INPS, queste categorie non andranno in pensione: purtroppo non bastano i contributi

INPS, queste categorie non andranno in pensione: nonostante si siano versati i contributi questi non basteranno. Ecco perché.

Pensionati in fila
Pensionati in fila – Nanopress.it

Questa è una notizia che lascia l’amaro in bocca a queste categorie di lavoratori che non solo non riusciranno ad andare in pensione, ma non potranno neanche avere la possibilità di percepire delle indennità assistenziali da parte dell’INPS, anche se si è raggiunta l’età di 71 anni. Cerchiamo di capirne di più leggendo le prossime righe.

INPS, queste categorie non andranno in pensione

Il sistema previdenziale del territorio italiano è caratterizzato da diverse norme e da misure, utili alla pensione dei cittadini.

Il sistema viene gestito dall’ente dell’INPS tramite la raccolta dei contributi versati dai lavoratori e attraverso il pagamento della pensione, una volta terminata la carriera del medesimo lavoratore.

INPS queste categorie non andranno in pensione
INPS queste categorie non andranno in pensione-Nanopress.it

La gestione da parte dell’INPS include pure un lato di tipo assistenziale del sistema, in quanto determinate misure si liquidano ai diretti interessati senza considerare la contribuzione previdenziale che si è provveduto a versare.

Un modo di elaborare come questo espone alcune categorie di contribuenti ad un rischio, ovvero al pericolo di non poter mai arrivare a percepire una pensione.

INPS, queste categorie non andranno in pensione: cosa c’è da sapere su prestazioni come l’assegno sociale

Una notizia che può sembrare molto strana, ma veramente c’è la possibilità che molte persone non riescano ad avere la pensione.

Pensione
Pensione-Nanopress.it

In determinate circostanze, poi, non la vedranno neanche in caso di avvenuto versamento di contributi erogati in diversi anni.

Un esempio può essere quello di una donna di 71 anni che non ha raggiunto 20 anni di contributi di tipo previdenziale, utili per la sua pensione di vecchiaia.

Purtroppo chi si trova nella stessa situazione di questa donna, non potrà accedere alla pensione.

Da ciò si può anche capire quanta confusione ci sia spesso tra ciò che pensano le persone, in materia previdenziale.

L’età corrispondente ai 71 anni è correlata alla riforma pensionistica di Elsa Fornero, coinvolgendo in questo caso prettamente i contributivi puri.

Da tutto questo si capisce che la pensione di vecchiaia si va a concentrare su questa specifica età, con un minimo di 5 anni di contributi versati e per coloro che hanno cominciato a versarli dopo la data del 31 dicembre 1995.

Questo è fattibile in quanto un lavoratore per avere la pensione a 67 anni con una ventina di contributi versati, se non dispone di una forma contributiva antecedente il 1996, deve effettuare il completamento di un determinato requisito in aggiunta.

In tal caso si fa riferimento all’importo pensionistico che deve essere pari oppure superiore a 1,5 volte la cifra corrispondente all’assegno sociale.

Quest’ultimo deve avere la validità nell’anno di presentazione della domanda di pensione.

Un contributivo puro non potrà ottenere la pensione al raggiungimento dei 67 anni di età, ma potrà andare in pensione soltanto una volta raggiunti i 71 anni.

A quest’età, infatti, viene a mancare il requisito equivalente ai venti anni di contributi versati, come viene pure meno il fattore della pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale.

Chi non potrà percepire la forma pensionistica

In riferimento ai trattamenti di tipo assistenziale e alle pensioni previdenziali, la situazione cambia da un contribuente all’altro.

Nonostante risulti molto strano, ci sono determinati lavoratori che non potranno mai andare in pensione, anche in caso di versamento dei contributi.

Versamento dei contributi
Versamento dei contributi-Nanopress.it

L’unico modo per poter disporre di una forma di rendita mensile da parte dell’INPS, corrisponderebbe a quella di passare dall’assegno sociale.

In ogni caso pure questa possibilità non è per niente semplice. Ciò se si considera che l’assegno sociale, che equivale a una misura priva di collegamenti coi contributi versati, è collegato con i redditi dei lavoratori e non sempre si può percepire.

I requisiti utili per poter accedere a tale beneficio: quali sono

Da tutto quello che si è appena spiegato, si può capire quanto risulti difficile pure il fatto di ottenere l’assegno sociale.

Un aspetto che potrebbe comportare un insuccesso in tal senso prevede la presenza di un coniuge che dispone di un reddito eccessivamente elevato, rispetto ai limiti predisposti in questo senso.

La signora mostrata nell’esempio descritto precedentemente potrebbe quindi non rientrare, perché altrimenti avrebbe dovuto percepire tale assegno già all’età di 67 anni. Proprio come stabilisce la normativa attinente la vecchia pensione sociale.

L’assegno di tipo sociale rappresenta la primaria misura di genere assistenziale, erogata dall’INPS a coloro che meritano la tutela. Questo per coloro che non hanno maturato gli elementi contributivi per avere una pensione in forma diretta, oltre per chi non ha dei redditi sufficienti.

Un esempio pratico è quello di controllare se tra due coniugi, il reddito di entrambi non vada a superare la cifra di 12.170,86 euro.

Per l’erogazione dell’assegno sociale si prevede che il lavoratore in questione non debba andare oltre la soglia di 6.085,43 euro di reddito personale. Per quanto concerne i coniugati, tale soglia sale a 12.170,86 euro.

Ecco, ora avete un quadro completo su questa particolare argomentazione che prevede degli aspetti non sempre facilmente comprensibili, forse perché non tutti abbiamo la possibilità di conoscerli davvero.

Impostazioni privacy