Dove vedere in tv e streaming le partite della 35esima giornata di Serie A

Le notti di sogni e di coppe dei campioni sono trascorsi da poco meno di 24 ore, molto meno, ed è già tempo di concentrarsi sulla Serie A, perché nonostante le speranze di qualcuno, come quelle dell’Inter o della Roma e in parte anche quelle della Juventus sono tenute vive dai risultati delle partite europee, c’è un campionato agli sgoccioli – è arrivato alla 35esima giornata – ancora da concludere, e che deve dare ancora delle risposte. Le prime potrebbero dalla sfida che apre il turno, con la Lazio che ospiterà allo stadio Olimpico un Lecce che ha bisogno di punti per salvarsi. Da oggi a lunedì, però, il menù è ricco, tanto.

Sarri
Maurizio Sarri, l’allenatore della Lazio – Nanopress.it

Sabato scenderanno in campo l’Atalanta, il Milan e i nerazzurri, tutte impegnate a garantirsi un posto in piedi in Paradiso, anzi no in Champions League, specie le due squadre di Milano che mercoledì e poi ancora martedì nella stessa competizione si stanno l’accesso alla finale. I bergamaschi saranno a Salerno, i rossoneri a La Spezia, che cerca di salvarsi, l’Inter se la vedrà in casa contro il Sassuolo. In tema coppa dalle grandi orecchie, la Roma visita il Bologna di Thiago Motta domenica, e i bianconeri di Massimiliano Allegri, al netto della probabile nuova sanzione, incontrano allo Stadium la Cremonese, che tra quelle che lotta per non retrocedere è sicuramente la più in forma. Lo è anche il Verona, ed è per questo che sarà importante la partita contro il Torino del lunch match. E poi c’è il Napoli, il fiore occhiello di questa Serie A. E quindi scopriamo insieme tutti gli incroci e dove possiamo vederli in tv e diretta streaming.

La 35esima giornata di Serie A si apre con la Lazio in cerca di punti per la Champions e il Lecce di quelli salvezza, ma i verdetti passano anche dalle lombarde e da Roma e Juventus

Finora, all’alba della 35esima giornata di Serie A, la quartultima, per intenderci, prima che il nostro massimo campionato ci saluti e ci dia appuntamento ad agosto, ci ha regalato due verdetti: il Napoli si è laureato campione d’Italia a Udine, e sempre contro i friulani, alla Dacia Arena, la Sampdoria ha sancito la sua matematica retrocessione in Serie B. Di storie da scrivere, insomma, ce ne sono ancora tantissime: chi andrà in Champions League, per esempio, chi in Europa e chi ancora in Conference, ma anche chi rimarrà in Serie A anche il prossimo anno.

Messias Mkhitaryan
Junior Messias, centrocampista del Milan, e Henrikh Mkhitaryan, centrocampista dell’Inter nella partita di andata di semifinale di Champions League vinta dai nerazzurri in casa degli uomini di Stefano Pioli mercoledì – Nanopress.it

Se nel primo caso alcuni verdetti potrebbero arrivare anche dalle notti europee, che al momento vedono l’Inter in vantaggio sul Milan per un posto nella finale di Istanbul del 10 giugno della coppa dalle grandi orecchie – che garantirebbe, se arrivasse una vittoria contro il Real Madrid o il Manchester City, un tappeto rosso steso per la prossima edizione – la Roma e la Juventus che potrebbero giocarsela contro nella finale della seconda competizione Uefa e una Fiorentina che, oltre ad avere il pensiero della Coppa Italia, ha il compito di ribaltare il risultato contro il Basilea, in Svizzera, nel caso dei secondi la partita che apre questo turno potrebbe dare delle risposte importanti.

Al Lecce, che sta lottando per non retrocedere, e alla Lazio che invece la scorsa settimana ha perso il secondo posto in classifica. A giocare in casa, davanti al proprio pubblico, dalle 20:45 di stasera, saranno gli uomini di Maurizio Sarri, che hanno bisogno più che mai di scrollarsi di dosso le altre e possono farlo solo con una vittoria, che ha anche il sapore della rivincita e della vendetta considerato che al via del Mare avevano perso. Gli undici di Marco Baroni, dal canto loro, arrivano con la speranza di non incappare nella terza sconfitta di fila che vorrebbe dire avere almeno un piede in quel baratro che vuol dire cadetteria.

Senza Danilo Cataldi e Matias Vecino, il tecnico toscano metterà di nuovo in regia Marcos Antonio, letale contro lo Spezia e contro il Sassuolo, ma frastornato nella partita di san Siro persa contro i rossoneri di Stefano Pioli, per il resto tutti confermati, a iniziare dal capitano e dal vice, Ciro Immobile e Sergej Milinkovic-Savic, che dovranno rispondere sul campo alle critiche degli ultimi tempi. Anche i salentini scenderanno in campo nella loro veste migliore, anche perché dopo il turno di squalifica, tornerà anche Gabriel Strefezza. I biancocelesti, dopo una grande stagione, almeno in Serie A, devono ritrovare lo smalto e il gioco che li ha caratterizzati per gran parte dell’anno. D’altronde, l’unica via che Sarri conosce per avere ottimi risultati è appunto quella della manovra, del talento e la certezza che il suo assetto tattico possa portarlo a dominare la partita. Il 4-3-3 sarà il marchio di fabbrica dei capitolini anche in questa occasione, su questo non ci sono dubbi, ma nelle ultime uscite qualcosa sembra essersi rotto soprattutto dal punto di vista difensivo.

