Intervista a un padre separato: Stefano Scialpi racconta la sua storia

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Il primo giugno, dal 2012, si celebra la Giornata Mondiale dei Genitori, un appuntamento sancito dall’ONU come riconoscimento all’importante attività svolta da mamme e papà di tutto il mondo nell’accudire ed educare i propri figli. E’ giusto onorare l’impegno e il lavoro di ciascun genitore, festeggiando e ringraziando tutti coloro che, amando e proteggendo le creature che stanno crescendo, contribuiscono alla creazione degli uomini e delle donne che daranno vita alle società del futuro. Essere genitori è senz’altro uno dei compiti più belli e complessi per un essere umano, quasi una sfida, che però si può rivelare anche molto difficile, perché la vita spesso diventa complicata e piena di ostacoli. Eppure un genitore per il proprio figlio è capace di racchiudere in se’, moltiplicare e donare tanto amore da riuscire a superare ogni difficoltà, anche l’ostacolo – a prima vista – più insormontabile. Come è successo a un giovane papà che non vede la sua piccola da due mesi e che ci ha raccontato la sua toccante storia, che vogliamo condividere con i nostri lettori.

L’importanza delle figure genitoriali va riconosciuta qualunque sia la configurazione familiare. Nella nostra società, infatti ci sono tipi di famiglie più diverse: famiglie nucleari, coniugali, ricostituite, monoparentali, omoparentali, adottive, affidatarie, interculturali… Eppure possiamo affermare che l’amore puro e autentico di un genitore verso la sua creatura non teme alcuna sfida, anche se difficile. Ne è un chiaro esempio quello che stiamo per raccontare.

Stefano Scialpi

Stefano Scialpi è un papà che per varie vicissitudini non riesce a vedere sua figlia da due mesi. Spesso le relazioni d’amore non durano, ma se ci sono dei bambini di mezzo, bisognerebbe sempre tendere al loro benessere. E’ quello che questo papà si sta impegnando a fare per la sua piccola.

Ci tengo a raccontare l’amore per mia figlia, ciò che provo per lei. Io sono stato da lei a Torino, ho scritto su un marciapiede ‘Io ci sono sempre’, e ho portato a lei i miei sentimenti d’amore. Questo è, per me, quello che devono fare tutti i genitori. Le separazioni sono cose da adulti”, occorre cioè, dice Stefano, ”selezionare i sentimenti che servono a noi e ai nostri figli per stare bene”, anche in caso di separazione. I conflitti degli adulti, quindi, non dovrebbero coinvolgere i minori, i quali dovrebbero ricevere solo amore.

Stefano Scialpi per sua figlia

A Stefano abbiamo poi chiesto di dare un consiglio a chi vive una situazione simile alla sua: ”Da genitore separato consiglio di cercare dentro di sé la ferita che emerge, curarla, in modo da affrontare la situazione con lucidità e senza rabbia o tensione. L’augurio è di cercare la tranquillità a prescindere. Il conflitto, se c’è, riguarda gli adulti, allora se troviamo la tranquillità dentro di noi, poi questa può arrivare in qualsiasi relazione, con il figlio, con l’altro genitore e con le altre persone. Una forma di egoismo che si rivela un’alta forma d’amore”.

Qual è dunque l’errore più comune di un genitore separato? Stefano ci ha risposto proprio il fatto di sentirsi separato. ”La parola separato non va bene, e infatti io mi sento un genitore unito”. ”Non c’è limite all’amore, cioè, nonostante possano essere posti di fronte a me ostacoli di ogni tipo, posso guardarli e dire ‘caspita’, o anche dire no, io posso scoprire qualcos’altro, un modo per dimostrare a me stesso per primo che nessuno può impedirmi di amare. E questo mi ha fatto scoprire tanta fantasia e dei modi nuovi per arrivare a mia figlia e a me stesso. Grazie a lei ho scoperto tante parti di me che non sapevo esistessero”.

Stefano Scialpi intervista

Il fattore davvero importante per il benessere dei figli è quindi la qualità dell’ambiente familiare che i genitori forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano separati, conviventi, risposati, single. Essere genitore significa essere in grado di garantire protezione, insegnare il limite, sviluppare la capacità di interazione nel contesto sociale e di gestione dei conflitti, come pure favorire esperienze di autonomia in un contesto sicuro.

In conclusione auguriamo a Stefano e a tutti i genitori di riuscire a comunicare ai loro figli tutto l’amore di cui sono capaci.

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