Elezioni Europee 2014, risultati: chi ha vinto? Tutti i parlamentari europei italiani

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Dai risultati ufficiali di questa maratona elettorale notiamo che le Elezioni Europee 2014 – ai quali si uniscono i risultati delle Comunali – si sono trasformate in un vero plebiscito per il Partito democratico, visto che il consenso degli italiani è andato proprio al partito del premier Renzi. Il M5S, sebbene secondo partito scelto in molte circoscrizioni, non ha raccolto i numeri attesi da Grillo. Infine c’è da segnalare la debacle di Forza Italia e la perdita di consensi per Salvini e Lega Nord, che rispetto alle precedenti europee ha perso tanto. Nei Comuni in cui si è votato per le Elezioni Regionali e Comunali, lo scrutinio partirà dalle 14 di lunedì, dando la precedenza allo spoglio per le Regionali. Guarda i dati relativi all’affluenza.

Il Partito Democratico di Renzi ottiene il 40,8% dei consensi contro il 21 ,2 del Movimento 5 Stelle e il 16,8% di Forza Italia. Più di 11,1 milioni di italiani hanno votato per il nuovo Pd dell’ex sindaco di Firenze, 5,8 milioni per M5S.

LEGGI>>>LE REAZIONI DI GRILLO E RENZI

I risultati in Italia

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Rispetto alle precedenti Europee del 2009, il Pd cresce del 14,7% e passa dal 26,1% al 40,8%. Nel 2009 il Pdl ottenne il 35,2% dei voti, l’Udc il 6,5%, La Destra il 2,2%. Oggi Fi, Ncd, Udc, Fdi insieme hanno il 24,9%. L’Idv crolla dall’8% del 2009 allo 0,65%. La lista Tsipras è al 4%, ma nel 2009 le due liste di Rifondazione e Sel ebbero complessivamente il 6,5% dei voti. La Lega scende dal 10,2% del 2009 al 6,2% attuale.

Gli esclusi dal Parlamento europeo

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Di seguito sono riportati i risultati dello spoglio in Italia:

Partiti Percentuali Precedenti Europee Ultime Politiche (Camera) Ultime Politiche (Senato)
PD 40,0% 26,13% 25,43% 27,44%
M5S 21,02% / 25,56% 23,80%
Forza Italia 16,08% PDL 35,25% PDL 21,56% PDL 22,30%
NCD – UDC 4,04% PDL 35,25% PDL 21,56% PDL 22,30%
Lega Nord 6,02% 10,22% 4,09% 4,34%
Lista Tsipras 4,00% / / /
Fratelli d’Italia 3,07% / 1,96% 1,93%
Scelta Europea 0,7% / / /
IDV 0,6% 7,98% / /
Verdi 0,9% / / /
SVP 0,5% 0,46% 0,43% /
Io cambio 0,2% / / /

I vincitori in Europa

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I risultati più eclatanti sono la vittoria del Front National di Marine Le Pen in Francia e il successo di Nigel Farage in Gran Bretagna. Le ultime proiezioni confermano il Partito popolare a 212 seggi con il 28,2% dei voti, e segnano un leggero incremento dei socialdemocratici che passano a 186 seggi da 185 precedentemente stimati, con il 24,7% dei voti. I liberali scendono a 70 seggi (9,3%). Sostanzialmente invariati i numeri degli euroscettici (141) e dei partiti non schierati in famiglie politiche europee. L’Efd ottiene 36 seggi, gli eurodeputati indipendenti salgono a 38, gli altri partiti non allineati restano a 67 eurodeputati. I conservatori e riformisti registrano 44 seggi, mentre la sinistra di Tsipras scende a 43 seggi e i verdi restano a 55.

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Il dato più rilevante delle Europee, oltre alla vittoria storica del leader Matteo Renzi in Italia e la tenuta di Angela Merkel in Germania, è il trionfo degli antieuro del Front National di Marine Le Pen che, dopo l’ottimo risultato alle scorse amministrative, sono per la prima volta il partito più votato in Francia.

