Contributo volontario scuola: 4 miliardi agli istituti per abolirlo


Il contributo volontario per la scuola, a giudicare dalle intenzioni del Ministero dell’Istruzione, è destinato a rimanere sempre di più una realtà remota. Con la ripresa dell’anno scolastico e con tutte le polemiche seguite alla riforma della scuola Renzi-Giannini, il Miur ha comunicato che ha intenzione di mettere a disposizione delle scuole nuove risorse e di fare in modo che esse arrivino presto, a disposizione degli insegnanti e degli studenti, per le esigenze fondamentali di tutti gli istituti scolastici.

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E’ stato proprio il ministro Giannini ad avere annunciato che sono a disposizione delle scuole 4 miliardi, dei finanziamenti economici che saranno sbloccati ben presto e che saranno a disposizione delle scuole per far fronte all’acquisto dei beni essenziali, che negli ultimi anni sono stati garantiti soltanto in parte agli studenti, a partire anche dalla carta igienica, spesso nelle scuole acquistata con le elargizioni da parte delle famiglie. E’ destinata, quindi, ad essere in fase di esaurimento quell’autogestione forzata dei genitori di tanti alunni, costretti a farsi carico di spese che dovevano ricadere sulla scuola e non sulle famiglie, già alle prese con la crisi economica.

Cosa è stato fatto

All’andazzo si era apposta nella primavera del 2013, con una propria circolare, il capo dipartimento Stellacci, che ricordava come l’imposizione non avesse alcuna forza di imposizione assoluta, rimettendo la scelta di erogazione del contributo alla disponibilità e alla liberalità della famiglia, che con una propria donazione prendeva visione dello stato delle cose. In conclusione Stellacci ribadiva che il MIUR avrebbe comunque vigilato sulla situazione.

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