Lo sappiamo fin dai tempi del Napoli, anzi da Empoli, che il perno del centrocampo, il mediano che sta davanti la difesa, detta i tempi e i ritmi sia della fase difensiva, quindi della pressione. Un fattore che, quindi, incide non poco sulla partita che sarà in grado di condurre il club biancoceleste e, di conseguenza, sul risultato che riuscirà a ottenere. L’assenza di Cataldi per molti non sembra un grosso problema, ma in realtà cambia tanto negli equilibri della squadra e, infatti, anche i numeri difensivi sono cambiati un po’ nell’ultimo periodo. La Lazio, in ogni caso, resta in piena corsa per la qualificazione alla prossima Champions League e questo rappresenta ancora una volta un fattore non indifferente per cercare di ottenere il massimo risultato per il progetto biancoceleste, dopo le coppe europee quest’anno non sono andate esattamente nel migliore dei modi. L’Europa League, nonostante sia iniziata alla grande, è finita già nella fase a gironi e anche la Conference League è durata ben poco. Nonostante ciò, nel caso in cui dovesse arrivare un secondo posto o comunque un piazzamento valido per la massima competizione europea ci sarebbe ben poco da recriminare. Sarebbe anche un’importante iniezione di denaro per il futuro, per credere maggiormente nel calciomercato e nell’acquisto di nuovi interpreti, che poi è la via fondamentale per far crescere le squadre e le rotazioni durante l’anno.

Insomma, senza ulteriori indugi, la Lazio si gioca tanto e se lo gioca tra le mura amiche con una squadra che nel girone di ritorno non ha fatto per nulla bene. Il Lecce si presenta allo stadio Olimpico di Roma con il sangue che ribolle nelle vene, la rabbia, la delusione e di conseguenza la cattiveria di chi vuole raggiungere il massimo risultato, che in questo caso è la permanenza in Serie A. La serie di sconfitte inflitte ai pugliesi, dopo una prima parte più che dignitosa, di certo non aiuta. Non aiuta neppure il fatto che i giallorossi non siano in forma smagliante e che a questo punto siano costretti a macinare punti per mantenere la categoria. Non ci sono più scuse per Baroni e i suoi ragazzi: bisognerà dare delle risposte importanti, soprattutto nella fase offensiva, per dimostrare di meritare una nuova chance tra i grandi e, nonostante il cliente sia tra i più difficili quest’anno, bisognerà mantenere un livello di concentrazione alto per cercare di ottenere un risultato utile per morale e classifica.

Le altre sfide, soprattutto quelle di sabato, ci diranno ancora qualcosa della lotta per il quarto posto (o su di lì). L’Atalanta sarà la prima, alle 15, a giocarsi un pezzo importante di stagione, lo farà contro la Salernitana – che ha perso l’ultima contro l’Empoli, ma non perdeva da metà febbraio contro i biancocelesti – all’Arechi. A pesare in questa sfida potrebbero essere le motivazioni – perché i granata di Paulo Sousa, il vero artefice di questa salvezza arrivata in anticipo ma non ancora matematica, hanno bisogno solo di quattro punti per festeggiare, ma ai bergamaschi serve vincere per non perdere il treno per l’Europa che conta -, ma anche le assenze, e in dubbio, da una parte e dell’altra, ci sono titolatissimi come Antonio Candreva, Ademola Lookman e Rasmus Hojlund, che potrebbero non recuperare in tempo per domani.

Gasperini
Gian Piero Gasperini, l’allenatore dell’Atalanta – Nanopress.it

La squadra di Gasperini ha tutta l’intenzione di proseguire la sua corsa e si presenterà in Campania, e quindi in trasferta, con la necessità di mettere in cascina altri tre punti per avvicinarsi alla prossima Champions League. L’obiettivo non è per nulla semplice, innanzitutto perché le milanesi, dopo essersi classificate come prima e seconda nella scorsa stagione e aver disputato una stagione europea magnifica quest’anno, non vogliono placare la loro fame di Europa e di grandi appuntamenti per centrare il loro massimo obiettivo stagionale e tornare dove qualche stagione fa, tra gli Ilicic e i Gomez, riuscivano a stupire il mondo. Stavolta il ciclo non sembra arrivato al suo culmine, anzi sembra un po’ in una fase discendente in un certo senso, sicuramente non nello splendore dello stupore. Alcuni acquisti hanno reso anche oltre le aspettative, altri giovani devono ancora crescere per garantire un apporto costante e duraturo.

