Dove vedere in tv e streaming l’andata dei quarti di Europa e Conference League

Dopo le notti magiche della Champions League, in cui Inter e Milan, una in trasferta, l’altra a San Siro, hanno vinto l’andata dei quarti di finale contro Benfica e Napoli, è tempo di Europa e Conference League, con altre tre squadre italiane impegnate sempre nell’andata della terza fase a eliminazione diretta. Ad aprire le danze sarà la Roma di José Mourinho, che se la vedrà alle 18:45, a Rotterdam, contro il Feyenoord, il club contro cui l’anno scorso ha vinto la terza competizione Uefa grazie al gol di Nicolò Zaniolo. Poi sarà il turno, alle 21, della Juventus, impegnata allo Stadium contro lo Sporting, e della Fiorentina che, invece, sarà ospite del Lech, in Polonia.

Dybala
Paulo Dybala, attaccante della Roma, che festeggia con i suoi compagni di squadra il gol vittoria contro il Torino di sabato – Nanopress.it

A completare il quadro dei quarti di finale di Europa League, poi, ci sarà la super sfida tra il Manchester United e il Siviglia, tra l’altro nella stessa parte di tabellone dei bianconeri di Massimiliano Allegri, e Bayer Leverkusen contro la Royale Union Saint Gilloise, inserite dalla stessa parte dei giallorossi. Per quanto riguarda, invece, la Conference, da non sottovalutare la partita tra Gent e West Ham, e tra Anderlecht e AZ Alkmaar, ovvero la squadra che ha fatto fuori la Lazio di Maurizio Sarri agli ottavi. Se tutto dovesse procedere al meglio per la Viola di Vincenzo Italiano, se la vedrà con la vincente di Basilea-Nizza. Vediamo insieme nel dettaglio cosa ci aspetta e dove poter vedere le partite in tv e diretta streaming.

Ai quarti di finale di Europa League, la Roma ospite del Feyenoord per un remake della finale di Tirana, mentre la Juventus attende lo Sporting

I gol, e anche le polemiche della Champions League torneranno a farci compagnia la prossima settimana – e anche se più di un pensiero correrà per Inter, Milan e Napoli al raggiungimento di quella semifinale che a inizio anno sarebbe stata solo un sogno e che oggi, invece, è quasi realtà -, e quindi è tempo di Europa e Conference League. Per l’andata dei quarti di finale della seconda competizione Uefa, i primi a scendere in campo saranno gli uomini di José Mourinho, terzi in campionato e desiderosi più che mai di arrivare in finale per conquistare, a distanza di un anno dalla prima volta, il secondo trofeo europeo.

Quasi per ironia della sorte, saranno sempre gli olandesi del Feyenoord a incrociare la Roma, esattamente come successo a Tirana il 25 maggio. Da allora di cose ne sono cambiate parecchie, innanzitutto l’uomo che ha permesso allo Special One di fare tripletta di competizioni europee vinte, ovvero Nicolò Zaniolo, non gioca più nella Capitale, e tanti interpreti sono cambiati anche per la squadra di Arne Slot.

Arrivati primi nel girone della Lazio, sancendone di fatto la retrocessione in Conference all’ultima giornata, sono quelli che hanno segnato di più in questa edizione dell’Europa League (21 gol, sette arrivati contro lo Shakhtar Donetsk agli ottavi). Non solo, però, perché se l’anno scorso viaggiavano terzi in campionato, quest’anno comandano su tutti e hanno addirittura otto punti di vantaggio sull’Ajax a sei giornate dal termine. La partita delle 18:45 che si potrà vedere su Dazn, Sky Sport Uno, Sky Sport 4K, Sky Sport canale 252 e in streaming su Sky Go Now Tv è tutto meno che scontata e servirà la versione migliore dei giallorossi per far sì che tutto proceda per il meglio.

