Dazi sulla Cina, le conseguenze per l’Italia

Dazi sulla Cina, le conseguenze per l'Italia

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La guerra commerciale tra Usa e Cina sta entrando una nuova fase con l’ultimo annuncio di Donald Trump. La mossa manda a picco le borse asiatiche e provoca un calo anche nei mercati azionari europei. Cosa sta succedendo?

Il protezionismo di Trump

Il presidente Usa ha annunciato la firma di un memorandum che dovrebbe portare all’imposizione di dazi sulla Cina per un valore stimato di 60 miliardi di dollari. Vengono prese di mira le importazioni di circa 1.300 prodotti cinesi – si valle calzature all’elettronica, e poste restrizioni agli investimenti cinesi negli Stati Uniti. L’annuncio arriva alla vigilia dell’entrata in vigore dei dazi sulla Cina relativamente ad acciaio ed alluminio annunciati all’inizio del mese di mese.
Per ora l’Unione Europea non è stata colpita dai dazi di Trump, ma probabilmente è solo questione di tempo. Per ora il presidente Usa si è concentrato sul bersaglio più grosso – “Il nostro deficit commerciale con la Cina è troppo alto. Chiediamo ai cinesi di ridurlo immediatamente di 100 miliardi di dollari” -, ma prima o poi arriverà anche il turno dell’Europa e della Germania.

Il calo delle Borse

L’annuncio dei dazi sulla Cina ha avuto un impatto immediato sulle borse. Wall Street ha chiuso in forte calo, con il Dow Jones che ha chiuso perdendo il 2,93%, mentre il Nasdaq ha segnato un -2,43%. Forti cali anche per le borse asiatiche: Tokyo ha perso il 4,51%, Shanghai il 3,39%, Shenzhen il 4,49%. Anche l’Europa è partita in forte calo, e sul fronte delle valute va segnalata una crescente debolezza del dollaro – sia nei confronti dello yen che dell’Euro.

L’impatto sull’economia italiana

Perché tutte le borse mondiali hanno reagito negativamente all’annuncio di nuovi dazi sulla Cina? Temono che il risorgere del protezionismo riduca la crescita del commercio mondiale e del Pil. E questo effetto è da abbinare alla probabile stretta dei tassi – più decisa negli Usa, mentre in Europa si dovrebbe arrivare solo a porre fine al quantitative easing.
Un quadro complessivo che potrebbe mettere in difficoltà l’Italia, visto che sul nostro bilancio pubblico, la spesa per interessi riveste un notevole impatto e che la ripresa italiana è dovuta più all’incremento delle esportazioni che alla crescita della domanda interna.
Un altro aspetto da considerare per l’economia italiana è che i prodotti orientali, se troveranno le porte sbarrate a causa dei dazi sulla Cina, potrebbero riversarsi sui mercati europei e aumentare la concorrenza fatta alle aziende italiane.

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