L’inizio di stagione, però, ha sicuramente permesso ai nerazzurri di mettere da parte un bottino di punti da primi della classe o giù di lì e l’andamento altalenante delle altre ha fatto il resto. Proprio per questo, ora i tifosi bergamaschi chiedono uno sforzo nuovo, una continuità che fino ad ora non c’è stata e nuove trame di gioco ancora più incisive per cercare di fare bottino pieno nel momento dell’anno in cui serve di più, a primavera, quando si decidono le stagioni. Come vi accennavamo, le assenze non aiutano gli intenti dei ragazzi di Gasperini, non aiuta un attacco che spesso si è trovato a dover mischiare i protagonisti e a trovarne di nuovi e in cui Lookman si è un po’ fermato. Con Duvan Zapata troppo spesso ai box e un Rasmus Hojlund che è un grande talento, ma ancora deve affermarsi in toto sotto porta, non è semplice capire chi sarebbero i titolari a ranghi completi. Ciò che è sicuro è che gli orobici devono superare anche questi ostacoli, trovare gli spazi giusti per ripartire e cancellare i momenti della stagione in cui hanno perso compattezza, distante ed efficacia offensiva. Solo così, a prescindere dai titolari, si potrà ritrovare la via giusta per un’altra vittoria e credere di meritarsi anche qualcosa in più di quello che c’è attualmente.

Dall’altra parte, sono veramente tanti i sentimenti che animano gli uomini di Paulo Sousa, a partire dalla ferrea convinzione di voler ribaltare il risultato dell’andata, un 8-2 tra i punteggi più pesanti dell’intero campionato e che ha messo in evidenza tutte le difficoltà dei campani. Da allora, la squadra è cambiata non poco, non tanto negli elementi più rappresentativi sul campo, ma per l’arrivo del nuovo allenatore che ha stravolto il volto e l’atteggiamento della squadra. Ora battere i campani è molto più difficile e per tanti motivi, innanzitutto per il carisma e l’intensità che ci mettono i granata in campo, per le qualità tecniche che si sono evidenziate negli ultimi mesi, per il lavoro dell’attacco e soprattutto per il lavoro di Boulaye Dia che è ormai indispensabile per la crescita della squadra e i risultati che ottiene. Il centravanti per numeri e caratteristiche è uno dei migliori della Serie A e ormai non servono più conferme per capire che se ne parlerà ancora tanto di questo calciatore e che probabilmente il fiuto delle big non se lo lascerà sfuggire. Intanto, però, a pochissime giornate dal termine, non c’è tempo per pensare al futuro, solo al destino sul campo e ancora il bomber ha tante pagine da scrivere per dimostrare di essere qualcuno di speciale. E non solo lui.

Un Milan un po’ abbattuto dalla serata scioccante contro i cugini nell’Euro derby di mercoledì, e che martedì potrebbe avere la sua ennesima rivincita, giocherà contro uno Spezia che, sabato scorso, è finito tra i tre peggiori della classe. Ecco, in questo caso non mancheranno le motivazioni, non mancheranno ai rossoneri di Pioli, che sicuramente farà turnover ma che potrebbe non avere a disposizione sia Rafael Leao e quasi sicuramente Ismael Bennacer, e non mancheranno agli uomini di Leonardo Semplici, che di certamente fuori ne ha parecchi, anche quel Daniel Maldini, figlio di Paolo, che all’andata aveva gelato san Siro segnando il gol del momentaneo 1-1.

A parte le motivazioni, però, c’è da fare i conti con diversi altri fattori. Innanzitutto, la testa alla Champions League che, a questo punto e con uno scudetto già indirizzato molto a più sud, resta il principale obiettivo per distacco della stagione per le due milanesi. Lo Spezia, invece, suo malgrado, può concentrarsi solo sulla corsa salvezza e sulla permanenza in Serie A che non c’è altro a cui pensare. E poi i valori tecnici, quelli che nel calcio non vanno mai ignorati e che alla fine definiscono le partite e i destini delle società, senza girarci troppo attorno. In tal senso, la sfida tra liguri e rossoneri sembra piuttosto sbilanciata. Il Milan resta la squadra campione d’Italia, nonostante in molti se lo siano dimenticato. È anche la semifinalista di Champions League e, addirittura, a inizio anno la squadra da battere nel Bel Paese. Sembra passata una vita, ma è una realtà che non si può cancellare, nonostante poi la stagione abbia preso altre direzioni e non proprio positive per i ragazzi di Pioli.

Per riequilibrare un confronto che sulla carta sembra già scritto, visto che al Diavolo la qualificazione per il prossimo anno non la regalerà nessuno e tocca guadagnarsela sul campo, ci sono ben altri determinanti. In primis, c’è ancora molta incertezza sulle scelte che opererà l’allenatore ex Lazio e Inter. Con la semifinale di ritorno di Champions League alle porte, inevitabilmente le rotazioni saranno tante, esattamente come successo contro il Bologna. Con Leao ancora ai box, o che comunque non verrà rischiato, potrebbe riposare anche Giroud, la punta titolare nello scacchiere dei lombardi e che ha stretta necessità di fermarsi, visti i tanti fastidi che si porta dietro da almeno un mese e con cui, per ora, deve convivere. Dalla difesa, con Theo Hernandez che potrebbe fermarsi o giocare solo uno spezzone, al centrocampo, in tanti potrebbero inizialmente vedere la partita dalla panchina e dare il loro contributo solo in caso di necessità. Un rischio che Pioli sa di dover correre per presentarsi al meglio all’appuntamento che vale una stagione e anche un bel pezzo di panchina, secondo quanto scrivono in molti. Non sappiamo se i successi degli ultimi anni, i trofei, soprattutto la crescita di un progetto, possano essere cancellati così di colpo, ma probabilmente nella sponda rossa del Naviglio non vogliono neppure pensarci, solo correre e cercare di ribaltare un destino che, secondo molti, è già scritto.