Di certo, non ci sono favoriti in un confronto del genere e che tutti gli appassionati di calcio e di Europa League avranno già cerchiato in rosso nella lista della priorità. L’anno scorso è andata meglio agli uomini di José Mourinho e per una grande festa, quella che vive chi torna a vincere in Europa dopo anni di astinenza e che ha dato un senso totalmente diverso alla prima stagione dello Special One dopo il ritorno in Italia. Da allora, però, e anche in quel caso fu un match tiratissimo, sono cambiate tante cose e non stiamo parlando solo dei giallorossi. Infatti, la squadra del tecnico portoghese è riuscito a dare ancora più senso alla compagine a sua disposizione, anche grazie al lavoro certosino di Tiago Pinto sul calciomercato. È vero, a gennaio ha salutato il mattatore di quella finale, ma intanto erano stati aggiunti alla rosa calciatori del valore di Paulo Dybala, Georginio Wijnaldum e anche Andrea Belotti, che finora non ha per nulla reso secondo le aspettative, ma che comunque rappresenta un’alternativa di assoluto valore e che con la maglia del Torino ha segnato un gran numero di gol. Sicuramente possiamo dire che la Roma si è rinforzata nel corso degli ultimi dieci mesi, anche perché le consapevolezze e l’aderenza al gioco di Mourinho è migliorata e non diminuita.

Si vede anche dal percorso in campionato, dove i giallorossi hanno fatto meglio di un anno fa e proveranno a strappare un posto nella prossima Champions League fino all’ultima giornata, magari anche vincendo direttamente l’Europa League, che potrebbe essere addirittura più semplice. Dall’altra parte, però, non c’è stato solo qualche cambiamento per puntellare la rosa a disposizione di Slot, ma da quella sconfitta si è ripartiti con una voglia di rivoluzione che non poteva restare inascoltata e alla fine ha dato grossi frutti. Il percorso in campionato degli olandesi, anche in questo caso, parla chiaro, dato che sono primissimi in classifica e a dispetto di formazioni rodate e ben messe in campo, con la loro solita filosofia, come PSV e Ajax. L’epicentro del gioco è rimasto l’uomo maggiormente rappresentativo, quel Orkun Kokcu che ha nei piedi la qualità e delle trame di gioco di primo livello, di quelle che ti fanno vincere le partite. L’anno scorso la Roma è riuscita a contenerlo senza troppi patemi e con le linee strette del centrocampo capitolino ha fatto molta fatica a gestire alla solita maniera la regia o a trovare soluzioni importanti al tiro o anche solo per assist vincenti. Quest’anno tenterà di stravolgere la melodia del doppio confronto, anche sfruttando altre linee di gioco, non guardando solo alle palle verticali, ma anche alla regia bassa e relegando la manovra verso gli esterni che poi sono abili a innescare dei pericolosi uno contro uno.

Insomma, sarà un Feyenoord diverso in tutto e per tutto, se non nella filosofia di base che anima questa società. Anche nella punta che, di solito, è quella componente che può far girare in maniera completamente diversa la squadra e dà anche numeri realizzativi diversi, a seconda della resa. Se nella scorsa stagione Cyriel Dessers era stato enorme protagonista e capocannoniere della Conference, comunque a fine anno si è consumato l’addio agli olandesi con l’arrivo in Serie A, dove alla Cremonese ancora non è riuscito a imporsi del tutto come protagonista, ma questa è un’altra storia. In compenso il Feyenoord ha deciso di puntare su Santiago Gimenez, una punta di soli 22 anni che ancora deve migliorare in alcuni fondamentali, ma offre molte più prospettive e un’intelligenza del gioco che già è presente e può solo crescere. Sarà lui uno dei pericoli numero uno che la Roma dovrà cercare di attenuare nel doppio confronto, ma non è di certo l’unico.

Igor Paixao è un calciatore molto giovane e che ha tanto talento dalla sua parte, ma forse è un po’ leggerino e non ha molta potenza nelle gambe, tanto che spesso Slot decide di farlo entrare a partita in corso per cambiare l’andamento del match o semplicemente per dare una faccia diversa alla squadra. A ogni modo, la Roma dovrà preparare la partita su calciatori simili a lui, come Idrissi che spesso ha deluso nella sua carriera, ma che, quando si accende, può mettere in difficoltà qualsiasi difesa. La vera domanda è: nel complesso è una rosa che può davvero impensierire i giallorossi? L’ultimo periodo di grande forma sia dal punto di vista del gioco, sia per quello dei risultati ci indurrebbe a dire di sì, soprattutto perché il Feyenoord ha superato comunque dei turni difficili in Europa League (e la Lazio ne sa qualcosa), ma per la razzia sportiva che sta facendo di qualsiasi avversario gli capiti di fronte in campionato.

