La Regione Lazio ha revocato il patrocinio al Roma Pride

La Regione Lazio ha deciso di revocare il patrocinio al Roma Pride. La motivazione fornita è che la Regione si oppone al sostegno di pratiche come l’utero in affitto. 

Pride – Nanopress.it 

La Giunta ha affermato che la Regione si rifiuta di sostenere “manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.

L’opposizione politica si schiera contro la decisone.

Il Roma Pride afferma che il logo verrà ugualmente utilizzato.  

La Regione Lazio ha revocato il patrocinio al Roma Pride

Sabato 10 giugno si svolgerà a Roma una delle manifestazioni più significative e sentite dell’anno, il Pride. A quanto pare, però, quest’anno la Regione Lazio ha deciso di revocare il patrocinio alla manifestazione, schierandosi specificatamente contro la pratica dell’utero in affitto.

Alla base di questa discutibile decisione vi sarebbero i presupposti e “i toni” previsti all’interno del manifesto dell’evento, intitolato “Queeresistenza”. Considerati, dalla Giunta, totalmente opposti a quelli enunciati all’interno dell’accordo per la concessione del patrocinio stipulato precedentemente dalla Regione Lazio. 

“In particolare, il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richiesto nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano”. 

Si legge all’interno della nota della Giunta regionale.

La quale aggiunge, che i temi sostenuti dalla manifestazione non hanno nulla a che fare con l’impegno che da sempre la Regione acquisisce nei confronti dei diritti civili.

A sostenere questa decisione è stato Jacopo Coghe, portavoce dell’onlus Pro Vita & Famiglia. 

LGBT PRIDE PARADE
Roma Pride- Nanopress.it

Coghe ha affermato che il supporto ai Pride equivale a supportare pratiche illegali. Tra queste il “matrimonio egualitario, la maternità surrogata, le trascrizioni anagrafiche per i figli delle coppie gay e le adozioni per le coppie dello stesso sesso”.

Allo stesso tempo l’opposizione politica ha espresso tutto il suo sdegno nei confronti di tale scelta. In particolar modo, la senatrice Cecilia D’Elia, la quale ha affermato che la decisione rappresenta un atto “grave” e un serio passo indietro verso il sostegno alla comunità Lgbtqia+. 

Intanto, Alessandro Zan ha scritto su Twitter che si tratta di vera e propria “schizofrenia di odio e discriminazione”.

 “La revoca del patrocinio al Roma Pride da parte della Regione Lazio dimostra ancora una volta che con Fratelli d’Italia al governo l’omofobia è istituzionalizzata, è un’omofobia di Stato”.

Ha affermato Riccardo Magi, sottosegretario di Europa+.

La risposta del Roma Pride

La revoca del patrocino da parte della Regione Lazio ha dunque creato sdegno in gran parte della popolazione. A questo, Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, ha risposto ringraziando ironicamente l’onlus Pro Vita, la quale gli ha fornito un ufficio stampa gratuito. Con la certezza che nel pomeriggio del 10 giugno, le strade della capitale saranno inondate da gente che intende supportare i diritti e le lotte della comunità Lgbtqia+.

“Per quanto riguarda il Governatore Francesco Rocca, lo rassicuriamo che visto che la Regione Lazio è delle cittadine e dei cittadini, quindi anche nostra e non di un manipolo di talebani cattolici, non toglieremo il logo della Regione Lazio dal nostro sito”.

Afferma Colamarino.

Dunque, questa decisione della Regione, intrapresa di seguito alla denuncia di Pro Vita, rappresenta realmente una mossa preoccupante. 

Non solo un grosso passo indietro verso l’evoluzione istituzionale rispetto alla tutela dei diritti civili, ma anche un duro colpo per l’umanità.

Un’istituzione che si distacca da una manifestazione così importante e radicata all’interno della collettività è un chiaro segno di una tendenza malsana che si sta facendo strada a poco a poco all’interno di uno stato “democratico”.

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