Lo stesso discorso può valere anche per lo Spezia. Il vantaggio rispetto al Verona si sta assottigliando, ma comunque non è poco. I bianconeri, però, ora hanno tutta l’intenzione di scappare via e concedersi almeno un altro anno nella massima serie. Dopo aver battuto anche l’Inter, ora è il momento di confrontarsi con un Milan che non sembra irresistibile in questa fase e ha molte partite nelle gambe. L’occasione sembra ghiotta per scrivere la storia del club ligure e allontanare i pensieri nefasti, ma anche in questo caso strappare i tre punti non sarà una passeggiata di salute. Non resta, quindi, che dare tutto, aumentare i giri del motore e ritrovare l’intensità di altri posti e in altri momenti. E sperare che basti.

A concludere il sabato di Serie A, e della 35esima giornata, poi, ci saranno i trionfatori, al momento, della semifinale di Champions League tutta italiana contro un Sassuolo che è salvo, ma che ha anche i colpi per far male all’Inter, ce li ha soprattutto con un Domenico Berardi che questa sfida la vive in maniera particolare considerata la sua fede calcistica. L’anno scorso, nonostante questo, aveva fatto piangere un po’ Simone Inzaghi, rubandogli un pezzetto di quello scudetto che, invece, la squadra di Antonio Conte si era cucito sul petto l’anno prima, e quindi anche con un pensiero alla stracittadina che sancirà il sogno di una finale della coppa dalle grandi orecchie a tredici anni di distanza da quella vissuta nell’anno del triplete (con José Mourinho), i nerazzurri dovranno macinare e macinare.

In senso un po’ più ampio, lo stesso discorso fatto per il Milan vale anche per i cugini. Loro, però, hanno il vento in poppa e, dopo tante difficoltà e aggiustamenti in questa stagione, stanno giocando il calcio migliore che gli si è visto proporre probabilmente dall’arrivo di Inzaghi in panchina ormai quasi due anni fa. Le rotazioni in attacco, una volta che Joaquin Correa e Romelu Lukaku sono stabilmente tornati in condizione e in forma per incidere in questo finale di stagione che è pronto a fare scintille che stavolta fanno rima con storia. In realtà, il tecnico piacentino sta pensando ad alternanze un po’ più profonde e che potrebbero rivoluzionare in maniera piuttosto profonda tutti i reparti.

Già dalla porta, il ballottaggio è aperto tra Samir Handanovic e André Onana, con il capitano nerazzurro che stavolta ha chance concrete di partire dal primo minuto, un po’ perché l’allenatore ex Lazio si fida di lui e potrebbe schierarlo senza paura in Serie A, un po’ in vista della semifinale della massima coppa europea contro i cugini. Matteo Darmian è stato spremuto dai tanti impegni in questa stagione e stavolta potrebbe partire dalla panchina con Danilo D’Ambrosio che è garanzia di grinta ed esperienza, ma anche abilità nell’uno contro uno, caratteristica che potrebbe rivelarsi parecchio utile contro il Sassuolo. Tra Alessandro Bastoni e Francesco Acerbi, poi, potrebbe giocare solo uno come braccetto di sinistra, visto che al centro Stefan de Vrij pretende una maglia da titolare. A centrocampo ci si attende almeno un cambio rispetto a qualche giorno fa con Roberto Gagliardini che è pronto a partire dal primo minuto. Occhio anche a Robin Gosens che, quando ha giocato, ha sempre dato garanzie di applicazione, qualità e forza fisica: Federico Dimarco comunque non parte già battuto e potrebbe partire comunque titolare. Dove ci sono più certezze resta l’attacco, visto che le rotazioni sono state decise da tempo e alla fine favoriranno proprio Correa e Lukaku con Dzeko e Lautaro Martinez pronti a subentrare. Soprattutto l’argentino che sta vivendo un ottimo momento di forma e sta diventando sempre più indispensabile per Inzaghi.

Chiunque scenderà in campo, ha l’obbligo di dare il massimo per continuare a macinare punti importanti per qualificarsi alla prossima Champions League, obiettivo che non è affatto scontato per ragioni di classifica e soprattutto perché le altre spingono e non hanno alcuna intenzione di rendere la vita facile alla Beneamata. In primis il Sassuolo che non è direttamente implicato nella corsa ai primi quattro posti, ma storicamente riesce costantemente a mettere in difficoltà le big e con la via della qualità e della proposizione offensiva, non del catenaccio duro come invece succede a molti. Con un’Inter stanca e che per diversi motivi non potrà andare al ritmo massimo potrebbero aprirsi molti spazi e la partita potrebbe prendere una piega ben precisa, all’insegna dei gol e dello spettacolo. Neanche a dirlo, i nerazzurri dovranno prestare grande attenzione alle bocche offensive dei neroverdi, sicuramente a Berardi che ora sembra essersi messo alle spalle gli infortuni dilanianti della prima parte di stagione e non ha di certo perso il talento che ha caratterizzato tutta la sua carriera. Vediamo quale attacco riuscirà a prevalere, ma se ci saranno tanti gol non saremo di certo sorpresi.

