I 10 lavori che nessuno vuole fare

Ci sono 10 lavori che nessuno vuole fare. Sembra strano, in un’epoca e in un Paese dominati dalla crisi. Eppure ci sono alcune professioni che le aziende stentano a rintracciare. E il fenomeno non riguarderebbe soltanto l’Italia, come conferma un’indagine condotta su 41.000 responsabili di risorse umane di 42 Paesi. In particolare in Italia i dati confermano che il 28% delle imprese italiane affermano di aver riscontrato delle difficoltà nel trovare i lavoratori con le giuste competenze. Nello specifico i profili più difficili da trovare sarebbero i macchinisti, le segretarie e i tecnici specializzati.

E’ chiaro che le competenze richieste dalle imprese stanno diventando sempre più elevate rispetto al passato ed è facile comprendere come, specialmente in futuro, per inserirsi nel mondo del lavoro, bisognerà possedere conoscenze tecniche, ma anche competenze trasversali.

La top ten

Secondo la classifica dei lavori il cui personale diventa difficile da trovare, nel mondo, in riferimento al 2015, ci sono gli addetti specializzati nelle lavorazioni, gli addetti alle vendite, gli ingegneri, i tecnici specializzati, gli autisti, i dirigenti, i professionisti nel settore della contabilità e della finanza, gli addetti alla segreteria, i professionisti sviluppatori e programmatori e i macchinisti.

La top ten dei profili più difficili da trovare in Italia nel 2015 comprende (dal primo all’ultimo posto) i macchinisti, le segretarie, i tecnici specializzati, gli addetti alle vendite, i professionisti nel settore contabilità e finanza, i professionisti IT, gli educatori e i formatori, i sales managers, i medici e gli operatori sanitari e il personale addetto alla ristorazione e alberghiero.

I Paesi

Per quanto riguarda i Paesi in cui si manifestano maggiormente le difficoltà nella ricerca e nella scoperta dei lavoratori, si può dire che in generale, in tutto il mondo, il 38% delle imprese evidenzia qualche problema in questo senso. Una percentuale che è aumentata del 2% in più rispetto al 2014. I picchi massimi di questa difficoltà si raggiungono in Giappone con l’83%, in Perù con il 68%, ad Hong Kong con il 65%, in Brasile con il 61% e in Romania con il 61%. Le difficoltà riguarderebbero soprattutto chef, pasticceri, macellai, meccanici ed elettricisti.

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