Enrico Ruggeri: ‘Milano è una fucina di storie, anime e personalità’

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Il cantautore Enrico Ruggeri è un milanese ‘doc’ che per motivi anagrafici (è un classe 1957) ha vissuto in prima persona le varie trasformazioni che il capoluogo lombardo ha subito negli ultimi decenni, dal periodo duro e violento degli anni ’70 alla ‘Milano da bere’ degli anni ’80, fino ai giorni d’oggi dove ‘il peggio è passato perché è una città che reagisce ed è sempre in movimento‘. Insomma, Ruggeri è un perfetto ‘monumento cittadino’ vivente con cui parlare della Milano che è stata, che è e che sarà all’interno di iMILANESIsiamoNOI, il nuovo progetto editoriale di NanoPress che descrive Milano attraverso le storie e le facce di chi ci vive e lavora: milanesi di nascita e d’adozione, giovani e meno giovani, famosi e sconosciuti.

La bella intervista di Enrico Ruggeri a iMILANESIsiamoNOI comincia con la visione che il cantautore ha della Milano attuale: ‘I milanesi non ci sono più. Se vai a scavare nell’albero genealogico di ogni milanese c’è un toscano, un calabrese, un romano o un veneto. E anche mia nonna era siciliana. Il milanese, quindi, va sempre di più somigliando al parigino, al londinese e al newyorkese‘. Però Milano è una città che, nonostante la crisi, è ancora viva e vegeta: ‘Mi sembra che adesso se la passi bene. Il peggio è passato, Milano è una città che reagisce‘. Anche perché sa offrire opportunità che altrove sarebbero inevitabilmente precluse: ‘Ci sono lavori che non puoi non fare a Milano: se fai il giornalista, il cantante, lo stilista, Milano è la città più tecnicamente funzionale per i progetti grossi‘. Nonché ricca di inestimabili tesori nascosti: ‘Nei portoni di molti palazzi di corso Venezia o corso Monforte ci sono bellezze incredibili. Dietro Porta Venezia c’è addirittura un palazzo con i fenicotteri rosa‘.

Il pensiero di Enrico Ruggeri vira poi sul privato e in particolare su come la sua città abbia influenzato il suo modo di scrivere canzoni: ‘Se io non fossi nato a Milano avrei scritto sicuramente altre cose. Quasi tutte le mie canzoni sono frutto del mio interesse verso il prossimo, perché Milano è una fucina di storie, anime, personalità e sfaccettature‘. Che gli ha permesso di fare una carriera sorprendente: ‘Quando ho iniziato a 20 anni pensavo ‘chissà se riuscirò a fare tre album’ e oggi sono arrivato al 31°. Ho scritto sette libri e condotto programmi televisivi. Ora mi piacerebbe recitare in un film‘. Il segreto del suo successo? ‘Il coraggio di fare sempre la scelta un po’ in controtendenza, anche dal punto di vista delle sonorità‘. Con un bilancio decisamente ottimo, pur con qualche piccola recriminazione: ‘Credo che ognuno di noi nel suo intimo pensi di essersi meritato qualcosina in più, e quindi anch’io non sfuggo a questa regola‘.

Infine Enrico Ruggeri parla della sua Milano, quella che l’ha sempre accompagnato in 58 lunghi anni di vita. E di quella che sarà. ‘Secondo me il periodo peggiore è stato quello di fine anni ’70, quando era finito il sogno del ’68 di cambiare il mondo, ed era iniziato il terrorismo: era una città molto violenta, dura, di grandi ostilità. Io suonavo e quindi stavo da un’altra parte, non le prendevo né le davo‘. Sicuramente meglio il decennio successivo: ‘Poi arrivarono gli anni ’80, il craxismo, la Milano da bere, le fotomodelle, i soldi che sembrava ci fossero per tutti‘. Ma non durò molto: ‘Dopo c’è stato un riequilibrarsi delle cose (tra la violenza dei ’70 e l’edonismo degli ’80, ndr), ma in una maniera troppo esagerata‘.

E oggi che Milano abbiamo? ‘Mi piace Maiorino, che all’interno della giunta Pisapia è un assessore che ha fatto un buon lavoro a favore dei deboli. Non so chi sarà il prossimo sindaco di Milano, ma spero che sia uno che viene dall’amministrazione delle città e non dalla politica centrale, perché questi hanno sempre fallito‘. Ma Ruggeri un pensierino alla carriera politica l’ha mai fatto? ‘No perché io scrivo canzoni, faccio concerti, scrivo libri, conduco un programma in radio. La politica deve essere invece destinata a persone esperte, amorevoli, che dedicano tutta la loro vita a questo‘. Ma come si risolve il fenomeno dell’immigrazione, che sembra uno dei maggiori problemi di Milano? ‘Per quanto riguarda la questione dei migranti, se si riuscisse a far rispettare le regole nell’interesse dei migranti onesti, che sono la netta maggioranza, gran parte dei problemi verrebbero superati‘. E la moschea a Milano, è giusta? ‘Sì, è una questione di civiltà. Ma bisognerebbe controllare se siano moschee dove si prega e non dove ci si organizza per qualcosa di delittuoso‘.

iMILANESIsiamoNOI, ideato e curato dal giornalista Andrea Scarpa, è un mosaico digitale dove milanesi di ogni tipo, dai vip come Enrico Ruggeri alle persone più comuni, danno vita a un racconto appassionato, sincero e mai scontato di Milano attraverso due interviste video settimanali ai personaggi più noti e quattro scritte, tutte corredate da ritratti fotografici realizzati da Andrea Colzani. Il progetto editoriale è completato da una mappa di Milano legata ai luoghi del cuore citati dagli intervistati, e dalle rubriche Madunina Power, I milanesi fanno bau, Canta che ti passa e Scatta che ti vedo.

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