La premier Giorgia Meloni non parteciperà alla fiaccolata per la strage di via D’Amelio

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non parteciperà alla fiaccolata a Palermo per il 31esimo anniversario della strage di Via D’Amelio. 

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni – Nanopress.it

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scelto di non partecipare alla fiaccolata che si terrà a Palermo in occasione del 31° anniversario della strage di Via D’Amelio, a causa delle preoccupazioni relative alle possibili proteste dei palermitani e dei familiari delle vittime.

Giorgia Meloni non parteciperà alla fiaccolata di Via D’Amelio

Giorgia Meloni, parteciperà il 19 luglio, alla cerimonia ufficiale di commemorazione della strage di Via D’Amelio, in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino, a Palermo.

Tuttavia, non sarà presente alla tradizionale fiaccolata – prevista per la serata – nel capoluogo siciliano.

Nel 31° anniversario del tragico evento, il premier si recherà, nel corso del mattino, alla caserma Lungaro, dove deporrà una corona d’alloro all’interno dell’ufficio scorte e, successivamente, presiederà un comitato per l’ordine e la sicurezza.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni – Nanopress.it

La polemica scatenata dalle parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di rimodulare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è stata inevitabilmente legata all’organizzazione di via D’Amelio nei giorni scorsi.

Tuttavia, il premier ha dichiarato di non essere mai mancata alle commemorazioni e quest’anno agirà allo stesso modo.

Alla fiaccolata parteciperanno anche altri membri di Fratelli d’Italia, tra cui Donzelli. Il timore di proteste da parte dei palermitani e dei familiari delle vittime ha influito sulla scelta del premier, che teme disordini pubblici.

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ha espresso la sua disapprovazione nei confronti del governo dopo le ultime dichiarazioni di Nordio.

La strage di Via D’Amelio: cosa accadde il 19 luglio 1992

La strage di via D’Amelio è uno dei tragici eventi che ha segnato profondamente la storia della lotta alla mafia in Italia.

Il 19 luglio 1992, il giudice Paolo Borsellino e cinque membri della sua scorta persero la vita in un attentato dinamitardo compiuto da Cosa Nostra.

La strage di via D’Amelio avvenne solo due mesi dopo l’omicidio di Giovanni Falcone, altro magistrato molto impegnato nella lotta alla mafia.

Strage di via d'amelio e Paolo Borsellino
Strage di via d’amelio e Paolo Borsellino – Nanopress.it

Questi attacchi dimostrarono – in modo crudo e violento – la determinazione della mafia a colpire chiunque si opponesse ai loro interessi.

Paolo Borsellino era un magistrato coraggioso e determinato, noto per il suo impegno nel combattere la criminalità organizzata.

La sua morte rappresentò una grande perdita per la società italiana e lasciò un vuoto nella lotta alla mafia.

La strage di via D’Amelio si presentò come un attacco diretto alle istituzioni.

Ebbe l’obiettivo di minare la fiducia nella giustizia e intimidire coloro che facevano opposizione alla mafia.

Le indagini sulla strage di via D’Amelio hanno portato all’arresto di alcuni membri di Cosa Nostra, ma molte domande sono ancora senza risposta.

I familiari delle vittime, come Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, hanno continuato a lottare per la verità e per garantire che i responsabili siano condannati e puniti.

La commemorazione annuale della strage di via D’Amelio è un momento per ricordare e onorare le vittime, oltre che per riaffermare l’impegno nella lotta alla mafia.

È un momento di solidarietà e di riflessione su quanto ancora sia necessario fare per sconfiggere definitivamente il fenomeno criminale della mafia.

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