La Guardia costiera americana ha trovato dei rottami vicino al Titanic che potrebbero essere del sommergibile disperso

Secondo quanto comunicato dalla Guardia Costiera americana, accanto al sito del Titanic sono stati trovati dei rottami: ricerche intensificate, ma l’ossigeno potrebbe essere esaurito.

Sommergibile Ocean Gate
Sommergibile Ocean Gate – Nanopress.it

Ricerche intensificate, anche se il tempo sta quasi per scadere. Continuano le operazioni per ritrovare il sommergibile scomparso che nella giornata di domenica si era inabissato per andare a scandagliare i fondali oceanici. Il gruppo di facoltosi turisti però non è mai riemerso, dopo la spedizione in visita al relitto del Titanic. La Guardia Costiera americana, riporta oggi il Corriere, ha comunicato che vicino al sito sono stati trovati dei rottami.

Titanic, Guardia Costiera annuncia il ritrovamento di rottami nei pressi del sito

Una corsa contro il tempo. L’ossigeno a bordo del Titan – sommergibile della Ocean Gate – sarebbe esaurito nella mattinata di oggi secondo i calcoli degli esperti.

In questo momento gli occhi del mondo sono tutti sulle operazioni di ricerca, con lo smarrimento del sottomarino che ha attirato l’attenzione della stampa internazionale. Già dalla giornata di domenica, quando in mattinata era stata data la notizia della perdita del segnale radar. Una notizia che aveva destato scalpore, soprattutto per il luogo in cui era diretto il sommergibile: il relitto del Titanic.

L’ultima pista, scrive il Corriere nel pomeriggio di oggi, è quella di alcuni rottami trovati dalla Guardia Costiera presso il sito. Sarebbe stato lo stesso corpo paramilitare statunitense a dare la notizia, anche se al momento non emergono ulteriori dettagli. La conferma che i detriti appartengo al sommergibile è arrivato in serata. La BBC infatti ha comunicato che tra i rottami scorti in prossimità del sito ci sarebbero anche il posteriore del telaio di atterraggio. Il ritrovamento si deve al robot che è stato impiegato nella ricerca. La conferma ufficiale che quei detriti apparterrebbero al Titan potrebbe mettere purtroppo la parola fine in maniera definitiva alle speranze di portare i presenti a bordo in salvo.

Le ricerche si stanno intensificando oggi, visto che come affermato in precedenza i vertici dell’azienda Ocean Gate aveva affermato che l’ossigeno disponibile a bordo sarebbe stato disponibile fino alla mattinata di giovedì. Dunque fino a stamattina, mentre le percentuali di ritrovare la crew e i turisti ancora vivi scende vertiginosamente. Si affidano a un vero e proprio miracolo i soccorritori, che hanno adoperato anche un robot di salvataggio come detto.

Guardia Costiera americana
Guardia Costiera americana – Nanopress.it

Un roboto in grado di arrivare facilmente sul fondo del mare, che stamattina alle 11 è arrivato nei fondali dell’Oceano Atlantico, per perlustrale e tentare di localizzare l’imbarcazione. E’ stata ancora la Guardia costiera americana ad annunciare l’utilizzo del bot, tramite un recente tweet: “La canadese Horizon Arctic ha dispiegato un Rov che ha raggiunto il fondale marino e ha iniziato la ricerca del sommergibile scomparso. Successivamente in zona è arrivato anche un altro mezzo, la nave francese Atlante, con un altro robot, Victor 600 che è stata calato anch’esso in acqua. Alle 21 ore italiane la conferenza stampa della Guardia costiera statunitense.

La pista dei rumori e il dibattito

E ancora, un’altra pista poi smentita è stat quella che ha portato a dei rumori provenienti dal fondo dell’Oceano che avrebbero potuto portare ai naufraghi. Rumori che in un primo momento erano stati ricondotti a dei colpi che i passeggeri avrebbero dati al sottomarino per farsi localizzare. Una eventualità piuttosto remota. I suoni rilevati infatti, come dichiarato dal contrammiraglio John Mauger in una recente apparizione su Sky News, erano da attribuirsi ai rumori di dono dell’Oceano. Poi Mauger ha fatto sapere che le ricerche continueranno senza sosta.