La società ha lavorato decisamente bene per allestire una rosa che non ha affatto un costo alto, ma che insieme è particolarmente equilibrata e, infatti, ha dei numeri buoni sia in attacco sia in difesa. Nella seconda parte di stagione, poi, il marchio dell’allenatore ha iniziato a farsi vedere con molta più continuità e la mentalità è stata solo il passo successivo, che poi è quella che permette di vincere tante partite consecutive. Ricordiamo, inoltre, che quel restyling totale a cui accennavamo non riguarda solo centrocampo e attacco, ma anche una difesa che ora è molto più preparata rispetto a quella di quasi un anno fa. Calciatori come Geertruida, Hancko e Hartman hanno garantito molta più fisicità ed esplosività a un reparto che nella scorsa stagione spesso ha sofferto e, invece, ora pare blindato. Insomma, la macchina perfetta di Slot, o almeno è così anche per chi commenta l’Olanda, ora è arrivata a una prova decisiva anche in Europa League e lo stesso vale per la Roma.

I giallorossi hanno aumentato con il tempo il numero delle loro soluzioni di gioco, riuscendo sempre più spesso a portare nuovi marcatori in rete per via dell’innalzamento della qualità sulla trequarti, dove ovviamente Dybala la fa da padrone, ma anche Pellegrini è sempre più centrale e forse il miglior rifinitore che attualmente abbiamo nel calcio italiano e di nazionalità italiana. Il tutto senza perdere nella fase difensiva che, anzi, è ulteriormente cresciuta di livello. Chris Smalling è l’uomo che comanda il reparto, sempre attento a blindare le vie centrali con una fisicità e un’esperienza che in Europa League hanno in pochi in quella posizione e ai suoi lati Gianluca Mancini e Roger Ibanez hanno aggiunto una potenza fisica e una concentrazione che trascinano per mentalità e forza. Inoltre, il difensore italiano è colui che ha lanciato Zaniolo nell’ultima finale di Europa League e che, quindi, ha ricordi parecchio lieti a Tirana. Ricordi che, da uno dei leader assoluti del gruppo, vorrà mettere in campo anche in questo nuovo confronto, segnalandosi ancora tra i migliori in campo.

Insomma, per lo stato di forma e le prospettive di crescita, anche durante il corso dell’anno, alla Roma poteva andare sicuramente meglio, ma se si guarda ai valori tecnici complessivi di una squadra che è stata allestita soprattutto per il futuro, ci si poteva aspettare di meglio arrivati ai quarti di finale. E si sa, chi vuole arrivare ad alzare al cielo un trofeo europeo avversari del genere deve superarli, altrimenti è giusto che esca. Ci aspettiamo comunque una partita equilibrata e aperta a qualsiasi risultato, in cui chi avrà la meglio lo farà di poco e non con tanti gol di scarto, esattamente come un anno prima.

La partita, di certo, Mourinho l’ha preparata al meglio e nei dettagli, presentando ai suoi tutte le possibili insidie del doppio confronto, soprattutto in casa degli olandesi. Oltre a lavorare sul campo comunque, il tecnico ha anche presentato al meglio il match in sala stampa e prima del match: “Se il clima è ostile fuori dal campo è un peccato per i tifosi e per voi, che dovete risolvere un problema di sicurezza in Olanda (ha detto ai giornalisti di casa, ndr). Ma sul campo si affronteranno due squadre normalmente, non ci saranno problemi”. E poi ha continuato: La Roma dovrà dimostrare personalità e maturità. In casa mi piace giocare con i nostri tifosi, fuori non è un problema giocare in un ambiente ostile. La Roma è una squadra umile e anche il suo allenatore lo è”. Parole che mettono in guardia tutto l’ambiente su come andrà affrontato il match, soprattutto in terra ospite. Servirà gestione, maturità, compattezza e soprattutto rispettare l’avversario per avere la meglio e alla fine la squadra della Capitale potrà tornare a gioire ancora una volta e qualche mese dopo. È giusto così nel calcio, perché i grandi traguardi vanno meritati.

