Crisi del petrolio, la ripresa è lontana ma ci sono segnali positivi

Stefano Cao

[didascalia fornitore=”ansa”]Stefano Cao, amministratore delegato di Saipem S.p.A[/didascalia]

Anche se nel settore dell’industria petrolifera internazionale ci sono deboli segnali di ripresa, è ancora troppo presto per dire che la crisi è finita. In seguito al crollo del prezzo del petrolio a inizio 2015 la crisi è stata “più lunga del previsto”, con la riduzione dei piani di investimento delle società del settore. Ne ha parlato l’amministratore delegato di Saipem, Stefano Cao, nel corso dell’assemblea degli azionisti del gruppo attivo nel settore della perforazione e dell’ingegneria nell’oil & gas.

L’assemblea dei soci, che ha approvato il bilancio dell’esercizio 2017, l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie per il piano di incentivazione al 2016-2018 e il conferimento dell’incarico di revisore dei conti fino al 2027, ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione, che rimarrà in carica fino all’assemblea per approvare il bilancio del 2020.

La lista presentata da Eni e Cdp Equity, che detengono rispettivamente il 30,54% e Cdp Equity il 12,55% del capitale, è stata votata dal 70,93% del capitale presente e ha eletto Claudia Carloni, Leone Pattofatto, Francesco Caio, Stefano Cao, Paolo Fumagalli e Maria Elena Cappello. La lista dei fondi è stata votata dal 26,44% del capitale presente e ha nominato Federico Ferro-Luzzi, Ines Maria Mazzilli e Paul Simon Schapira. La nomina di Caio alla presidenza del gruppo è stata votata dal 93,68% del capitale, mentre gli astenuti sono stati il 3,1%, i non votanti il 3,01% e i contrari lo 0,17%.

Ma quali opportunità ci sono per le aziende che operano in questo campo? Al termine delle grandi crisi, ha continuato Cao, “ci sono dei processi di ridisegno della struttura del mercato”, perché molte società “non ce la fanno a superare” le fasi di difficoltà. “Sono compagnie che hanno competenze o hanno anche degli asset di interesse, per cui direi che anche una focalizzazione molto forte è nella direzione di monitorare attentamente il mercato per cercare quali siano le opportunità che meglio possono adattarsi alla società”.

Cao ha poi ricordato l’acquisizione della nave Costellation, idonea per le attività di tie-back sottomarini. Il nuovo mezzo “ci consente di occupare un segmento dove Saipem non era presente, complementare all’attività tradizionale, ma nel quale immaginiamo che ci sarà una concentrazione degli investimenti alla ripresa del mercato”.

L’amministratore delegato ha fatto anche il punto sugli aspetti legali in cui è coinvolto il gruppo. Il ricorso di Saipem al Tar del Lazio contro la delibera del Consob del 2 marzo scorso sul bilancio del 2016 è stato depositato il 27 aprile, dopo che la Commissione che vigila sulle società quotate ha accertato la non conformità del bilancio consolidato e di esercizio 2016 di Saipem rispetto alle norme che ne disciplinano la predisposizione.

Inoltre si terrà il prossimo 16 ottobre al Tribunale di Milano l’udienza preliminare per il profit warning di Saipem del 2013. “Il gup di Milano, con decreto depositato l’11 aprile 2018, ha fissato l’udienza preliminare per il giorno 16 ottobre 2018, accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio depositata il 9 aprile 2018 dalla Procura della Repubblica”, ha spiegato Cao. Il decreto è stato notificato al difensore di Saipem l’11 aprile scorso. In merito al profit warning, ha aggiunto Cao, “nessuna azione di responsabilità è stata deliberata dal cda”.

In collaborazione con AdnKronos

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