Il candidato: a Ballarò la serie tv di Filippo Timi per una Rai Tre in cerca di pubblico giovane

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Ballarò su Rai Tre si chiude con Filippo Timi protagonista de Il Candidato, la web-serie tv ispirata al programma francese “Henaut president!” che vede protagonista l’attore perugino nei panni di Pietro Zucca, un perfetto imbranato che dopo aver vinto le primarie del suo partito sfida la coalizione avversa e punta a diventare premiere. “Non prendiamo di mira nessun partito, però è uno spaccato del sistema“, ha detto Timi nel presentare la serie… e come potrebbe non essere uno spaccato del sistema, con un candidato che dice “No al nucleare, no al solare, no all’eolico, sì alla schiavitù” … e sbaraglia tutti gli altri candidati alle primarie arrivando a concorrere per l’ambita poltrona di premier – e sicuramente, un seggio in Parlamento?

Sceneggiata da Carlo Bassetti, Fabrizio Luisi, Simone Laudiero e Pier Mauro Tamburini, diretta da Ludovico Bessegato, Il candidato – Zucca presidente vede protagonisti anche Lunetta Savino, Antonio Catania, Christian Ginepro, Marina Rocco, Flavio Furno, Fabrizio Luisi, esperti di comunicazione in grado di trasformare i boomerang del candidato in vittorie mediatiche. Special guest star, Massimo Ghini (candidato premier per la coalizione progressista, antagonista di Zucca), Lucia Mascino (la moglie del protagonista), Maccio Capatonda (Feffo, il comico reclutato per imitare Zucca) e la cantante Ivana Spagna che interpreta se stessa, autrice dell’inno Zucca presidente.

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Definita l’House of Cards all’italiana – peccato che Zucca non potrebbe essere più distante da Frank Underwood, a meno che l’idiozia del protagonista non sia tutta studiata a tavolino; forse ma forse, qualche analogia potrebbe ritrovarsi con Veep, la sitcom HBO con protagonista Julia Louis-Dreyfus nei panni di una disastrosa vicepresidente – Il Candidato è chiamata a chiudere Ballarò e a dare una ‘svecchiata’ ad un programma che, alla seconda puntata con la nuova conduzione di Massimo Giannini, si mostra ancora un po’ scolastico e ingessato – come era parso poco a suo agio con Roberto Benigni.

Il gruppo comunicazione organizza delle primarie “truccate, tanto sono sempre truccate“, peccato che il vero idiota si riveli essere in realtà il vincitore, grazie a discorsi su disoccupazione, ponte sullo Stretto e… il raddoppio delle tasse. Da non dimenticare la cultura e l’abolizione del calcio, il taglio dei costi della politica (e si propone la monarchia assoluta) “No al nucleare, no al solare, no all’eolico, sì alla schiavitù“, “usciamo dall’Europa, entriamo in Africa“, “Spostiamo il Vaticano in Molise e viceversa“, “tassa sulla prima casa e sulla prima moglie, sulla prima volta e la primavera“. Zucca vince con 4.000 voti e passa di vantaggio, perché “far vincere Zucca era l’occasione migliore per affondarvi“, come spiega ad uno dei capi bastone del partito uno dei consulenti. Il team comunicazione è costretto ad accettare di gestire la campagna elettorale di Zucca, che però non ha capito cosa ha vinto di preciso. Sipario su Il candidato, un intramuscolo al termine del quale Giannini rimanda a martedì prossimo.

Detto che è difficile giudicare un prodotto di un’ora e quaranta solo con un assaggio (ci erano stati promessi cinque minuti, saranno stati sì e no tre… e se sono stati di più, sono volati), le potenzialità sembrano esserci tutte: un misto tra Boris e Il terzo segreto di satira, con un cast di nomi pesanti e ‘gggiovani’ che può fare il botto, anche se con cinque minuti, sono tante le cose ancora da rodare. Crediamo siano due però le domande da farsi: a) con cinque minuti a settimana, il rischio è di non ricordarsi la trama delle puntate precedenti, se la storia – come pensiamo – si svilupperà abbastanza da raggiungere le venti puntate, che anche a colpi di cinque minuti fanno comunque un’ora e quaranta di girato b) sorbirsi tre ore di Ballarò e poi ritrovarsi pochi minuti di web serie, non è il massimo: molto più comodo rivedersela in streaming, che la pagina facebook della web serie propone il giorno dopo la messa in onda di Ballarò.

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