Dovranno fare bene anche i gialloblù di Marco Zaffaroni, e come hanno fatto da un po’ di tempo a questa parte riuscendo addirittura a fare quel balzetto in avanti che significa rimanere ancora un altro anno nel nostro massimo campionato. La prova per il Verona, nel lunch match di domenica, sarà contro un Torino dell’ex Ivan Juric che ha poco da chiedere ancora alla classifica, anche se con una nuova penalizzazione per la Juventus non è così detto che anche loro non possano pensare all’Europa e alla Conference League per la stagione che verrà.

I veneti ora hanno tutta l’intenzione di limitare fortemente i danni dopo una stagione fatta di tante delusioni e poche soddisfazioni, anche tanti passi falsi cocenti sia negli scontri diretti, sia nei match contro le big. I gialloblù hanno la ferrea volontà di conquistare i punti necessari per la salvezza attraverso i match casalinghi, visto che il calendario offre molte più opportunità in tal senso rispetto alle trasferte. L’ultimo appuntamento della stagione, ad esempio, sarà contro un Milan probabilmente ancora in piena corsa per la Champions League e che, quindi, non regalerà nulla ai diretti avversari. Zaffaroni, in ogni caso, deve ancora risolvere alcuni problemi tattici, soprattutto trovare la brillantezza necessaria in attacco per vincere le partite.

Proprio per questa ragione, l’allenatore schiererà con ogni probabilità due mezze punte alle spalle di un vero e proprio centravanti dal fisico poderoso, quindi in grado di far salire la squadra e di risolvere molte beghe tattiche ai suoi. La via della qualità sembra essere quella preferita per aumentare il bottino delle reti realizzate e, quindi, tutti insieme, potrebbero scendere in campo dal primo minuti Ngonge, Verdi e Lazovic, con quest’ultimo spostato sulla fascia di sinistra e con la licenza di avanzare e creare pericoli agli ospiti. Il suo dribbling, la sua capacità al tiro e il fiuto per l’assist sono caratteristiche essenziali per questo Verona dove anche quest’anno è stato il calciatore più positivo dell’intera annata. Se anche uno dei tre dovesse accendersi e trovare la regolarità che in momenti diversi hanno offerto solo a sprazzi, a quel punto le speranze di salvezza del Verona aumenterebbero a dismisura e all’improvviso.

Un altro problema annoso per i padroni di casa è quello del centravanti. Probabilmente Zaffaroni farà cadere la sua scelta su Djuric in una partita del genere, con l’opzione del lancio lungo che potrebbe essere molto utile in determinati momenti della gara per saltare il centrocampo e magari tenere la sfera lontana dalla porta. Gaich, in ogni caso, potrebbe giocare uno spezzone e garantire così il suo fiuto per il gol che potrebbe essere fondamentale per agguantare il risultato migliore possibile.

Ivan Juric, però, con il suo Torino non è in vena di regali alla sua ex squadra. Il suo 3-4-2-1 sembra aver trovato, proprio in corrispondenza di questo finale di stagione, la giusta quadratura sia in fase difensiva, sia in quella offensiva. Nonostante l’unico obiettivo rimasto sia essenzialmente quello di raggiungere la migliore posizione nella parte sinistra della classifica, i granata non fanno sconti e stanno continuando a portare a casa risultati utili fondamentali per il morale e per puntare a un piazzamento europeo nella prossima stagione.

I dubbi di formazione, in questo caso, sono un po’ di meno e si limitano soprattutto alla trequarti. La presenza di Antonio Sanabria, infatti, è praticamente certa al centro dell’attacco, ma alle sue spalle regna l’abbondanza con Nikola Vlasic e Yann Karamoh che restano favoriti. Dal francese, dopo qualche scampolo di alta qualità, ci si aspetta ancora tanto e soprattutto sotto porta dove spesso l’ex Inter è parso poco freddo. Vedremo se l’acuto arriverà proprio a Verona, in una partita thrilling e in cui chi perde rischia di pagare un prezzo molto caro.

Mourinho
José Mourinho, l’allenatore della Roma – Nanopress.it

Non solo i granata, però, possono conquistarsi quel settimo posto che in realtà di certezze ne dà comunque pochissime. Ci sono anche la Fiorentina e l’Udinese. E il Monza. E persino il Bologna, ma andiamo con ordine. Le prime due si sfideranno alle 15 all’Artemio Franchi, che solo ieri ha assistito a una rimonta che mette in dubbio la finale della terza competizione Uefa per i Viola del 7 giugno. Il momento, quindi, non può essere assolutamente dei più positivi per i toscani che ormai da qualche settimana si stanno concentrando soprattutto sui loro impegni europei e che in campionato attuano delle rotazioni puntuali, in maniera tale da tenere i titolarissimi pronti per gli impegni che contano di più in questo finale di stagione ad alta intensità. Ricordiamo, infatti, che i ragazzi di Italiano sono quelli che hanno giocato di più in questa stagione e, di conseguenza, devono gestire le energie per fare in modo di non accumulare infortuni e soprattutto di arrivare al meglio quando più conta.

