Israele, dalle parole omofobe di Smotrich fino alla riforma carceraria di Ben Gvir

Il governo Netanyahu ha gettato, non appena iniziato il mandato, Israele nel caos più totale. I problemi sorti vanno a toccare vari ambiti e tutti importantissimi. Le preoccupazioni delle autorità internazionali sono state confermate nel concreto e, dopo i ministri Ben Gvir e Levin, ora è il momento del ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich e delle dure parole contro la comunità gay, emerse da una conversazione che è stata resa pubblica.

Proteste contro il governo Netanyahu e
Israele, proteste contro Netanyahu e le nuove riforme – Nanopress.it

 

Dopo la vittoria di Netanyahu si sono accese polemiche e preoccupazioni dato che l’esito positivo delle elezioni è nato coalizzandosi con l’estrema destra. Immediatamente si è accesa la paura, sia nel Paese che all’estero, di un esclation nel conflitto con la Palestina e la Cisgiordania. Questo perché il ministro della sicurezza Ben Gvir ha sempre manifestato la posizione favorevole nei confronti dell’occupazione dei territori palestinesi ed è un convinto sostenitore della supremazia israeliana.

Ma oltre a ciò, sono emerse problematiche importanti con la riforma giudiziaria, avanzata però questa volta dal ministro della giustizia Levin, che ha sollevato il dissenso popolare. Ora si aggiungono le frasi di Smotrich, pronunciate in una conversazione privata poi pubblicata, contro il mondo LGBT.

Le azioni intraprese dal governo Netanyahu

Dopo l’inizio del mandato del premier Netanyahu si è andati incontro alla realizzazione nel concreto delle paure, sia israeliane e dell’opposizione di sinistra che internazionali. Le prime mosse sono state fatte proprio in merito alla questione palestinese che rimane una delle più calde di Israele. Il ministro della difesa Ben Gvir ha deciso di fare una passeggiata alla Spianata delle moschee, luogo di culto musulmano per eccellenza. Tutto ciò dopo aver sferrato un attacco aereo i primi giorni del 2023 verso obbiettivo ostili.

Ovviamente ora gli attacchi saranno piu numerosi e intensi dato che Ben Gvir ha specificato, chiaramente, che porterà avanti la sua battaglia senza farsi intimidire dalle milizie musulmane. Oltretutto dopo questa polemica internazionale il ministro della sicurezza ha chiesto alla polizia di intervenire per eliminare tutte le bandiere della Palestina dai luoghi pubblici, ma questo non è stato preso seriamente dal forze dell’ordine che hanno ignorato l’ordine. Il fatto che Ben Gvir punti tutto sul differenza partendo da quelle religiose e arrivando a quelle territoriali denota la volontà di essere superiori agli altri popoli.

Oltre alla preoccupazione riguardo a un’escalation militare rivolta alle milizie musulmani e alla conquista dei territori palestinesi, emerge anche una grande tensione in merito alla riforma giudiziaria proposta dal ministro della giustizia levin. Detta riforma a come scopo quello di consegnare l’Alta Corte  israeliana nelle mani della fascia politica è questo segnerebbe uno dei cambiamenti più pericolosi mai avuti a livello legislativo in Israele. La Corte Suprema è l’unico organismo che ieri, come oggi, è al di sopra delle istituzioni e vigila e sanziona in maniera in parziale andando a colpire anche la fascia più potente e governativa, se necessario. La riforma di levin prevede anche che venga introdotta una nuova modalità per la selezione dei giudici che virgola di fatto, porterebbe a una gestione completamente politica del ramo giudiziario israeliano.

Proprio per questo si sono sollevate polemiche da parte degli alti funzionari israeliani come magistrati e importanti avvocati, che si sono scagliati contro il governo Netanyahu e contro la nuova riforma che rischia di riportare Israele ad un periodo buio, dove tutto è regolato dallo stato, un regime autoritario dove anche la giustizia non tutela più l’individuo ma le classi potenti.

100.000 persone sono scese nelle strade di Israele e, soprattutto nella capitale Tel Aviv, per manifestare contro un governo che ha già creato numerosi problemi in un mese, neppure, di mandato.

Le autorità internazionali hanno gli occhi puntati sull’evolversi di questa situazione che sta creando tensione e nervosismo in Medio Oriente. Dato che sembra soltanto essere l’inizio di una presa di posizione delle autorità governative israeliane che intendono portare avanti nonostante tutti i propri obiettivi.