Alle 21, poi, scenderà in campo la Juventus di Massimiliano Allegri, con un pensiero forse a mercoledì in cui arriverà la sentenza del Collegio di garanzia del Coni che potrebbe confermare o levare i 15 punti di penalizzazione in Serie A. Reduci dalla sconfitta contro l’ex Maurizio Sarri, i bianconeri se la vedranno per il primo atto contro lo Sporting Club de Portugal, quarto nel campionato portoghese, ma arrivato alla terza fase a eliminazione diretta del secondo torneo Uefa per aver eliminato, ai calci di rigore, l’Arsenal, che invece è la squadra che sta dominando in Premier League.

Pogba Allegri
Paul Pogba, centrocampista della Juventus, e Massimiliano Allegri, tecnico dei bianconeri – Nanopress.it

Insomma, anche qua, nulla è ancora scritto e a parlare sarà soprattutto il campo, in cui potrebbe tornare a fare capolino anche Paul Pogba, il francese tornato a Torino in estate ma che finora ha giocato solo due partite con la maglia dei bianconeri in stagione. La partita dell’Allianz Arena si potrà gustare sugli stessi canali in cui si vedrà la Roma, ma anche in chiaro su Tv8.

L’Europa League è la via che ha la Juventus per riscattare una stagione finora avara di soddisfazione e che nasceva con ben altre premesse. Diversi calciatori acquistati, campioni già affermati e pronti per vincere, non hanno reso quanto ci si aspettava, soprattutto non sono riusciti a creare, almeno dal punto di vista tecnico e tattico, un gruppo coeso e pronto per alzare subito lo scudetto al cielo, al contrario rispetto a quanto in partenza credeva Massimiliano Allegri, o almeno si aspettava qualche mese prima. La colpa, però, non è mentale, non sicuramente per le questioni di campo. Anzi, la maggior parte dei problemi sono arrivati dall’alto o dal fuori, sicuramente da una dirigenza che qualche mese fa ha dovuto dimettersi in blocco e che ora è al centro di una tempesta giuridica e finanziaria che non è detto si risolverà già con il verdetto del CONI del prossimo 19 aprile.

Se la Champions League è andata male molto prima, però, la Juventus ha trovato ben altre risposte nel percorso da febbraio in poi e una continuità che prima era sconosciuta, se non per alcuni stralci, in questa stagione. Un fenomeno come Angel Di Maria, che va ancora un po’ troppo a intermittenza in campionato, ha dato il meglio contro il Nantes e ha dimostrato quanto possa essere ancora importante in partite secche, che da sempre lo esaltano e in cui, con la sua straordinaria qualità, può essere decisivo sia per trovare la via dell’assist sia quella del gol. L’argentino è di sicuro quello che in squadra ha le caratteristiche necessarie per accendersi all’improvviso, puntare uno o due avversari e creare gli spazi per i compagni o per la sua soluzione personale. Con le maglie un po’ più aperte che si trovano in Europa è sicuramente una bella notizia rivederlo a questi livelli e con la maglia di una squadra italiana in questo caso.

Non si tratta comunque di una soluzione isolata sulla trequarti di destra, perché dall’altra parte sta entrando a pieno regime anche Federico Chiesa che non è solo l’uomo dell’Italia e che per diversi mesi ha fatto anche le fortune della Juventus, ma che può garantire anche più soluzioni tattiche alla squadra di Allegri. Con lui si può passare al 4-3-3, o comunque al tridente lì davanti, e stiamo parlando probabilmente dell’unico calciatore in squadra capace di andare in progressione, scartare avversari sull’angolo e arriva a fondo campo per poi mettere al centro dell’area palloni letali o semplicemente per arrivare al tiro vincente. Di calciatori così in giro non ce ne sono tanti e per questo la Vecchia Signora vuole tenerlo e impostarci anche il prossimo futuro che, nei piani della società, dovrà tornare a essere vincente.