Il tecnico viola, quindi, opererà quasi certamente un turnover sistematico e ragionato nelle posizioni in campo in cui si spendono più energie. A centrocampo e in attacco, quindi, dove le forze fresche non mancano e sono anche pronte a fare molto bene quando chiamate in causa, come già avvenuto in molte occasioni quest’anno. Parliamo, ad esempio, di un calciatore come Gaetano Castrovilli, uno che prima dell’infortunio era considerato tra i migliori talenti nel suo ruolo in Italia e che, per forza di cose, ha dovuto rallentare il suo percorso di crescita, o meglio metterlo per un po’ in stand-by. Ora, però, è tornato e sta regalando sprazzi di grande calcio, esattamente come vuole il suo allenatore. Certo, da quando il sistema di gioco è cambiato nel 4-2-3-1, gli è richiesta anche grande corsa e una fase difensiva più attenta. Il tiro, però, non l’ha perso, esattamente come il dribbling, e chissà che contro l’Udinese non possa avere la chance giusta per mettersi in evidenza.

Lo stesso discorso, ma con delle specifiche diverse, vale anche per Antonin Barak. Dall’ex Verona ci si aspettava decisamente di più vista la cifra che è stata investita per il suo cartellino, ma parliamo di un calciatore completo, duttile e che non ha perso il fiuto del gol che ha evidenziato soprattutto nella scorsa stagione. A Firenze nutrono grandi speranze per lui e sperano che nelle ultime settimane di quest’annata sportiva possa rivelarsi decisivo. In attacco, poi, c’è ancora da chiarire le gerarchie adeguate tra Luka Jovic e Arthur Cabral. L’ex Real Madrid ora è pronto a reclamare le giuste chance per mettersi in evidenza, ma il secondo ha dimostrato molto di più quest’anno, soprattutto sotto il profilo realizzativo. In queste settimane, però, c’è bisogno di tutti e alla fine entrambi, con le giuste alternanze, potrebbero essere delle risorse decisive per centrare gli obiettivi stagionali.

In campo, però, non ci sarà solo la Fiorentina, ma anche l’Udinese. I friulani, è vero, non hanno molto da chiedere alla classifica e un andamento piuttosto altalenante in questa fase della stagione, rispetto all’inizio che, invece, sembrava poter riservare grosse soddisfazioni alla squadra di Sottil. I bianconeri, però, non vogliono perdere l’abitudine alla vittoria in questo stralcio dell’anno e, anzi, hanno tutta la volontà di macinare altri punti per prepararsi al meglio all’anno prossimo, quando tante cose potrebbero cambiare, soprattutto in attacco, e quando gli obiettivi potrebbero essere anche più ambiziosi. Una vittoria contro la Fiorentina allo stadio Artemio Franchi potrebbe dare il giusto slancio e fare da viatico a un’annata che potrebbe essere molto più redditizia con un progetto tecnico ben avviato alle spalle. Quindi, attenzione alle sorprese e alla qualità del centrocampo friulano che comunque è il vantaggio più importante che i bianconeri hanno ancora dalla loro parte.

Il Monza, sempre alla stessa ora, ospiterà i campioni d’Italia del Napoli, che ora hanno solo l’obiettivo di dimostrare che anche a risultato acquisito non ce n’è per nessuno. I partenopei hanno ancora tanta benzina in corpo, ma con la pancia un po’ più piena e con delle rotazioni da effettuare, dato che sono tanti i calciatori che meritano spazio e che, invece, non ne hanno avuto in una stagione congestionata di obiettivi e impegni importanti, in cui Luciano Spalletti ha fatto affidamento soprattutto sui suoi titolarissimi. Nelle ore che precedono la partita, si parla molto di chi potrebbe rifiatare e si tratta di big assoluti del club partenopeo. Attenzione, quindi, a capitan Giovanni Di Lorenzo, uno di quelli che è assolutamente indispensabile nello scacchiere tattico del tecnico di Certaldo e che sulla fascia destra è stato inamovibile quasi in ogni appuntamento della stagione. La sua presenza è in dubbio per il Monza e potrebbe essergli concesso un turno di riposo per rifiatare quando, invece, ci sarà qualche partita più importante e in cui mostrare un po’ di orgoglio in più da mettere in gioco, ad esempio quella contro l’Inter che nel girone d’andata è stata l’unica a battere i primi della classe.

Qualche dubbio, negli scorsi giorni, c’è stato anche per Victor Osimhen, ma il centravanti nigeriano ha una fame che è superiore alla stanchezza e alla necessità di lasciare spazio ad altri. Proprio per questo, soprattutto con la ferrea volontà di aumentare il bottino di reti realizzate per la classifica marcatori, dovrebbe comunque partire dal primo minuto nella speranza di ampliare la distanza rispetto a Lautaro Martinez e a chi gli sta alle spalle. Il discorso non vale per Khvicha Kvaratskhelia che sta vivendo un momento di appannamento dopo due terzi di stagione giocati ad altissimo livello e che, invece, nell’ultimo periodo, hanno lasciato spazio a qualche errore in più, delle marcature più strette e meno precisione. Al suo posto, Spalletti è pronto Elmas, ma occhio anche a Zerbin, un giovane in cui l’allenatore crede molto e che potrebbe avere un’occasione importante in questo finale di stagione.

