Costringe l’amica a prostituirsi a suon di botte e ustioni col ferro da stiro

regina albano laziale

Regina era stata portata in ospedale lo scorso 3 luglio dopo essere stata seviziata brutalmente, picchiata, torturata, ustionata con un ferro da stiro su diverse parti del corpo. Era sotto choc e confusa. E non subito ha raccontato la verità. Da allora gli inquirenti hanno lavorato fino a risolvere il giallo di chi ha commesso tali crimini, finendo per arrestare, il 20 luglio, i vicini di casa della 28enne di Albano Laziale, ossia Roberta, la ”migliore amica” di Regina, la mamma di Roberta e il fidanzato.

Nella puntata di Chi l’ha Visto? del 19 settembre Federica Sciarelli ha ripercorso la vicenda di Regina, da quando ha raccontato in ospedale di essere stata picchiata da due extracomunitari, fino all’arresto dei vicini di casa, tra cui la la ‘sister’ (sorella) la ”migliore amica” di Regina e vicina di casa, Roberta, che davanti alle telecamere di Chi l’ha Visto? aveva accusato la nonna di Regina e i suoi familiari di averle fatto del male.

A finire in manette, con le accuse sfruttamento della prostituzione, lesioni gravi e violenza privata, sono state la 32enne Roberta, la mamma di Roberta, di 57 anni, e il fidanzato di Roberta, di 26 anni. I tre vicini di casa della giovane ragazza di 28 anni ritrovata seminuda nel letto del suo appartamento con tumefazioni e segni di ustioni su tutto il corpo la costringevano a prostituirsi e la picchiavano se lei non portava a casa abbastanza denaro.

Dopo la morte della madre Regina è andata in crisi, e proprio in quel periodo è stata plagiata da Roberta, alla quale doveva dare ogni mese almeno 800 euro. In sostanza era in mano dei tre aguzzini vicini di casa, che la torturavano, la picchiavano se non consegnava tutti i soldi, le facevano mangiare cibi che lei non voleva mangiare, solo per farla ingrassare. Conciata in quel modo, però, era sempre più difficile trovare clienti.

Il giorno in cui è stata ritrovata quasi morta, il fidanzato di Roberta l’aveva massacrata di botte perché non aveva consegnato tutto il denaro che Roberta chiedeva: ”Mi ha messo due stracci in bocca per non far sentire le urla e mi ha portato nello sgabuzzino, mi ha tirato giù i pantaloni e mi ha bruciato con un ferro da stiro rovente sui glutei e sulla schiena. Calci e pugni in volto, ferite con un coltello e un cucchiaio incandescente sulla fronte”, ha raccontato la ragazza agli inquirenti dopo i primi iniziali depistaggi imposti dalla stessa Roberta che era andata a trovare ‘l’amica’ in ospedale, riferendo cosa doveva dire.

L’inchiesta ha infine portato alla luce il calvario della vittima, l’abuso della situazione di fragilità e vulnerabilità della giovane ragazza da parte delle vicine di casa che hanno instaurato con lei una relazione di dipendenza psicologica, inducendola a prostituirsi a loro esclusivo vantaggio economico. Il ruolo dell’uomo, subentrato nella vicenda due mesi fa, ha poi determinato il crescendo degli atti violenti, malvagi e vessatori.

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