Indagine sulle carni nel Regno Unito: la metà dei campioni contiene animali non indicati in etichetta

Indagine sulle carni nel Regno Unito la metà dei campioni contiene animali non indicati in etichetta

[didascalia fornitore=”altro”]Foto: Pixabay[/didascalia]

Le carni finiscono nuovamente sotto la lente di ingrandimento: su 665 campioni analizzati, provenienti dall’Inghilterra, dal Galles e dall’Irlanda del Nord raccolti dalla Food Standards Agency, 145 sono risultati parzialmente o interamente composti di carni non specificate sulle etichette. Secondo la FSA (Food Standard Agency) i livelli di ‘contaminazione’ delle carni esaminate sono coerenti con ‘l’inclusione intenzionale’, tuttavia l’agenzia ha anche sottolineato che le aziende coinvolte nell’indagine erano quelle già finite nel mirino per presunti problemi di conformità. La BBC ha spiegato nel dettaglio cosa è emerso dai test.

I risultati dell’indagine

I campioni presi in esame provenivano da 487 aziende, inclusi ristoranti e supermercati: in totale 73 dei campioni contaminati arrivavano da rivenditori, compresi tre supermercati; altri 50 da ristoranti, mentre 22 da stabilimenti di produzione o di trasformazione alimentare. Alcuni campioni contenevano Dna di ben quattro diversi animali, altri addirittura non contenevano alcuna traccia della carne indicata sull’etichetta del prodotto. In particolare, è emerso che le carni etichettate come agnello vanno incontro a una maggior rischio di contenere tracce di Dna di altri animali. Seguono la carne di manzo e capra. Il Dna della mucca invece è risultato il più comune contaminante seguito da maiale, pollo, pecora e tacchino. Infine la carne macinata è il prodotto più esposto a un’etichettatura errata.

Mancanza di trasparenza

Gli esperti, dinanzi ai risultati dell’indagine condotta nel Regno Unito, hanno affermato che la sostituzione di una carne più costosa con una più economica (mistificando di fatto la realtà del contenuto sull’etichetta del prodotto in vendita) è in realtà un problema presente in tutto il mondo e purtroppo esiste da tempo immemore. Tuttavia, è doveroso sottolineare che lo scenario rappresentato da questo studio è parziale e non può essere rappresentativo della più ampia industria alimentare.

[npleggi id=”https://www.nanopress.it/ambiente/2017/02/01/pesticidi-negli-alimenti-contaminati-un-terzo-dei-prodotti-secondo-legambiente/161497/” testo=”Pesticidi negli alimenti: contaminati un terzo dei prodotti secondo Legambiente”]

I nuovi dati sulla qualità delle carni presenti sul mercato arriva a distanza di cinque anni dallo scandalo delle carni equine che aveva travolto il Regno Unito: all’epoca era emerso che le carni bovine vendute a un certo numero di catene di supermercati della Gran Bretagna contenevano in realtà significative quantità di Dna di cavallo.

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