Cosa sta succedendo in Iraq? Il nuovo governo a Baghdad si schiera contro l’Isis

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Cosa sta succedendo in Iraq? La regione è attraversata da una crisi gravissima. Da quando il gruppo islamista sunnita ISIS (Stato islamico di Iraq e Siria) ha rovesciato il potere nella città di Mosul, le condizioni nella capitale sono sempre più tese. La minaccia di attaccare Baghdad ha generato la mobilitazione di truppe irachene e il formarsi di milizie informali. Gli scontri proseguono in 5 province del Paese, dove i combattenti jihadisti dell’Isis sono riusciti ad avanzare nei territori di Anbar, Ninive, Salahddin, Dyala e Baghdad. Intanto si è insediato a Baghdad il nuovo governo iracheno.

Il Parlamento ha ufficialmente nominato Haider al-Abadi nuovo primo ministro del Paese. I parlamentari hanno approvato tutti i candidati proposti per il nuovo governo, con l’eccezione dei ministri della Difesa e dell’Interno, per i quali al-Abadi ha chiesto un’ulteriore settimana. Al premier uscente Nouri al-Maliki è stato assegnato il posto di vicepresidente, atto però più che altro simbolico. I membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu “condannano gli attacchi portati a termine dall’Isis nella provincia di Ninive, in Iraq, e la sistematica persecuzione delle minoranze nel Paese“. In una dichiarazione adottata all’unanimità, i Quindici “chiedono inoltre alla comunità internazionale di sostenere il governo iracheno“.

Obama presenta il suo piano per distruggere l’Isis

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Barack Obama sta preparando una campagna contro l’Isis in Iraq e in Siria articolata in tre fasi, la prima dei quali già in atto (i raid aerei, che finora sono stati 145). La seconda fase, con l’aiuto del nuovo governo, servirà all’addestramento ed equipaggiamento delle forze militari irachene, dei combattenti curdi e forse anche di alcuni gruppi sunniti. La fase finale sarà la definitiva distruzione dell’esercito islamico.

Chi sono i jihadisti dell’Isis?

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L’Isis è un gruppo sunnita legato ad al-Qaeda, attivo sia in Iraq che in Siria. L’Isis combatte con lo scopo di annientare gli sciiti. I guerriglieri guidati da Abu Bakr al Baghdadi, l’autoproclamato califfo di questo ‘regno’, lo hanno spiegato spesso nei loro documenti: è una guerra di annientamento. L’islamizzazione forzata in nome del Califfato sta diventando una realtà.

Persecuzione dei cristiani e altre minoranze

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Intere famiglie e gruppi di cristiani si sono rifugiati nel deserto, per sfuggire ai combattenti dello Stato Islamico. Decine di migliaia di cristiani iracheni hanno raggiunto il confine a nord per sfuggire alla carneficina. Sono state anche rapite 300 donne, le quali sono state ridotte in schiavitù dai miliziani dell’Isis. La Gran Bretagna sta mandando aiuti umanitari, facendo sorvolare con gli aerei i monti del Sinjar e lanciando carichi di viveri. La Francia ha tentato degli incontri con i vertici del Governo iracheno, per assicurare gli aiuti ai profughi minacciati.

Corano per le strade, Internet non accessibile, prezzi dei cibi in crescita

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A partire dallo scorso 13 giugno il governo iracheno ha deciso di bloccare i social network Facebook, Youtube e Twitter. Pochi giorni dopo internet è stato tagliato completamente non solo a Baghdad, ma anche ad Anbar, Karbala e diverse altre città. Il governo ha dichiarato che questa mossa è necessaria per ragioni di sicurezza, ma in realtà è una mossa atta a impedire la circolazione di video dell’Isis sulle esecuzioni di massa, e altre atrocità che possono avere un impatto negativo sui cittadini. Il prezzo di certi beni alimentari come riso, olio, farina e zucchero, inoltre, è cresciuto molto. Questa situazione è dovuta principalmente al fatto che l’Isis ha bloccato il confine con la Turchia e tutte le strade che portano a Baghdad, rendendo impossibile l’importazione di cibo.

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