Diritto di famiglia compie 40 anni: come sono cambiate le leggi sulla società?

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Il 19 maggio l’Italia festeggia i primi 40 anni del diritto di famiglia, quell’insieme di leggi che regolano diritti e doveri di coniugi all’interno di un nucleo famigliare che altro non è che la vita quotidiano di tutti i cittadini italiani. Nel 1975 viene varata la riforma con la legge n° 151 che riconosce agli uomini e alle donne gli stessi diritti e doveri. Nel Paese oggi qualcosa si sta muovendo in un senso più moderno: si discute delle unioni di fatto e tra persone dello stesso sesso, si sono eliminate le differenze tra figli “naturali” e “illegittimi”, si è arrivati al divorzio breve e molto altro è in cantiere. L’Italia è però ancora indietro rispetto a molte nazioni europee, in particolare nel Nord: ancora oggi il concetto di famiglia è ancora filtrato in un’ottica antica, quasi patriarcale, dove la donna è “l’angelo del focolare”.

Le leggi degli ultimi governi stanno cercando di abbattere questi ruoli a comparti stagni che da secoli hanno caratterizzato la famiglia italiana. C’è ancora molta strada da fare perché vengano abolite le barriere mentali che bloccano lo sviluppo sano della famiglia.

In particolare è il ruolo della donna che sta subendo i maggiori cambiamenti pur tra mille difficoltà. Si è rotto il legame patriarcale che legava la donna-mamma al padre prima e al marito poi: ognuna può e deve trovare la sua realizzazione nel lavoro al di fuori delle mura di casa. Ci sono ancora molti però. Le donne guadagnano meno, sono le più colpite dalla crisi occupazionale, non hanno il supporto necessario né dagli uomini né dallo Stato. Carenza di asili per le neo mamme, aiuti quasi inesistenti per la cura degli anziani e molto altro: alla fine, dopo 40 anni, le donne italiane hanno quasi tutto il peso della famiglia sulle spalle.

Dalla famiglia patriarcale alla nuova famiglia
Eppure qualcosa è cambiato e decisamente in meglio. Con la riforma del 1975 e con le successive leggi (la 194 sull’aborto, il divorzio, l’abolizione del delitto d’onore), l’Italia ha abbandonato per sempre la concezione patriarcale della famiglia.

Fin dai primi del ‘900, la donna passava dalla potestà del padre a quella del marito con il matrimonio: era l’uomo ad avere la potestà sui figli, lui a decidere se e come far lavorare la donna o, nelle classi più agiate, a farla studiare. C’era la dote, il prezzo di una donna da dare in sposa. La forte impronta cattolica del nostro Paese non è mai stata scalfita e le moglie, le figlie, le madri sono state relegate tra le mura di casa.

Il Ventennio fascista è andato più a fondo e ha creato l’ideologia della famiglia italiana perfetta, dove la madre era posta al centro della casa, con l’unico scopo di partorire nuove leve fasciste, di crescerle nel culto del Duce e della dittatura. Niente lavoro, niente sport, niente di niente.

Con l’avvento della democrazia, i dogmi fascisti iniziano a crollare. Le donne partecipano alla vita politica: nel 1945 si arriva al diritto di voto femminile anche grazie all’opera incessante delle partigiane che già avevano fatto la loro parte nella lotta di Liberazione.

Dalla rivoluzione del ’68 a oggi

Gli anni del boom introducono qualche elemento di rottura nella visione della famiglia tradizionale, ma sono i moti del Sessantotto e soprattutto i movimenti femministi degli anni Settanta a dare la spallata finale. La riforma del diritto di famiglia del 1975 nasce dalle richieste delle nuove donne, nate in un’Italia libera e che vogliono un futuro diverso per loro e per chi verrà dopo. Il divorzio, l’aborto e soprattutto la legge 151/1975 cambia il volto alla famiglia italiana. Si riconosce la parità giuridica dei coniugi, eliminando la potestà maritale; viene abrogata la dote; i figli naturali vengono equiparati a quelli legittimi; viene creata la comunione dei beni; la patria potestà viene estesa ai due genitori.

Negli ultimi due anni, la politica ha messo mano alle leggi sul diritto di famiglia, rendendolo più vicino e consono alla vita di oggi. C’è ancora molto da fare, su molti fronti; ci sono ancora molte resistenze, specie dagli ambienti più vicini alla Chiesa. Tutto però si evolve e così farà anche il diritto di famiglia perché riguarda la vita di tutti.

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