‘La targa’, di Andrea Camilleri: trama e recensione

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‘La targa’, di Andrea Camilleritrama e recensione subito dopo il salto – è un racconto pubblicato nel 2011 nella collana da edicola Inediti d’Autore, proposta dal Corriere della Sera. La storia, ambientata a Vigata in piena epoca fascista, è stata riproposta da Rizzoli che, in occasione dei novant’anni dello scrittore, ne ha pubblicato una nuova edizione. Tra i libri più venduti del momento, il racconto inizia la sera dell’11 giugno del ’40, quando la maggior parte degli italiani festeggiava l’entrata in guerra del Paese.

A festeggiare il compleanno di Andrea Camilleri, che ha compiuto novant’anni il 6 settembre 2015, ci ha pensato anche Rizzoli che, in omaggio al più grande giallista italiano vivente, ha pubblicato una nuova edizione de ‘La targa‘, un racconto uscito nel 2011 in allegato al Corriere della Sera. Come molti dei libri di Camilleri, anche questo è ambientato a Vigata, città immaginaria creata dallo scrittore, che fa da sfondo alle avventure di Salvo Montalbano.

Trama

11 giugno 1940: l’Italia è appena entrata in guerra e i camerati di Vigata festeggiano al circolo ‘Fascio & Famiglia’. All’improvviso compare un uomo, un certo Michele Ragusano, noto per le sue provocazioni antifasciste per le quali si è già fatto cinque anni di confino. La sua presenza riscalda gli animi e tra urla e male parole il novantenne, e fascista, don Emanuele Persico, cade a terra colpito da un infarto. Per i camerati è stato Ragusano che, con la sua presenza e con le sue parole – ‘Il nomi di Antonio Cannizzaro vi dice nenti?‘ – ‘ha ucciso’ il vecchio squadrista. Scampato al linciaggio grazie ai carabinieri, Michele finisce in carcere, accusato di omicidio preterintenzionale. Intanto la città, scossa dalla notizia, organizza il funerale: per l’illustre camerata un corteo in pompa magna ed una targa celebrativa come ‘caduto per causa fascista‘. Ma nella storia di Emanuele Persico non tutto sembra chiaro e scavando a fondo nella sua vita si scoprono diversi fatti. La verità appare sempre più frammentaria e la semplice intitolazione di una via si trasforma in una complicata faccenda diplomatica…

Recensione

L’intitolazione di una via a un fascistissimo don, vittima di un diffamatore e sovversivo, parrebbe ordinaria amministrazione per una comunità in camicia nera…‘, ed invece, come accade nel racconto ‘La targa‘, diventa un pretesto per smascherare, con l’acume e l’ironia graffiante dello scrittore, le storie racchiuse nella vita di un uomo.
E’ il (quasi) centenario don Emanuele Persico che, camerata integerrimo, mantiene in paese una precisa identità: ‘era uno squadrista arraggiato, scrive col suo dialetto Camilleri, col manganello e l’oglio di ricino, e si era fatto la marcia su Roma‘. Ma scavando nella sua vita, dopo la decisione di intitolargli una strada, i vigatesi hanno modo di scoprire il suo passato: garibaldino, picciotto, socialista estremista, la vita di don Emanuele si rivela segnata da verità inconfessabili. Ecco il dilemma: modificare, ad ogni ‘scoperta’, la targa o abbandonare una celebrazione sempre più complessa e problematica?
La targa‘ di Andrea Camilleri è un racconto brioso e divertente in cui trovano spazio tutte le caratteristiche del suo stile narrativo: ironia, divertimento ed il consueto mix di italiano e dialetto. Una storia fantasiosa che svela, tra il grottesco e la realtà, quanto, andando oltre le apparenze, sia difficile giudicare un uomo, la sua vita e le sue molteplici storie.

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