Sempre in Europa, dovrà fare la differenza anche Dusan Vlahovic, uno sulle cui spalle si dovrà basare l’attacco della Juventus del presente e del futuro. Il serbo ex Fiorentina è stato pagato molto e da lui, anche nel breve termine, ci si aspettava decisamente di più. Il problema, e non di poco conto, è che non sembra essere particolarmente adatto al gioco di Allegri, soprattutto se costretto a lavorare a molti metri dall’area di rigore e spalle alle porte. Vlahovic è un finalizzatore vecchio stampo e con grande tecnica al tiro, uno che deve abitare gli ultimi metri di campo, l’area di rigore in sé e per sé, ed è lì che riesce a essere decisivo, dove può fare la differenza in qualsiasi momento della partita e senza che possa essere davvero preventivabile o contenibile per chi deve fermarlo. Il calciatore che quest’anno doveva trovare la sua consacrazione alla Juventus, invece, si è dimostrato tutt’altro e quindi un attaccante spesso triste, spaesato e purtroppo anche alle prese con i problemi fisici. La pubalgia non è un fastidio che si recupera in fretta e non del tutto, soprattutto è difficile che alla lunga non condizioni una stagione intera. Questo è sicuramente un fattore da tenere in considerazione nella valutazione del presente e del futuro del ragazzo, ma non può essere neanche una giustificazione. Insomma, riscattarsi in un quarto di finale decisivo, magari trascinando i suoi tra le prime quattro, sarebbe un buon modo di dimostrare di essere affidabile e continuo, di poter davvero essere quel talento di far saltare il banco.

Siamo partiti dall’attacco per valutare ciò che potrebbe essere della Juventus, perché i suoi avversari, gli uomini dello Sporting, è così che vanno affrontati, sempre con la testa alta e la volontà di far male, più che di contenere, altrimenti ci si può fare male. Ricordiamo che l’eliminazione dalla Champions League per i bianconeri è arrivata per mano del Benfica che ha talenti molto più importanti e un contesto di squadra più alto rispetto ai rivali tra i confini nazionali, ma ha comunque delle idee e un tessuto di gioco simili. Lo Sporting, infatti, esattamente come gli uomini di Roger Schmidt, è una squadra che ama vedere e pensare il gioco con il pallone davanti, costruire e difendere pressando in attacco. Alcuni lo chiamano calcio moderno, altri la considerano semplicemente la filosofia portoghese e quindi iberica. A prescindere dai termini che si vogliono utilizzare per descrivere ciò che poi si vede in campo, i verdi di Ruben Amorim sono una squadra temibile, che a volte denuncia qualche blackout di troppo, ma stiamo parlando comunque della terza forza della Liga e questo non va dimenticato.

La Juventus non dovrà basarsi, quindi, solo sulla sua forza difensiva, sul chiudere sapientemente ogni spazio e far rimbalzare qualsiasi attacco arrivi dalle parti di Wojciech Szczesny per poi ripartire. No, la Vecchia Signora con gli uomini che ha a disposizione è obbligata anche a costruire un’azione e una manovra fatta di intensità, qualità e con degli schemi che liberino spesso gli attaccanti al tiro. È la base per chi vuole davvero arrivare a fare male con continuità e scovare i punti deboli degli avversari per poi colpire proprio lì. E i tifosi, anche nei momenti più brillanti di questa stagione, hanno continuato a chiederlo senza mai essere davvero ascoltati.

Passando, invece, allo Sporting e alle armi a cui bisogna davvero stare attenti per superare il turno, i bianconeri dovranno essere bravi a disinnescare un difensore come Goncalo Inacio che ha solo 21 anni, ma sta già riuscendo a esprimersi a ottimi livelli, abbinando grande fisicità a un mancino comunque educato. Poco più avanti, e sempre con la gioventù al potere, c’è un certo Manuel Ugarte, di cui in pochi avranno sentito davvero parlare, ma parliamo di un talento che in mediana è particolarmente utile per cucire il gioco e spezzare quello degli avversari. Un calciatore che può migliorare un po’ in tutto, ma che rispecchia sicuramente la filosofia che sta formando diversi profili completi e moderni in quella zona di campo. Di certo, anche lui è uno di quelli da tenere d’occhio, nonostante la Vecchia Signora abbia a disposizione comunque talenti ugualmente importanti da contrapporgli.

