Coronavirus, focolaio all’ospedale Sacco di Milano

Il reparto di cardiologia dell’ospedale Sacco di Milano è stato svuotato dai pazienti a causa di un focolaio di Covid-19. Un medico, 20 infermieri e 5 pazienti sono infatti risultati positivi al tampone.

Il primo caso al Sacco risalirebbe a 15 giorni fa

In base all’indagine epidemiologica, il primo caso al Sacco risalirebbe a quindici giorni fa. Inoltre, non sarebbe ospedaliero, ma di un infermiere che si sarebbe contagiato fuori dal reparto. Sono stati così effettuati tamponi a tappeto da cui è poi emerso il contagio, ormai diffuso tra diversi operatori sanitari.

Tutto risale a una quindicina di giorni fa, con un nostro dipendente che ha avuto sintomi: siamo abbastanza certi che la fonte del contagio sia esterna all’ospedale“, ha spiegato Lucia Castellani, direttrice sanitaria del Sacco.

Il reparto di cardiologia del Sacco è attualmente chiuso

Attualmente, il reparto di cardiologia del Sacco è stato chiuso e non accetta nuovi pazienti. I cinque pazienti del reparto che hanno contratto il virus, ha fatto sapere la direttrice della struttura ospedaliera, sono stati trasferiti a malattie infettive, mentre gli altri sono in sorveglianza sanitaria.

Gli ambienti vengono sanificati regolarmente e contiamo con tutte le misure straordinarie che abbiamo assunto che il cluster si possa chiudere nel giro di pochi giorni con i controlli al termine delle quarantene”, ha aggiunto Castellani.

Oggi sono raddoppiati i contagi nella provincia di Milano

Oggi i casi di Covid-19 sono quasi raddoppiati nella provincia di Milano. I nuovi positivi comunicati nelle ultime 24 ore sono 1.858. Sono invece raddoppiati nell’intero territorio lombardo. Sono stati registrati 4.126 nuovi contagiati, con oltre 36mila tamponi eseguiti.

Giuseppe Sala: “Milano non può pagare questo prezzo”

Questa mattina Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha difeso la decisione di istituire il coprifuoco serale, dalle 23 alle 5, presa dai sindaci lombardi e dalla Regione Lombardia: “In questo momento c’è un’impennata dei ricoveri in Lombardia tranne che per tre province, che sono Bergamo, Brescia e Cremona, perché lì c’è una sorta di immunità, ma che prezzo hanno pagato per arrivarci?”. E ha continuato: “Milano non può pagare questo prezzo, per le sue dimensioni avrebbe un problema enorme”.

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