Lo aveva smentito anche l’ex comandante di sottomarini Marina degli Stati Uniti, David Marquet, il quale alla BBC sui rumori aveva detto quelli sarebbero tranquillamente potuti essere rumori naturali: “Si sentono rumori di anni che arrivano nell’area e poi quei rumori. Non può essere una coincidenza”.

Nel pomeriggio di oggi il governo britannico è giunto in aiuto di quello americano. E’ stato confermato che un aereo militare con equipaggiamento speciale della Royal Air Force, con a bordo un ufficiale sommergibilista, prenderà parte alle operazioni di salvataggio. Il tenente di vascello Richard Kantharia porta una grande conoscenza della guerra sottomarina e dell’immersione, come riporta in giornata l’Ansa. 

Le ricerche comunque rimangono molto complicate, considerando che stanno avvenendo in un’area pari a 26mila km, in profondità. Praticamente delle dimensioni dell’intero stato del Connecticut, a 4mila metri sotto il mare. Le speranze, di captare un segnale a grandi profondità, sta svendendo nel nulla, proprio come lo sfortunato sottomarino.

La questione ha diviso, per l’ennesima volta, l’opinione pubblica. Il dibattito, che ha preso piede sui social, è stato quello del grande spazio dato a un pugno di “miliardari” scomparsi per un vezzo in una costosissima gita sul fondo dell’oceano a discapito dei centinaia di morti – tra cui anche bambini – nelle acque del mediterraneo (con riferimento al naufragio del peschereccio nel Peloponneso della settimana scorsa). A bordo al momento della scomparsa vi erano un miliardario britannico e un miliardario pakistano con il figlio.

Tra i dettagli che hanno attirato maggiormente l’attenzione però contribuendo al grande seguito dato a livello internazionale agli eventi legati alla scomparsa del sottomarino, c’è anche quello relativo a Wendy Rush moglie del numero uno di Ocean Gate nonché pilota a bordo del sottomarino disperso. La donna, secondo quanto emerso nelle scorse ore, è la pronipote di due passeggeri a bordo del Titanic, durante il naufragio del 1912.

Si tratta di Isidor e Ida Straus, che viaggiavano in prima classe quando il transatlantico è stato colpito da un iceberg. Lo ha riportato la BBC, facendo trapelare altri dettagli. Un dettaglio che ha stuzzicato ancora l’immaginazione del pubblico che in queste ore sta seguendo passo passo lo sviluppo degli eventi relativi al Titan. Alcuni sopravvissuti hanno riferito infatti che i due avrebbero rifiutato un posto sulla scialuppa fino a quando tutte le donne e i bambini non fossero saliti a bordo. Ida non si separò dal marito, con il quale morì durante il naufragio. Dettagli che hanno alimentato la leggenda, praticamente una versione romanzata del film di Cameron, che ha raccontato meglio di tutti probabilmente e con grande trasporto – tramite immagini che sono rimaste negli occhi di tutti gli appassionati di cinema – quei tragici momenti.

Più passa il tempo, più diminuiscono le possibilità di trovare i passeggeri in vita.

I dubbi sulla sicurezza

Ma oltre alle polemica che dividono l’opinione delle masse, anche all’interno della società qualcosa fin dai tempi dei primi collaudi non aveva quadrato. Risalgono al 2018 le prime controversie sul sottomarino, con un episodio in particolare che salta subito all’occhio.

Mappa Oceano Altlantico
Mappa Oceano Altlantico – Nanopress.it

E’ quello di un dipendente della Ocean Gate, il quale avrebbe espresso i suoi dubbi e perplessità sullo scafo in fibra di carbonio. L’uomo aveva fatto sapere che sarebbe stata necessaria una certificazione da parte di un ente indipendente, ma di tutta risposta pare abbia ricevuto in cambio il licenziamento e una denuncia. Il suo rapporto sui dubbi espressi fu letto all’amministratore delegato che adesso ironia della sorte si trova disperso nel sommergibile. La battaglia legale, tra la società e l’ex lavoratore si era poi conclusa con un patteggiamento. Il dipendente, poi il tribunale, affermò che il Titan non poteva scendere a una profondità di 3.800 metri sotto il mare, ma al massimo di 1.300.

Stasera è attesa anche la conferenza stampa della Guardia costiera americana, che farà luce sul ritrovamento dei detriti tramite i risultati delle analisi condotte.

Impostazioni privacy