I calciatori più importanti della squadra restano comunque quelli laterali, in attacco ovviamente, e l’Arsenal ne sa qualcosa. Il riferimento è sicuramente a Pedro Goncalves, un’ala sinistra di soli 24 anni che ha già ampiamente conquistato il posto da titolare e riesce puntualmente a mettere in crisi qualsiasi avversario si trovi sulla sua squadra. È lui, a nostro avviso, la stella della sua squadra, uno che potrebbe tranquillamente fare comodo a tante squadre anche nella nostra Serie A e che in questa stagione sta avendo l’occasione di consacrarsi anche ad altissimi livelli. Dall’altra parte, lo Sporting non è messo tanto peggio, anzi. Infatti, anche Marcus Edwards è un calciatore di livello e, anche in questo caso, ha dalla sua la giovane età che gli permette di avere ancora ampi margini di miglioramento.

Vedete già una prima differenza rispetto al Benfica: mentre la squadra di Schmidt, di solito, in Europa parte con un equilibratore o un manovratore di gioco per fare maggiore equilibrio, lo Sporting ha due esterni simmetrici e con caratteristiche non troppo distanti che amano essere liberati all’uno contro uno e creare la superiorità numerica. La Juventus, di solito, è brava a contenere talenti così, ma ha anche preso cinque reti in un solo match da una squadra come il Napoli che gioca più o meno lo stesso livello di calcio, anche se a livello più alto. Infine, c’è Trincao, uno che a inizio carriera è stato paragonato in tutto e per tutto a Cristiano Ronaldo. Con il senno di poi, potremmo dire che resta una similitudine piuttosto generosa come ce ne sono tante in giro per il mondo, ma il calciatore è di valore, soprattutto a livello qualitativo, e garantisce soluzioni interessanti, quasi imprevedibili per gli avversari.

Insomma, la squadra di Allegri dovrà stare particolarmente attenta a limitare queste bocche di fuoco e possibilmente far risaltare le sue qualità offensive e con il pallone tra i piedi. Se si parla della difesa, invece, un leader come Danilo e calciatore fisico e istintivo come Gleison Bremer dovranno cercare di far valere la loro esuberanza atletica e le loro conoscenze tattiche per far sì di subire il meno possibile le iniziative degli avversari. Solo così, e con un po’ di fortuna, i bianconeri riusciranno a superare una prova comunque temibile e contro chi ha eliminato l’Arsenal, probabilmente la squadra favorita a quel punto del torneo per alzare al cielo l’Europa League. Chissà che, una volta eliminati i portoghesi, la strada non possa davvero essere in discesa per la Juventus o comunque per un club italiano, ma questo lo sapremo solo tra qualche settimana. E servirà anche una buone dose di fortuna che nel calcio e nelle competizioni a eliminazione diretta non fa per nulla male.

Le altre due partite, ovvero quella tra Bayer Leverkusen e Royale Union Saint Gilloise, in cui potrebbe uscire la sfidante della squadra di Mourinho in semifinale, e quella un po’ più prestigiosa tra il Manchester United e il Siviglia – gli spagnoli hanno vinto sei edizioni del torneo, di cui tre volte di fila – da cui uscirà la probabile sfidante della Juventus, si potranno vedere sempre su Dazn e su Sky, e in particolare (rispettivamente) al canale 255 e 254.

Si tratta di due quarti di finale, ma di sfide completamente diverse e di portata comunque opposta a livello di attesa e di aspettative finali per la vittoria del torneo. I Red Devils da sempre sono designati come i massimi favoriti per tentare di alzare la coppa al cielo, ma, arrivati a questo punto, sono costretti a vedersela con gli assoluti re del torneo, il Siviglia che più di tutti ha quel trofeo in bacheca e sembra avere un rapporto profondo con questa competizione, esattamente come il Real Madrid ce l’ha con la Champions League. Ai nastri di partenza, i favoriti sembrano essere assolutamente gli inglesi, ma il calcio ha anche qualcosa di più irrazionale e che alla fine decide le partite. Per questo, i pronostici restano aperti e il doppio confronto andrà giocato fino alla fine, ma ricordiamo che chi supererà questo turno potrebbe incontrare la Juventus in semifinale. E non è detto che alla fine siano i diavoli rossi.

