La Chiesa apre alla cremazione ma detta le regole: no a gioielli e dispersione delle ceneri

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La cremazione dei defunti non è più un tabù per la Chiesa, che non ne vieta la pratica se non è fatta per una scelta di contrarietà alla fede, ma individua delle regole da seguire chiarendo ciò che è consentito ai fedeli da ciò che resta proibito. Tuttavia si precisa che “la Chiesa continua a preferire la sepoltura dei corpi poiché con essa si mostra una maggiore stima verso i defunti”. La nuova Istruzione data dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con il benestare di Papa Francesco, stabilisce che non ci sono ragioni dottrinali per impedire tale prassi, poiché la cremazione del cadavere non tocca l’anima e non impedisce “all’onnipotenza divina di risuscitare il corpo e quindi non contiene l’oggettiva negazione della dottrina cristiana sull’immortalità dell’anima e la risurrezione dei corpi”.

“La prassi della cremazione – si legge nel documento del Vaticano – si è notevolmente diffusa in non poche nazioni, ma nel contempo si sono diffuse anche nuove idee in contrasto con la fede della Chiesa. Dopo avere opportunamente sentito la Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, il Pontificio Consiglio per i testi legislativi e numerose Conferenze episcopali e Sinodi dei vescovi delle Chiese Orientali, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha ritenuto opportuno la pubblicazione di una nuova Istruzione, allo scopo di ribadire le ragioni dottrinali e pastorali per la preferenza della sepoltura dei corpi e di emanare norme per quanto riguarda la conservazione delle ceneri nel caso della cremazione”. La conclusione a cui si arriva è che la cremazione di un cadavere non è di per sé negazione della fede cristiana ma per la Chiesa resta “la preferenza della sepoltura dei corpi”.

NORME PER LA CREMAZIONE CRISTIANA
Laddove ragioni di tipo igienico, economico o sociale portino a scegliere la cremazione (e in assenza di motivazioni contrarie alla dottrina cristiana), si precisa che la pratica debba avvenire “dopo la celebrazione delle esequie“, con apposite indicazioni liturgiche e pastorali, avendo particolare cura di “evitare ogni forma di scandalo o di indifferentismo religioso”.

Si legge ancora nel documento vaticano che non è permessa quindi la dispersione delle ceneri dei defunti “nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo” né la loro trasformazione “in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti”, “per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista”. Infine si stabilisce il divieto di conservare le ceneri dei cari defunti nella propria abitazione domestica, perché “le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nei cimiteri”.

In caso di cremazione scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana, semplicemente “si devono negare le esequie, a norma del diritto” perché la Chiesa “non può permettere atteggiamenti e riti che coinvolgono concezioni errate della morte, ritenuta sia come l’annullamento definitivo della persona, sia come il momento della sua fusione con la Madre natura o con l’universo, sia come una tappa nel processo della reincarnazione, sia come la liberazione definitiva della ‘prigione’ del corpo”.

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