Emerge dall’emittente Kan che è stata resa pubblica una registrazione, che ha come protagonisti il ministro delle finanze israeliano Smotrich, che fa parte dell’ultra destra come Levin e Ben Gvir. Si parla quindi di un forte sostenitore della supremazia israeliana e oltre ad essere ultra nazionalista, si oppone fortemente alle diversità sia religiose che le diversità di genere ed è noto per la sua posizione contro i diritti lgbt. Si tratta di fatti dell’uomo che ha ideato la Beast Parade ovvero la manifestazione contrapposta al Gay Pride che sollevo, qualche anno fa, molte polemiche e per questo il ministro delle finanze si scuso con Israele e con le autorità internazionali.

Le parole dette in questa conversazione condivisa sono dure e hanno sollevato l’ennesimo polverone attorno ai ministri di Netanyahu.

Le parole omofobe del ministro Smotrich, la condanna delle Nazioni Unite e la riforma carceraria

È  emersa una registrazione di Smotrich, che è stata, poi, pubblicata dall’emittente pubblica Kan che va a gettare altra benzina sul fuoco in un contesto già ben caldo. Nella registrazione si può sentire l’attuale ministro delle finanze Bezalel Smotrich condividere i suoi pensieri la sua opinione in merito al mondo gay e soprattutto ai diritti lgbt . Una delle frasi durissime che ha destato l’attenzione internazionale ma soprattutto lo sdegno globale e stata: “Non lapiderò i gay e tu non mi nutrirai di gamberetti”. Ma in realtà è soltanto una parte del pensiero di Smotrich che, come tutti sapevano, rimane in una posizione ultra radicale in merito all’argomento.

Oltretutto emerge anche dalle parole della conversazione privata, con un uomo d’affari, la convinzione del politico sul fatto che anche se  avesse deciso di attuare riforme e lavorare attivamente contro la comunità LGBT avrebbe comunque mantenuto il sostegno di tutti i suoi elettori. Questo denota chiaramente quanto si sente sicuro di sé è forte a livello di sostegno popolare.

L’emittente israeliana Kan ha deciso di rendere pubblica questa telefonata e questo gesto è qualcosa di coraggioso che riesce a portare alla luce la vera natura del ministro.  Sì sente Smotrich dire: “Un sefardita o un ebreo tradizionale, pensi che a lui (l’uomo d’affari) importi dei gay? Non potrebbe importargli di meno. Dice ‘pensi che mi interessi che tu (Smotrich) sia contro di loro?”.

Nella registrazione si sente Il politico inoltre affermare:Sono un omofobo fascista, ma sono un uomo di parola“, aggiungendo la frase saltata alla ribalta sui media internazionali: “Non lapiderò i gay e tu non mi darai da mangiare gamberetti’

Smotrich, verso la fine della conversazione, spiega anche il perché secondo lui riceve pieno sostegno da all’ultradestra e come mai riesce a spiccare sugli altri politici. Ha riferito durante la telefonata con l’uomo  d’affari che: “l’unico che non ha collaborato con la Lista Araba Unita e sta salvaguardando la Terra di Israele per i (loro) nipoti”.

Parole forti che rendono ancora più chiara l’idea, nonostante fosse già ben concreto e chiaro, di quanto sia dura e proibitiva la posizione di smooth verso la comunità gay. Tutte le paure che avevano avanzato le associazioni per i diritti di genere si sono rivelate concrete e veritiere. Nonostante fosse ben chiaro il pensiero del governo Netanyahu, anche se il premier cerca di restare esterno a queste questioni, ma è impossibile, sentire le parole pronunciate con decisione e in un momento di vita privata, dove nessuno deve dimostrare niente a nessuno, ma si esprime soltanto un pensiero con una persona che si conosce, rivela la natura razziale e discriminatoria del nuovo ministro delle finanze israeliano.

Ora si attende, o perlomeno le autorità internazionali attendono che Netanyahu prenda la parola e spieghi cosa sta succedendo all’interno delle alte cariche governative e soprattutto la sua posizione. Detto ciò si aspetta anche la risposta di Smotrich in merito a questo polverone mediatico, che ha travolto Israele, che si trova, obbiettivamente, in un momento delicato ed è uno degli osservati speciali della comunità internazionale.