Il Bayer Leverkusen, non ce ne vogliano i suoi tifosi e siamo pronti a essere smentiti, sulla carta ha qualcosa in meno rispetto alle due ultime squadre che abbiamo presentato. I tedeschi, però, restano comunque favoriti rispetto ai belgi del Royale Union che, fino a oggi, ha rappresentato la grande sorpresa dell’Europa League. Da questo doppio confronto non ci aspettiamo la squadra che alla fine arriverà a vincere il trofeo, ma tanto spettacolo e un gran numero di gol realizzati. Lo scriviamo con convinzione, perché entrambe le squadre hanno degli attacchi e una manovra offensiva temibili, anche con delle buone individualità, ma poi denuncia delle importanti mancanze nella fase di contenimento e in quella difensiva. Ricordiamo che chi delle due supererà l’altra dovrà vedersela con una tra Roma e Feyenoord in semifinale e, quindi, anche questa è una partita che interessa un’italiana da vicino. Tra qualche settimana, potremmo renderci conto che non si tratta di un dato da sottovalutare.

La Fiorentina attesa alle 21 dal Lech in Polonia per i quarti di Conference League

Senza i biancocelesti, eliminati agli ottavi dagli olandesi dell’AZ Alkmaar, l’unica squadra rimasta a tenere alto il nome dell’Italia in Conference League è la Fiorentina, che anche quando le cose non andavano come avrebbero voluto in campionato, hanno sempre onorato la competizione.

Per i quarti di finale di andata, la squadra di Vincenzo Italiano se la vedrà alle 21 contro il Lech Poznan, in Polonia. La squadra di John van de Brom è la prima polacca, in 27 anni, a raggiungere i quarti di finale di una competizione Uefa, e bene stanno facendo anche in campionato, dove sono arrivate a sette partite senza perdere (cinque vittorie e due pareggi). Per quanto riguarda, però, la striscia di imbattibilità, quella dei toscani è in piedi dalla vittoria contro il Braga per 4-0 in Portogallo di metà febbraio, e vuole essere ancora più lunga per riuscire a raggiungere non solo le semifinali della Conference, ma anche la finale della Coppa Italia. La partita si potrà vedere su Dazn, su Sky Sport Football e Sky Sport (canale 254) oltre in streaming su Now Tv e Sky Go.

Italiano
Vincenzo Italiano, l’allenatore della Fiorentina – Nanopress.it

La Fiorentina è una delle meraviglie più nitide che la Conference League ha sfornato fino a questo momento e almeno in questa stagione. La squadra di Italiano ha mostrato un gioco chiaro e determinato, in cui tutti i singoli sanno come muoversi e in quali punti fare male agli avversari per poi arrivare al dunque e riuscire a colpire con la forza individuale e le trame di gruppo del reparto offensivo. Proprio per questo, la Viola è una delle squadre più prolifiche dell’intera competizione e non ha alcuna intenzione di fermarsi proprio ora che le cose stanno arrivando al punto più bello e probabilmente più importante.

Superando il Lech nei quarti di finale, i toscani si ritroverebbero direttamente tra le prime quattro e questo sì, come in Coppa Italia, è un traguardo che autorizza a sognare e ad augurarsi di poter tornare subito ad alzare una coppa europea, dopo che l’anno scorso ci è riuscita la Roma di Mourinho. Per farlo, la Fiorentina si baserà su un attacco che è tra i più temibili dell’intera competizione. L’alternanza tra Luka Jovic e Arthur Cabral, che fino a gennaio non ha funzionato tanto in Serie A, in Europa ha fatto il suo dovere e, a parte le primissime partite del torneo, ha messo in crisi praticamente qualsiasi retroguardia. Ora che il centravanti brasiliano si è integrato alla perfezione nel tessuto della squadra viola, le cose stanno andando sicuramente meglio e hanno permesso ai toscani di essere ancora più prolifici rispetto a quanto non fossero prima.