I brianzoli, invece, fuori dalle ambizioni di classifica, hanno l’ambizione di muovere ancora la classifica e di portare a casa qualche altra vittoria prestigiosa, fondamentale per rendere ancora più speciale un’annata in cui i lombardi hanno dato prova di avere grande qualità e aggressività, soprattutto dall’arrivo di Raffaele Palladino in panchina. Il Napoli dovrà stare attento alla forza propulsiva del Monza sugli esterni, soprattutto con Carlos Augusto, ma anche agli attaccanti e ai fantasisti, da Gianluca Caprari a Dany Mota che sono pronti a mettere in difficoltà anche la retroguardia più battuta del torneo. Il pubblico dell’U-Power Stadium ha tutta l’intenzione di sostenere i suoi fino alla vittoria e di assistere, quindi, a un’altra grande impresa.

Gli ultimi, ovvero gli uomini di Thiago Motta hanno la sfida, sulla carta, più difficile, perché avranno come invitati alla loro serata di domenica alle 18 i giallorossi di mister triplete, dello Special One, che hanno vinto contro il Bayer Leverkusen, ieri, a Roma senza Paulo Dybala e in Champions League ci vogliono tornare dal campionato non solo da un altro trionfo (possibile) europeo a un anno esatto dal primo. Una sfida difficile, è vero, ma anche con diverse incognite all’attivo. I capitolini, infatti, devono fare i conti con molte assenze e in ogni zona del campo, senza che si possa pensare di recuperare qualcuno in vista della sfida contro i rossoblù.

È ovvio che Mourinho pensi più a conquistare una finale europea che darebbe grande lustro e storia ai giallorossi e soprattutto contribuirebbe a scrivere una nuova pagina di storia per il club, esattamente come quella che lo Special One è riuscito a disegnare con i suoi ragazzi nella scorsa stagione, ma in un torneo meno prestigioso e che ha rappresentato comunque una grande svolta per il club della Capitale. Bryan Cristante sarà ancora una volta costretto a giocare da centrale di difesa, vista l’assenza di Chris Smalling che potrebbe rientrare proprio in occasione della sfida europea contro i tedeschi. La squadra ospite, per il resto, sarà piena zeppa di giovani pronti a rubare la scena o almeno a conquistare un risultato utile per la classifica. Sulla scia di Edoardo Bove, di cui si è parlato tanto e in positivo questa settimana, proveranno a mettersi in evidenza Missori e Tahirovic, ma nella formazione titolare ci sarà anche Zalewski che è da molti considerato un elemento imprescindibile a tutti gli effetti, ma la cui carta d’identità è comunque verdissima. L’unico vero ballottaggio tra i ballottaggi resiste in attacco, con Andrea Belotti che sembra destinato ad avere la meglio su Tammy Abraham. Il centravanti inglese potrebbe prevalere, invece, in Europa League e riportare alla memoria le imprese dello scorso anno, nonostante nel 2023 da lui ci si aspettasse molto di più.

La risposta del Bologna, soprattutto tra le mura amiche e contro una big, la si aspetta in maniera sempre più convinta e sulla scia degli ottimi risultati conseguiti nella seconda parte di stagione. Thiago Motta, inoltre, potrebbe tornare a schierare stabilmente Marko Arnautovic da centravanti: le vittorie e le grandi prestazioni dei felsinei hanno oscurato un’assenza in realtà pesantissima per chiunque, ma che l’allenatore ex PSG e Inter (ma da calciatore) ha saputo compensare trovando nuovi equilibri e una manovra offensiva composta da uomini leggeri e abili nel dribbling. Insomma, la Roma cercherà innanzitutto di frenare l’intensità dei padroni di casa e magari, soprattutto nel finale di partita, di strappare il risultato migliore possibile, quello della vittoria, per avvicinarsi al meglio all’Europa League.

A chiudere le danze, domenica, ci penseranno poi la Juventus e la Cremonese. Per quanto riguarda la Vecchia Signora, con un’incognita grande quanto una casa sul futuro – il 22 maggio arriveranno risposte più certe su cosa ne sarà della sua classifica -, non ha mai perso la grinta e la tenacia, tanto che ieri il gol del pareggio contro la squadra che è sinonimo di trofei di Europa League è arrivato quasi allo scadere, e tanto che adesso è seconda, e là vuole rimanere, per lo meno, vuole macinare punti che poi, quasi sicuramente, le verranno levati. Sui grigiorossi, il ritorno in A è stato segnato da una semifinale di Coppa Italia guadagnata contro Napoli prima e Roma dopo – e persa contro la Viola -, e da qualche vittoria pesante che adesso, a quattro giornate dalla fine, sta alimentando sogni che fino a qualche tempo, soprattutto prima dell’arrivo di Davide Ballardini, erano chimere, eppure la distanza dal Verona è di solo sei punti, e chissà che non si riesca a fermare pure i bianconeri.

Allegri
Massimiliano Allegri, il tecnico della Juventus – Nanopress.it

La stagione dei bianconeri si sta presentando in maniera piuttosto anomala, sia per i blackout che spesso hanno riguardato la Vecchia Signora, sia – soprattutto – per le questioni giudiziarie che sul più bello hanno tagliato le gambe alla compagine bianconera proprio quando i tentativi di rimonta sembravano arrivati alla miglior conclusione. Quello che non è quasi mai mancato, se non in alcune occasioni sporadiche, è la compattezza difensiva. La squadra dovrà aggrapparsi a quello anche nel match contro la Cremonese, un club che non pretende per forza il massimo risultato, ma che vuole continuare a stupire anche in campionato.

