Il mercato degli smartphone è 10 volte meno in crescita del 2010

Mercato smartphone

A leggere la notizia così com’è si può rimanere di sasso: le vendite globali di smartphone del 2016 sono dieci volte meno in crescita rispetto al 2010 (dati Gartner). Ma come, proprio ora che tutti sono con in mano un cellulare intelligente e i grandi produttori fanno fortune? È proprio qui l’inghippo: si è arrivati a una stabilità dovuta al fatto che nel 2010 giravano ancora molti telefonini non con sistema operativo, che non potevano (se non limitatamente) connettersi in rete né caricare applicazioni, dunque non è altro che un riflesso fisiologico. Il trend continuerà verosimilmente anche dopo quest’anno, quando nel 2016 siamo a un +7% rispetto al +14.4% del 2015 e il +73% di sei anni fa, scendendo per la prima volta sotto la doppia cifra, per un totale di 1.5 miliardi di unità vendute. Si risalirà nel 2020 secondo le previsioni, per un 1.9 miliardi annui. Il traino sarà fornito dai paesi emergenti, come Cina ma soprattutto come l’India, dove però si comprano ancora tantissimi modelli di basso costo non smartphone nel vero senso della parola.

Intanto, sono sempre più in basso i numeri relativi alle utenze di telefonia fissa con 2 milioni di utenti in meno in quattro anni secondo i dati rivelati dall’ultimo, lunghissimo, rapporto dell’Agcom diffuso nell’ottobre scorso. Telecom Italia è l’operatore che ha più sofferto di questo trend che conosce perfettamente l’identità del killer che sta facendo fuori il telefono di casa: gli smartphone. D’altra parte perché continuare a pagare il canone se ormai si hanno tariffe sempre più convenienti per telefonare da cellulare a cellulare se non addirittura senza spendere un centesimo grazie alle applicazioni per Android, iPhone, Windows Phone e compagnia bella? Senza il grande bacino d’utenza degli anziani, il tracollo sarebbe ancora maggiore.

Ma quanti cellulari circolano in Italia? Sono molti di più di quanto si potrebbe immaginare, ma allo stesso molto meno di altri paesi che ci sovrastano nella recente classifica che è stata stilata dallo studio di Expert Market, decisamente molto interessante. In Italia sono presenti 1.58 cellulari per ogni abitante ed è emblematico perché vengono presi anche i neonati, i bambini piccoli, gli anziani e in generale tutte quelle persone che non potrebbero mai possedere e utilizzare abitualmente un telefonino. Ne consegue che la media reale per utente che può effettivamente utilizzare un dispositivo mobile, è più vicina al 2. Tuttavia siamo ben lontani dal re del ranking, Macao, che guarda tutti dall’alto con una media di 2.74 cellulari procapite grazie al grande numero di cinesi che registrano il proprio modello lì. Non è una novità che l’Italia sia un paese dove i cellulari hanno attecchito molto velocemente andando subito a diventare un fenomeno di costume sin dalla preistoria della tecnologia mobile. C’è una buona percentuale di consumatori che possiede più di un’utenza cellulare – ossia, in termini pratici, di una sim card, di un numero – ma sono davvero tantissimi quelli che possiedono anche più di un dispositivo hardware. Vero che i dual sim consentono di poter gestire un doppio numero su un unico telefonino, ma non hanno mai davvero fatto il botto, perché si preferisce ancora avere due cellulari. E questa classifica lo esplicita dato che siamo a 1.58 per abitante, ossia oltre 90 milioni di smartphone/cellulari sul nostro territorio. E gli altri paesi?

TOP 10 INVENZIONI TECNOLOGICHE ITALIANE

In testa alla classifica troviamo i paesi delle nuove economie ossia il Medio Oriente e le ex-colonie europee in Cina, che possono godere di un altissimo PIL e un progresso tecnologico notevole. Primo posto per l’ex città-stato portoghese di Macao a 2.74 (che però sfrutta i cinesi lì registrati) seguita dagli Emirati Arabi Uniti a 2.45 e da Hong Kong a 2.31. Il Kuwait è l’ultimo paese – al quarto posto – ad avere più di due cellulari ciascuno, con 2.01. Appena sotto si attestano le caribiche Antigua e Barbuda con 1.97 e l’Arabia Saudita con 1.94. A dimostrazione che anche il Centro-America va forte, spazio anche a Panama a 1.88 e – poco più sotto – le isole Cayman a 1.75. La prima europea è la Russia con 1.84 all’ottavo posto seguita a breve distanza dalla Finlandia a 1.77. La prima africana è il Gabon con 1.75, mentre in Sud America c’è il Suriname con 1.7.

GLI ITALIANI SPENDONO IN HITECH IL DOPPIO DI FRANCESI E TEDESCHI

L’Italia è dunque alta come media, ma non alta in classifica, è significativo che gli Stati Uniti siano solo 115esimi con 0.97 così come altri paesi ipertecnologici come Corea del Sud e Giappone che dichiarano entrambi 1.09. Piuttosto interessante anche la classifica sulle linee telefoniche tradizionali che vedono al primo posto Montecarlo con 1.46 procapite, stranamente unico paese sopra il rapporto 1:1. In generale dominano gli stati piccolissimi, a testimonianza che i residenti contano su nuclei famigliari molto ristretti oppure su più proprietà. In classifica troviamo Bermuda a 0.99, Gibilterra a 0.79, Jersey a 0.76, Isole Vergini a 0.73 e Isole di Cook a 0.71. L’Italia è in fondo a 0.35.

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