Sicuramente non è merito solo del bomber che, però, in questa fase dell’anno sta trascinando i suoi a diverse affermazioni di livello, ma anche del tessuto di squadra a cui Italiano sta lavorando da quasi due anni. I suoi corrono, hanno il coraggio di mantenere il baricentro della squadra alto, poi riescono ad arrivare velocemente ai tre attaccanti oppure, se perdono il pallone, cercano di recuperarlo immediatamente attraverso il pressing alto. Sono concetti quasi da filosofia del calcio, ma che la Fiorentina riesce a interpretare alla perfezione, stringendo in una morsa qualsiasi avversario gli si presenti davanti.

A essere onesti, non solo a livello di singoli, ma anche per le capacità fisiche e il gioco espresso, il Lech sembra decisamente inferiore al club italiano. Nonostante ciò, ha comunque delle individualità da tenere in considerazione e che nel doppio confronto, soprattutto se dovesse abbassarsi la tensione, potrebbero mettere in seria difficoltà la Viola. Stiamo parlando, ad esempio, di Filip Szymczak, una punta di soli venti anni e di cui si parla particolarmente bene, ma che ancora deve trovare la continuità che a questi livelli è indispensabile.

Il calciatore più qualitativo della squadra, però, è un altro e stiamo parlando di Kristoffer Velde, un’ala che batte anche i calci piazzati e, quando riesce ad accendersi, può fare male anche a difensori attenti e concentrati come quelli del club toscano. Sarà fondamentale, quindi, non sottovalutare le individualità che i polacchi tenteranno di contrappore alla qualità viola e anche colpire quando sarà possibile, soprattutto all’andata per sistemare fin da subito la questione, perché il Lech ha la garra di chi si sta rivelando la sorpresa della competizione, ma dietro qualcosa può concederla e non ha la forza per reggere l’urto dell’attacco avversario per 180 minuti. Italiano e i suoi ragazzi sono arrivati a un passo dall’appuntamento con il destino e non hanno alcuna intenzione di mancarlo per arrivare dove meritano, a poco meno di due mesi dalla finale.

Quanto alle altre, la gara tra Anderlecht e AZ Alkmaar si potrà vedere su Sky, mentre le altre due, ovvero quella tra Gent e West Ham (l’unica a giocarsi alle 18:45), e tra Nizza e Basilea, in cui potrebbe esserci la prossima sfidante della Fiorentina, si vedranno solo su Dazn. Ricordiamo che gli olandesi sono la squadra che ha eliminato la Lazio di Sarri, pur essendo tecnicamente inferiori, e quindi vanno tenuti particolarmente d’occhio anche per la vittoria finale. Contro l’Anderlecht probabilmente sono leggermente favoriti, anche se nulla è certo arrivati a questo punto delle ostilità e in un torneo a eliminazione diretta.

C’è grande curiosità, invece, per vedere come se la caverà il West Ham contro i belgi del Gent. Quest’ultimi hanno dimostrato negli anni di poter rappresentare un serbatoio di talento veramente importante e come squadra di poter impensierire tutti, pur non arrivando troppo spesso alla vittoria finale. Di fronte avranno l’intraprendenza, la presunzione e la storia degli inglesi, che si presenta essenzialmente da sola, nonostante i troppi alti e bassi che ci sono stati anche quest’anno.

La sfida tra Nizza e Basilea, invece, ci interessa ancora di più, perché chi delle due supererà il turno potrebbe affrontare la Fiorentina direttamente in semifinale. Anche in questo caso, parliamo di una sfida estremamente equilibrata e per cui è impossibile già in partenza designare chi potrebbe entrare tra le prime quattro. Sicuramente alcune individualità del Basilea sono veramente importanti e potrebbero avere risalto a livello internazionale nei prossimi anni, anche se non direttamente in Italia. Per l’occasione, ci permettiamo di recuperare anche una chicca per la storia. L’ultima volta che Fiorentina e Basilea si incontrarono fu nel 2015 in Europa League e purtroppo in quel caso non andò esattamente benissimo per la Viola che portò a casa un pareggio e una sconfitta nel doppio confronto della fase a gironi. Chissà che in questa edizione della Conference League i toscani non possano avere la loro rivincita, ma ancora è veramente presto per azzardare previsioni del genere. Ce lo dirà il campo, il destino e probabilmente anche la buona e la cattiva sorte, ovviamente con la speranza che il maggior numero di italiane possibile possa avanzare fino alla fase successiva. E da lì inizierà davvero il bello.

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