La stanchezza per l’Europa League, però, potrebbe farsi sentire anche per i ragazzi di Allegri che, quindi, è pronto a operare delle rotazioni sapienti, infortuni permettendo. A partire da chi giocherà in porta, visto che Mattia Perin è il miglior secondo del campionato ed è pronto a garantire una prestazione affidabile anche in questo match di campionato. In mezzo al campo, invece, attenzione al turno di riposo che potrebbe essere concesso a Manuel Locatelli e, a quel punto, alla possibile presenza di Leandro Paredes in mezzo al campo, nonostante in questa stagione non abbia quasi mai fatto la differenza. Ai suoi fianchi, Adrien Rabiot sembra una presenza irrinunciabile, visto il grande contributo che è riuscito a dare nel 2022/23 con la maglia bianconera in termini di gol, assist e contrasti. Nicolò Fagioli sembra ugualmente certo del posto e con la ferrea volontà di rispedire al mittente le critiche dell’ultimo periodo per qualche errore pesante. Un’altra occasione potrebbe essere data anche a Dusan Vlahovic, uno che ha evidenziato più volte l’istinto del killer, ma che spesso si è dovuto arrendere a qualche periodo di magra, dicono in molti, anche per via dello stile di gioco impostato da Allegri. Al suo fianco, attenzione a Federico Chiesa, una vera e propria mossa tattica, dato che con i suoi dribbling è pronto a far impazzire i diretti avversari e a creare la superiorità numerica.

Di contro, la Cremonese non ha alcuna intenzione di partire già battuta, nonostante i verdetti finali le stiano dando torto alla fine. Davide Ballardini arriverà alla partita con i soliti dilemmi riguardanti l’attacco dove solo David Okereke sembra certo di una maglia. Chiunque venga scelto dovrà dimostrare di poter fare male a una delle retroguardie migliori del campionato e, quindi, di poter regalare un’altra serata storica ai suoi. Che non sono state molte, neanche abbastanza in questa stagione, ma qualche soddisfazione nel buio è anche capace di arrivare.

La partita che metterà fine a questa 35esima giornata di Serie A, lunedì alle 20:45, è tra una Sampdoria matematicamente in B che davanti al pubblico di Marassi sfiderà l’Empoli a cui, invece, manca solo un punto per dirsi tranquillo, ma potrebbe esserlo già senza scendere in campo se tutto dovesse andare male per chi sta dietro. Una questione di orgoglio, di maglia, di grinta, tutti quegli ingredienti che in molte occasioni Dejan Stankovic ha cercato di trasferire ai suoi ragazzi, ma che hanno avuto la peggio in una stagione fatta di tanti blackout, ma ancor di più da problemi societari che sono stati l’elefante nella stanza per una squadra dalle grandi potenzialità, ma con dei problemi offensivi più che evidenti. Il tecnico serbo cercherà di oscurarli utilizzando gli uomini di maggiore esperienza che ha in rosa e, quindi, quel Manolo Gabbiadini che spesso ha acceso la luce in questa stagione e Fabio Quagliarella, alle ultime presenze con la maglia blucerchiata. La forza propulsiva della squadra restano comunque gli esterni dove Tommaso Augello ha dimostrato di meritare ancora questa categoria e Alessandro Zanoli ha dato prova di essere un talento della fascia può crescere molto bene e che può togliersi grandi soddisfazioni ovunque vorrà proseguire la sua carriera.

L’Empoli ancora ha bisogno di qualche lunghezza e non farà sconti, soprattutto vorrà ancora mostrare il talento in rosa che l’ha reso uno dei club più interessanti per i talent scout nelle ultime stagioni. Anche per gli ospiti i dubbi maggiori di formazione sono relegati all’attacco, tanto per cambiare. Nell’ormai consueto 4-2-3-1 troverà ancora spazio sulla corsia esterna Nicolò Cambiaghi con licenza di fare male accentrandosi o proseguendo lungo la linea laterale per mettere al centro cross interessanti. Anche Francesco Caputo dovrebbe comunque essere certo di una maglia lì davanti e anche Tommaso Baldanzi, abile a incunearsi tra le linee e che ormai non esce più dal campo. I toscani potrebbero infierire sui liguri e togliersi un’altra soddisfazione, ma non siamo certi che quest’esito sia poi così scontato, non questa volta.

Dove vedere in tv e diretta streaming il 35esimo turno del nostro massimo campionato: Inter e Lazio vanno (anche) su Sky

Quanto a dove vedere le partite della 35esima giornata di Serie A, come sempre, c’è Dazn, e quindi la piattaforma che si può vedere, con abbonamento, su qualsiasi dispositivo elettronico che supporti l’app, anche lo smartphone se siete all’estero o in giro a bere una birra con amici. Su Sky, invece, si potranno vedere sia la gara della Lazio contro il Lecce di oggi alle 20:45, sia quella dell’Inter contro il Sassuolo di sabato alle 20:45, sia, infine, quella tra Verona e Torino di domenica all’ora di pranzo. Ovviamente queste ultime tre si potranno gustare anche su Sky Go, e quindi anche sul telefono e ovunque voi siate.

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