Divieto diesel: ora ci casca anche la Germania

Berlino, Angela Merkel e il presidente armeno in conferenza

Come funziona un cancro? Aggredisce una cellula, la uccide, si sposta ad un’altra, uccide anche quella e così via, fino alla morte dell’organismo (la persona) che ha infestato. Allo stesso modo sembra che si stia diffondendo la malattia mortale dei divieti totali di circolazione alle automobili.

Il blocco dei diesel a Parigi, il progetto legislativo in Olanda per vietare addirittura la vendita di tutte le auto con motore a combustione, un’iniziativa simile in Norvegia; adesso arriva l’ultima, ancora più grave se si considera la provenienza: la Germania, patria del più importante apparato industriale automobilistico d’Europa. Nelle intenzioni del Governo di Angela Merkel sembra esserci l’idea di permettere ai comuni di vietare la circolazione di tutte le auto diesel che non siano Euro 6. Lo ha dichiarato il viceministro all’Ambiente, Jochen Flasbarth, dicendo che entro l’anno verrà emanato un provvedimento in tal senso.

Se anche la Germania cede alla propaganda ambientalistica, il futuro si tinge proprio di nero. Evidentemente la Merkel sente addosso una certa pressione politica, dopo le elezioni regionali di marzo in 3 dei 16 Länder (Stati) di cui è composta la Repubblica federale tedesca; consultazioni nelle quali il partito dell’attuale cancelliere, la Cdu, è andato molto male. Allora la signora cerca di correre ai ripari usando la demagogia, per catturare consenso negli “ambienti ambientalisti”. Non è la prima volta che la Merkel ricorre a certi mezzucci. Nel 2011, all’indomani del disastro di Fukushima, non aveva esistato a dire che la Germania avrebbe rinunciato alle centrali nucleari. Piccolo dettaglio poco pubblicizzato: lo farebbe fra 30 anni, quando le centrali attuali avranno comunque esaurito la loro vita produttiva e quando la Merkel sarà solo un ricordo delle cronache. Intanto l’energia nucleare continuano a produrla, eccome.

Poi c’è anche o soprattutto lo scandalo dieselgate. L’ex AD della Volkswagen Martin Winterkorn, travolto dalla faccenda, era molto vicino alla Merkel la quale, da bravo animale politico, ha subito fiutato il pericolo e da allora sta cercando di distanziarsi.
In mezzo ci sono i cittadini. E’ vero che la Germania ha un’economia messa molto meglio di tante altre nazioni europee (fino ad un certo punto), ma neanche da quelle parti una normale famiglia di lavoratori può permettersi di cambiare auto ogni due anni. Poi tutti fanno finta di niente su un aspetto invece fondamentale della questione. Se le auto Euro 5, 4, 3, 2, 1 e 0 erano legali quando sono state vendute, perché adesso si deve impedire a chi le ha comprate, pagandole non certo poco, di usarle?
Senza contare che le emissioni di CO2, un gas col quale tutti i palloni gonfiati del mondo si stanno riempendo la bocca ormai da troppi anni, sono per definizione minori nelle auto diesel che in quelle a benzina (perché a parità di potenza il diesel consuma meno, quindi emette meno). Tutti in giro con l’auto elettrica? Sì, se ce la pagano di tasca propria Merkel, Verdi e il resto della compagnia di fanatici e/o opportunisti.

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