La Finlandia è il paese più felice al mondo: ma come si classifica l’Italia?

La Finlandia è il paese più felice al mondo per il terzo anno consecutivo, nonostante la pandemia, i lockdown e la crisi economica. Lo afferma il World Happiness Report, il dossier annuale che stila la classifica globale dei paesi dove si è più felici. Anche l’Italia sale di tre posizioni, rispetto all’anno scorso, e si classifica al 25esimo posto.

Perché la Finlandia è il paese più felice al mondo

Le difficoltà che il mondo intero ha dovuto affrontare lo scorso anno, a causa del repentino esplodere della pandemia, non hanno fatto arretrare di un passo la posizione della Finlandia, che vanta la più giovane donna premier al mondo. Secondo gli esperti, questo è dovuto alla fondata e profonda fiducia che il popolo finlandese nutre nei confronti delle sue istituzioni e della comunità: questo ha contribuito enormemente al benessere delle persone.

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La pandemia ci ricorda tutte le minacce ambientali che ci affliggono“, ha commentato l’economista e saggista statunitense Jeffrey D. Sachs. Allo stesso modo ci ricorda la necessità di collaborare e le difficoltà di ottenere tale collaborazione in ogni singolo Paese e globalmente. “Dobbiamo lavorare per il benessere piuttosto che per la ricchezza, che sarà precaria se non miglioriamo il nostro modo di gestire la sfida dello sviluppo sostenibile“, ha sottolineato l’economista. Ambiente, benessere sociale e sviluppo sostenibile: sono tutti temi cari al popolo scandinavo, che da sempre lavora in questa direzione, nonostante le avversità ambientali e climatiche del Paese.

Anche l’Italia guadagna posizioni nella classifica della felicità

A differenza di altri Paesi, anche l’Italia guadagna terreno nella classifica dei paesi più felici al mondo, anche se la risposta al virus è stata insoddisfacente, almeno secondo i ricercatori. Le motivazioni sono da individuare nella scarsa adesione dei cittadini alle misure richieste e nei pochi controllo eseguiti dalle forze dell’ordine.

I giovani e i lavoratori precari hanno pagato il prezzo più alto

Secondo le ultime stime, la crescita economica globale si sarebbe ridotta del 5% nel 2020, in seguito alla pandemia da Covid-19, rappresentando la più grave crisi economica del XXI secolo. A fine 2020, le opportunità di lavoro si attestavano al 20% sotto la normale soglia e le percentuali di inattivi crescono quando quelle dei disoccupati. Ad accusare maggiormente il colpo inferto dalla pandemia sono stati dunque i Paesi con un mercato del lavoro già precario. I giovani, i lavoratori con bassi stipendi e quelli con poche abilità lavorative hanno pagato il prezzo più alto. E’ quanto emerge dal World Happiness Report, la ricerca sui Paesi più felici al mondo.

Quanto incide l’occupazione sul benessere di un popolo

Nel corso dell’ultimo anno la causa principale di malessere è stata “essere senza lavoro”. La disoccupazione è associata al 12% della diminuzione della soddisfazione di vita e al 9% dell’aumento di influenza negativa. Per l’inattività del mercato del lavoro, i dati sono rispettivamente del 6.3% e del 5%. Per questo motivo, i Paesi che hanno introdotto importanti politiche di protezione al mercato del lavoro per i lavoratori hanno visto un declino meno significativo del benessere.

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