In ALTERE. IMPAVIDE. SCOMODE. Le Donne che hanno detto NO

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Anna Laura Millacci, visual artist e art designer che in questi giorni propone a Roma una mostra sulle donne che hanno avuto il coraggio di dire “NO”.

Le Donne che hanno detto NO è stata un’emozionante esperienza artistica da cui è nata la mia ultima collezione di quadri. E da cui è scaturito un forte legame con 18 insospettabili compagne di viaggio che ho trasformato in ritratti. Si tratta di 18 personaggi femminili rimasti nella memoria storica e nell’immaginario collettivo, ognuna delle quali ha lasciato un profondo segno anche dentro di me. Segno che ho voluto imprimere con amore su delle tele pregne di passione. Tele intrise di passato e presente che si fondono insieme in una storia ricorrente nel tempo, accomunate da un elemento comune: il Coraggio.

Coraggio contro i poteri maschilisti, sacerdotali, contro le discriminazioni di genere, contro l’invadenza banalizzante dei media, contro gli antichi processi di stregoneria. Contro tutti coloro che “per non aver potuto sopportare un NO”, piuttosto hanno preferito etichettare come “pazze” e “spregiudicate” le donne che hanno osato pronunciare o vivere quel NO. Contro i ricatti, le corruzioni, il boicottismo di massa, lo svilimento delle pulsioni più vere e poliedriche dell’esser donne.

In questo viaggio artistico assieme a queste “speciali compagne” mi sono appassionata alle loro vite, inizialmente quasi per caso. Ma subito dopo ho amato anche i loro amori, le loro battaglie sociali, i loro capricci, le loro vittorie, le loro sofferenze e tutto quello che faceva parte delle molteplici sfaccettature delle loro complesse vite. Per poi reinterpretarne personalmente i lori ritratti, che ho trasposto passionalmente su tele che trasudano audacia, coraggio, orgoglio e dignità e talvolta sofferenza e sfrontatezza. Donne volutamente sostenute in questa rassegna artistica attraverso un unico denominatore comune: “Il Coraggio”.

Si tratta di 18 figure storiche, una carrellata di personaggi femminili che hanno fatto la storia dei cambiamenti della società. Alcune crudelmente uccise a causa “di chi non aveva accettato i loro NO”. Si va da Olympe de Gouges a Indira Ghandi, Maria Giovanna d’Arco, Ipazia d’Alessandria, Lady Diana Spencer, Benazir Bhutto, Rosa Luxemburg, Elena di Troia, Cleopatra, Maria Antonietta, Tina Modotti.
Alle altre che hanno preso a cuore le cause dei deboli, degli oppressi, o semplicemente difeso il proprio diritto a esistere, a contare, a poter pensare e a non subire. Ed ecco quindi Artemisia Gentileschi, Frida Khalo, Lucrezia Borgia, Eva peròn, Maria Teresa d’Asburgo, Caterina dè Medici e Tamara de Lempicka.

Donne in cui passato e presente si fondono insieme in un alchimia che ha finalmente saputo ricongiungere le inquietudini della mia anima “di donna”. Personalmente questa mia nuova collezione mi ha reso ancor più consapevole della mia identità femminile, del mio presente e del mio passato. E quindi posso e voglio credere che l’arte possa essere considerata “catartica”. Che spesso il lavoro dell’artista non sia solo un “lavoro” commerciale, ma anche un vero e proprio percorso catartico interiore. In cui si rielabora presente e passato e tutto improvvisamente ci appare più chiaro, pregno e vivido di significato. In cui si possono anche trovare le risposte ai vari perché della vita.

Questa che sto presentando in questi giorni e’ una rassegna artistica dai contorni pop-fotografici e materici. Colori caldi e materiali preziosi, superfici carezzevoli – personaggi audaci e sanguigni, legati spesso a tragedie collettive, sventure personali a gesti eroici. Oppure semplicemente alla rivendicazione del diritto di esistere come Donne con la D maiuscola.

Un universo interiore ed esteriore in cui le grandi battaglie storiche si mescolano alle moderne avanguardie contemporanee per significarci che, in fondo, siamo sempre stati un unica cosa: “esseri umani”. Con le nostre debolezze, fragilità, le nostre lacrime, gioie, sofferenze, sangue, speranze e illusioni. Con la nostra infinita voglia di rivendicare la vitale necessità di essere persone libere e non merce di scambio. Donne, semplicemente belle. Dentro e fuori.

Fermati e amale. E’ lo slogan che ho usato per questa esposizione. Spesso attraverso la trasposizione immaginifica della realtà su tela, l’arte visiva forse può raccontarci più di mille parole scritte. Scritte nei tempi dei tempi…chissa’ da chi, per quali motivi e per quali interessi contingenti. Orgoglio ed onore che non lasciano equivoci agli inganni della contraffazione del potere maschilista. Basta guardarle negli occhi, queste donne per amarle, per non lasciar spazio ad equivoci o contaminazioni storiche. Mai nulla va dimenticato. Bisognerebbe rielaborare piu’ spesso con sguardo critico ed emotivo le figure del passato e quanto spesso queste stesse figure siano state in modo sconsiderato manipolate dall’informazione. L’arte e’ lo strumento principe che abbiamo per non dimenticare.

Ho trovato nei miei ritratti occhi magnetici che ti fissano, pregni di luce, speranza, determinazione. Incoraggianti sguardi che ti seguono. Quasi a ricordarti “quello che è stato” e “quello che sarà” se non avrai “anche tu” abbastanza Coraggio. Il coraggio va visto come incomparabile arma per affrontare le battaglie sociali e di genere più rilevanti ma il cui prezzo da pagare è stato sempre ed è ancor oggi fuor di misura e dispendioso, soprattutto per le donne comuni.

Anche perché questo coraggio, come la storia mostra, spesso è stato figlio di una classe sociale ed economica dominante, che in alcuni casi, inizialmente, ha permesso loro di dire NO al sistema che le vedeva relegate a ruoli marginali. Rendendole delle vere e proprie rivoluzionarie per i tempi in cui vivevano. Donne, dunque, che indubbiamente sono state avvantaggiate da uno status sociale che le ha permesso di poter combattere le loro battaglie, ma comunque malviste dai contemporanei, che spesso hanno omesso o nascosto le loro doti, diffamate, infangate dal maschilismo degli storiografi e spesso successivamente perseguitate.

Donne che rivendicano e rivendicavano l’indipendenza ed il rispetto fisico, psicologico ed intellettuale, oggi come ieri . Donne idealiste, fiamma mai spenta. Donne simbolo di antiche battaglie che potevano forse sembrare vinte, ma si sono poi rivelate solo dei fantastici ingannevoli abiti confezionati su misura dai migliori stilisti. Per creare una rassicurante, moderna, illusione sociale. Una sorta di calmiere sociale “griffato”. Bisognerebbe riflettere, insomma, su come il sistema economico domina e predomina ogni nostro diritto civile e morale più di qualunque altro conflitto ideologico o legge approvata. Il coraggio probabilmente si paga. E lo si paga a caro prezzo.

E quindi forse dovremmo avere il “coraggio” di insegnare anche questo concetto, seppur scomodo, ai nostri figli. Figli, in fondo, nostro malgrado di un consumismo che conosce solo il marcio dell’apparire e non più l’immutabile bellezza del trasformare.

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