaglianza di genere, le candidature presentate da ogni lista nei collegi uninominali a livello nazionale non dovranno avere più del 60% di uno dei due sessi, “con arrotondamento all’unità più prossima”. A pena di inammissibilità, nella successione interna delle liste circoscrizionali i candidati saranno elencati secondo un ordine alternato di genere.

Presentazione dei candidati
Per ogni candidato nei collegi uninominali dovranno essere indicati cognome, nome, luogo e data di nascita, oltre al collegio uninominale per cui viene presentato; le donne potranno avere il solo cognome e, nel caso, potrà essere aggiunto il cognome del marito.

Candidature multiple e sottoscrizione liste
L’emendamento Fiano prevede le candidature multiple con la possibilità di candidarsi in un solo collegio uninominale ma fino a un massimo in tre listini bloccati.

Le liste dei partiti in ciascuna circoscrizione dovranno essere sottoscritte da almeno 1.500 elettori nelle circoscrizioni fino a 500mila abitanti; da almeno 2.500 nelle circoscrizioni con più di 500mila abitanti e fino a 1 milione di abitanti; da almeno 4.000 elettori nelle circoscrizioni con più di 1 milione di abitanti. Inoltre, ciascuna lista circoscrizionale “deve essere accompagnata dalla sottoscrizione, per ciascun candidato, di non meno di 500”. La proposta prevede che “in caso di scioglimento della Camera dei Deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla metà”. Esentati dalle firme solo “i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in entrambe le Camere all’inizio della legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi”.

Indicazione del candidato premier
Delle ultime leggi elettorali (Porcellum e Italicum), si mantiene l’indicazione del candidato premier da parte dei partiti: al momento del deposito del simbolo e del programma elettorale, il partito potrà indicare anche il “capo della forza politica”, fermo restando che spetta solo al Presidente della Repubblica scegliere chi nominare Presidente del Consiglio.

Ripartizione dei seggi e capilista bloccati
Una volta terminate le votazioni e fatti gli scrutini, la proposta prevede la ripartizione dei seggi su base esclusivamente proporzionale secondo un coefficiente che indica, in relazione alla percentuale, quanti seggi spettano ai partiti su base nazionale e poi nella circoscrizione. Al Senato invece la ripartizione dei seggi è su base regionale. La proposta introduce una sorta di capilista bloccati: nella ripartizione il primo eletto sarà non il più votato ma il candidato indicato col numero 1 dei listini proporzionali (con un massimo di tre candidati).

Niente voto disgiunto
A differenza del sistema tedesco che prevede il voto disgiunto al singolo candidato e alla lista (si può indicare un partito diverso da quello che sostiene il candidato, quindi apporre due segni sulla scheda), la versione italianizzata prevede il voto unico: se si sceglie un candidato si dà il voto al partito che lo sostiene (quindi un solo segno X).

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