Lapid, ex capo del governo prima di Netanyahu, insieme all’opposizione di sinistra stanno cercando di inserirsi all’interno di una politica che ritengono sbagliata, inopportuna e che ha soltanto lo scopo di portare verso il buio Israele. Oltre ad opporsi fermamente alla riforma giudiziaria, che di fatto consegnerebbe la possibilità di non essere più giudicato in modo imparziale ai politici che si oppongono fermamente alla repressione dei diritti nella comunità gay e non intendono retrocedere riguardo alle conquiste fatte proprio in merito al mondo lgbt. La tolleranza che si era riusciti ad avere, seppur minima, è qualcosa di importante e che non può fare retromarcia perché rischia, per come stanno andando le cose in questo momento, di non riuscire più a rimettere la prima e a tornare in strada. Ciò vorrebbe dire non avere più diritti se non sei israeliano, edi religione consona e di orientamento sessuale tradizionale.

Martedì più di 90 Stati membri delle Nazioni Unite hanno respinto le misure punitive israeliane imposte contro l’Autorità palestinese, emanate all’inizio di questo mese in risposta a una risoluzione che richiedeva un parere consultivo della Corte internazionale di giustizia sull’occupazione israeliana.

Questo a seguito di una richiesta dello stesso governo di Netanyahu che ha spiegato in molteplici attacchi contro i palestinesi come missioni antiterrorismo atte a riportare sul territorio la serenità. Ciò però non è  Fatto recepito nella maniera in cui credeva il premier ela dimostrazione che il conflitto puramente bellico costante e sfiancante porta ad incidenti che non possono essere tollerati Dalle Nazioni unite e dall’occidente.

Un ragazzino di 14 anni ha perso la vita negli scontri avvenuti ieri in Cisgiordania tra milizie palestinesi e israeliane. Dall’inizio dell’anno si sono contati quasi 30 morti, accertati, e sembra essere soltanto il principio di una missione punitiva che ha in programma Israele.

Nonostante questo fosse un problema già presente e per il quale le autorità internazionali hanno sempre osservato in maniera particolare Israele, ora si nota una ripresa repentina e veloce di un conflitto che è destinato, come già avviene, a mietere vittime innocenti.

Il progetto del ministro di sicurezza nazionale Ben Gvir di imporre ulteriori restrizioni ai detenuti e prigionieri di sicurezza palestinesi potrebbe fare scaturire  una “insurrezione generale” nei penitenziari israeliani” ha comunicato lunedì Qadri Abu Bakr, presidente della Commissione per gli affari dei detenuti e degli ex detenuti.

Abu Bakr, membro del consiglio rivoluzionario della fascia del governo di Fatah , ha dichiarato al quotidiano palestinese Al-Quds che dozzine di prigionieri sono già tenuti in isolamento in varie carceri. Si parla anche di 11 detenuti imprigionati dopo l’evasione del settembre 2021 e di altri sei provenienti dalla prigione di Gilboa.

L’uomo ha poi precisato: “l’isolamento e la decisione di ridistribuire i prigionieri tra diverse carceri mirano a causare angoscia tra i detenuti.”

Secondo Abu Bakr, i prigionieri che rifiutano di essere trasferiti in altre strutture devono affrontare misure punitive, tra cui l’isolamento. Ha poi specificato che la situazione potrebbe degenerare. Ha riferito: “La fase imminente potrebbe assistere a una pericolosa escalation all’interno delle carceri se i prigionieri vengono presi di mira con misure più punitive“, ha ammonito. “I prigionieri sono determinati ad affrontare le misure. Potrebbero ricorrere a un’insurrezione globale, il che significa che alcuni potrebbero essere martirizzati o feriti”.

Attacco israeliano in Palestina
Attacco israeliano in Palestina – Nanopress.it

Già la campagna elettorale di Ben-Gvir ha preannunciato la posizione del partito e dell’attuale ministro della sicurezza. Affermò infatti che avrebbe spinto l’acceleratore affinché la Knesset puntasse all’introduzione della pena di morte per i terroristi. Ha anche detto che avrebbe assicurato che le prigioni israeliane non avessero più sembianze di “campi estivi”.

Secondo i dati palestinesi, ci sono 4.700 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, comprese 29 donne detenute e 150 minorenni.

 

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