Emissioni CO2 aerei: entro il 2050 saranno il triplo

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I problemi legati alle emissioni CO2 preoccupano ormai non solo gli ambientalisti ma anche i Paesi che cercano rimedi per tagliare le fonti inquinanti: ma tra industrie ed automobili, quasi sempre indicati come i principali responsabili dell’inquinamento ambientale, pochi forse avevano concentrato la loro attenzione sulle emissioni degli aerei. A farlo ci ha pensato l’Ictt, sigla che sta per International Council on Clean Transportation, un’organizzazione no profit indipendente diventata famosa negli ultimi tempi per aver fatto esplodere il caso Wolkswagen e il software per truccare i dati dei veicoli diesel. Ebbene questo ente ha realizzato uno studio secondo cui le emissioni CO2 degli aerei triplicheranno entro il 2050, se non si porrà rimedio anche in questo settore.

Se fosse considerato uno Stato, l’intero settore aeronautico sarebbe infatti settimo per emissioni di gas serra, con 700 milioni di tonnellate di CO2 a livello globale registrati nel 2013. Il problema grave è che mentre le nazioni si stanno impegnando a raggiungere accordi per tagliare le proprie emissioni fino all’80 per cento, al momento non solo non ci sono tagli previsti nel comparto aereo, ma queste emissioni, in base ai calcoli effettuati sulle entità attuali, tenendo presente una crescita costante e progressiva come linea di tendenza, sono destinate ad aumentare fino al triplo entro l’anno 2050. L’Ictt sottolinea il grado di inquinamento dei velivoli affinché l’argomento venga messo al centro dell’attenzione alla prossima Conferenza delle parti di Parigi, quando i governi internazionali riuniti intorno al tavolo potrebbero inserire le emissioni dell’aviazione in un quadro normativo di riduzione sistematica.

Lo studio ha messo sotto la propria lente di ingrandimento l’efficienza energetica nel 2014 di venti compagnie aeree che fanno rotte transatlantiche: in media queste lunghe tratte generano una tonnellata di CO2 per passeggero, l’equivalente di quanto emette una automobile marca Toyota in un anno percorrendo 35 chilometri per ogni giorno lavorativo, stando alla comparazione fatta dalla stessa Ictt. Va sottolineato che esistono differenze notevoli tra i vari vettori, in cui il più efficiente risulta essere la Norvegian Air Shuttle, rispetto alla quale Alitalia, all’undicesimo posto in classifica, ha il 30 per cento di efficienza in meno. Seppure la performance della compagnia nostrana non è eccezionale, c’è chi registra dati nettamente peggiori, come la British Airways, che ha il 51 per cento di efficienza in meno rispetto alla Norvegian: ‘Sorprende vedere differenze così grandi in termini di consumi tra le compagnie aeree‘, afferma Dan Rutherford, coautore del rapporto. Molto dipende dall’anzianità dei velivoli utilizzati nel generare questa ampia forbice nelle performance legate all’efficienza energetica e alla produzione di emissioni inquinanti: come sottolinea dunque ancora Rutherford, ‘la scelta della compagnia con cui si vola fa la differenza, se si è preoccupati per il clima‘. Una preoccupazione che ci auguriamo anche gli Stati si facciano carico alla COP21 di Parigi.

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