Ecco i risultati dello spoglio in Europa:

Paesi Partiti e percentuali
Francia Front National: 25,4
UMP: 21,0
Partito socialista: 14,5
Austria Partito della Libertà: 19,5
Partito del popolo: 27,3
Socialdemocratici: 23,8
Verdi: 15,1
Grecia Syriza: 26,5
Nea Dimokratia: 23,1
Chrysi Avgì: 9,3
To Potami: 6,6
Germania Cdu: 36,3
SPD: 27,4
Alternaive Fuer Deutschland: 7,0
Repubblica Ceca TOP 09: 15,09
Partito socialdemocratico: 14,02
Ano 2011 16,1
Irlanda Fine Gael: 22
Fianna Fail: 22
Sinn Fein: 17
Bulgaria Gerb: 30,0
BSP: 18,5
DPS: 18,4
Malta Partito laburista: 53,0
Partito nazionalista: 40,0
Paesi BassiDemocratici: 15,1
Cristiano democratici: 14,8
Partito della libertà: 12,9
Regno Unito
Svezia Partito socialdemocratico dei lavoratori: 24,4
Verdi:15,3
Finlandia Coalizione Nazionale 22,6
Centro finlandese 19,7
Danimarca Partito Popolare Danese: 26,6
Socialdemocratici: 19,1
Sinistra: 16,7
Estonia Non iscritti: 20,0
Partito Riformatore 18,0
Partito di Centro: 17,0
Lettonia Unità: 46,0
Coalizione Associazione nazionale: 14
Socialdemocratici: 13,0
Lituania Partito socialdemocratico: 23
Partito Laburista: 17,0
Unione della patria: 13,5
Portogallo Partito Socialista: 31,5
Socialdemocratici e popolari: 27,7
Spagna Popolari: 26,0
Socialisti: 23,0
Belgio
Lussemburgo Partito Popolare Cristiano-Sociale: 37,7
Verdi: 15,0
Partito Democratico 14,8
Polonia
Slovacchia Socialdemocratici: 24,1
Non iscritti: 16,3
Movimento cristiano democratico: 13,2
Ungheria Partito popolare cristianodemocratico: 51,5
Movimento per un’Ungheria Migliore: 14,7
Socialisti: 10,9
Slovenia Partito Democratico: 24,6
Democratici/cristiani/popolari: 15,2
Croazia Coalizione di centrodestra: 41,4
Coalizione di Centrosnistra: 29,8
Romania Coalizone di Centrosinistra: 42,4
Partito Nazionale Liberale: 13,3
Cipro Dimokratikos Synagermos: 37,7
Partito progressista dei lavoratori: 26,9

Il presidente della Commissione Europea

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Chi è il nuovo presidente della Commissione Europea? Con la vittoria del Partito Popolare Europeo il gruppo si aggiudica 212 seggi, mentre ai Socialisti ne restano 186. Il candidato alla presidenza della Commissione per il Ppe Jean-Claude Juncker ha già chiesto per sé la guida dell’esecutivo dell’Ue: “Voglio essere il presidente della prossima Commissione perché il Ppe ha vinto“.

E ancora: “Non andrò in ginocchio dai socialisti perchè siamo il partito numero uno. Ma anche noi dobbiamo fare compromessi. Vorrei allargare la maggioranza a Verdi e Liberali, ma non andrò mai con l’estrema destra“. Intanto, tra socialisti e popolari già si sono aperte le trattative per la Grande Coalizione a Bruxelles: “Siamo aperti al negoziato con il Ppe e siamo pronti a discutere” su un programma in comune in cinque punti, ha detto Martin Schulz, il candidato alla Commissione Ue dei Socialisti.

Il capo della commissione Ue uscente, Jose Manuel Barroso, si è appellato a tutti i partiti a favore dell’Ue, affinchè uniscano le forze per fare fronte comune contro il buon risultato delle formazioni eruoscettiche e nazionaliste. “Restare insieme come europei è indispensabile per l’Europa e dare forma a un ordine globale dove possiamo difendere i nostri valori ed i nostri interessi“, ha dichiarato Barroso aggiungendo che la priorità sono la crescita economica e quindi la creazione di posti di lavoro.

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