Eros Ramazzotti: ‘Non sapevo se continuare o fermarmi per sempre. Ho vinto con l’amore’

Musica: Eros Ramazzotti al Palalottomatica di Roma

[didascalia fornitore=”Ansa”]Ansa – Eros Ramazzotti in concerto al Palalottomatica di Roma nel 2016[/didascalia]

55 anni, di cui 35 passati a fare musica: Eros Ramazzotti è tornato con un nuovo album nato in risposta ad una domanda che per qualche anno lo ha tormentato: ‘Continuare a fare musica o fermarsi?’. Con un nuovo disco, che definisce ‘rivoluzionario’, il ‘giovane dei bordi di periferia’ torna a cantare l’amore.

‘Per realizzarlo ho speso un anno e mezzo della mia vita in studio’ – ha raccontato Eros Ramazzotti a Vanity Fair, spiegando come sia nato l’album ‘Vita ce n’è’, il 15esimo della sua pluriennale carriera iniziata tra lo scetticismo generale e l’ironia di chi lo additava come uno che ‘belava’. ‘È un disco che considero un nuovo inizio’ – ha continuato, tornando indietro nel tempo e ricordando come il giovane che cantava Terra promessa sia riuscito a farsi strada affermandosi come uno dei simboli della musica italiana.

Leggi anche: Grazie di cuore, Ramazzotti nel suo libro: ‘La musica mi ha salvato dalla droga’

Eros Ramazzotti: ‘Sulla mia storia gli americani avrebbero già fatto un film’

Madre casalinga e papà imbianchino, Eros Ramazzotti è nato in una comunissima famiglia italiana degli anni Sessanta.

Appassionato di musica, ma molto chiuso – tanto che il suo migliore amico era il cane Billy – amava andare in piazza ad ascoltare ‘gruppetti pieni di persone che non facevano altro che dire ‘andiamo a ballare, a divertirci, a mangiare una pizza’.

Per il giovane Ramazzotti, quelle persone non facevano altro che ‘cazzeggiare’ e lui, per sé, aspirava ad una vita completamente diversa.

Così, è iniziata la sua carriera da cantante autodidatta tra lo scetticismo generale: ‘Dicevano che invece di cantare belavo? Me ne sono sempre fregato’ – ha ricordato – ‘Scherzavano sul fatto che avessi la mascella come l’uomo di Neanderthal? Ci ridevo e pensavo: ’sti cazzi’.

Poi, sono arrivati la vittoria a Sanremo Giovani, i tour – ‘avrò fatto il giro del mondo in 80 giorni, come Giulio Verne, almeno 200 volte’ – i 60 milioni di dischi venduti dal 1984 ad oggi, i riconoscimenti come l’ Echo Music Award 1999 e il NIAF Award 2008 e i duetti con artisti del calibro di Tina Turner, Joe Cocker, Andrea Bocelli o Luciano Pavarotti.

Leggi anche: Eros Ramazzotti: ‘Aurora non deve fare la cantante, meglio se scrive libri’

Eros Ramazzotti: ‘Oggi se i giovani resistono due generazioni sono dei mostri’

Nonostante i numeri da capogiro, però, Eros Ramazzotti ha pensato seriamente di ritirarsi dalle scene: ‘Ho passato qualche anno in cui non sapevo se continuare o fermarmi per sempre’.

‘Mi sono chiesto se continuare avesse un senso perché mi sono detto: ‘Che lo compongo a fare un disco tanto per farlo?’ – ha confessato – ‘Ci sono tanti artisti che vivono di memoria, non volevo iscrivermi al club’.

Invece, il nuovo disco è arrivato come risposta alle sue domande e, anche questa volta, canterà l’amore: ‘Ho vinto sempre con quello e adesso, dopo anni di irrisioni, sentire il coro di quelli che riscoprono quel sentimento un po’ mi fa sorridere’.

Ad oggi, Ramazzotti riconosce che il panorama musicale sia profondamente cambiato: i talent ‘imbarcano chiunque per fare cassa’ e i giovani cantanti hanno grandi difficoltà ad emergere.

Tra le nuova leve, però, Eros apprezza particolarmente Coetz, Calcutta e Ghali e un ‘musicista del pallone’: Cristiano Ronaldo.

‘Fa girare il denaro, crea un indotto, scuote il mercato, dà lavoro a tanta gente. Criticarlo è demenziale’ – ha detto, paragonandosi al fuoriclasse della Juventus.

‘Anche io come Ronaldo muovo una piccola economia che fa bene a qualcuno’ – ha sottolineato.

Impostazioni privacy