Chi siederà nel cda dell’Enel? Al via il totonomi con candidati dei fondi internazionali

La presentazione della lista dei nomi per il consiglio di amministrazione di Enel dovrà essere fatta entro poche ore.

Stabilimento Enel
Stabilimento Enel- Nanopress.it

Il tempo ultimo è quello delle 23:59 di oggi 17 aprile

La scadenza in vista per il ruolo di Cda di Enel

Oggi 17 aprile, alle 23:59, scade il termine ultimo per presentare la lista di nomi alternativa a quella che ha proposto il governo di Assogestioni per trovare un nuovo volto che ricoprirà il ruolo nel prossimo consiglio di amministrazione Enel.

Da diversi giorni ormai si vocifera della probabilità che un gruppo di fondi internazionali abbia intenzione di proporre un elenco di candidati andando cercando di raggiungere la maggioranza all’interno dell’assemblea che si terrà il 10 maggio. Una teoria che per il momento ancora non è stata messa da parte dagli ambienti governativi, luogo in cui si sottolinea ancora una volta che, visto che si tratta di una società strategica per la sicurezza nazionale, tutti i poteri del Golden Power sull’Enel sono costituiti da Palazzo Chigi.

Flavio Cattaneo e Paolo Scaroni
Flavio Cattaneo e Paolo Scaroni- Nanopress.it

Per il momento di certo ci sono i nomi che sono stati presentati da Assogestioni e da il Tesoro a cui, durante gli ultimi numeri, ci sono affiancati anche quelli proposti dalla cordata che vede il fondatore di Covalis Capital, Zach Mecelis, un azionista che ha una partecipazione dell’1% sul capitale di Enel. Il nome che invece ha fatto il Ministero è quello di Paolo Scaroni come presidente mentre, come amministratore delegato quello di Flavio Cattaneo. Il governo inoltre propone nel ruolo di consiglieri Fiammetta Salmoni, Alessandro Zehenter, Olga Cuccurullo e Johanna Arbib Perugia. La lista proposta invece da Assogestioni ha fatto i nomi di Alessandra Stabilini, Dario Frigerio e Mario Corsi.

Cosa potrebbe accadere se si presenta una terza lista

Il 23,6% dell’azionario di Enel è posseduto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze mentre il 59,9% da gli investitori istituzionali e il 17% dagli investitori individuali. Per avere la possibilità di depositare una lista è necessario avere lo 0,5% del capitale di Enel il quale, in valore economico, si traduce in 290,16 milioni di euro. Nel caso in cui si presenti una terza lista, è molto alta la possibilità che la cordata di Mecelis cerchi di attivare altri fondi così che possa ottenere la maggioranza del Board dell’Enel.

La presenza di una probabile terza lista non è un qualcosa che preoccupa nè il Tesoro nè Palazzo Chigi. Infatti, la possibilità che ci sia una lista alternativa risulta essere legittima e si tratta di una mossa che non sconvolge più di tanto anche perché si tratta di normali dinamiche societarie. Coloro che seguono il dossier, affermano che risulta essere troppo presto fare riferimento a Golden Power anche perché è importante scoprire cosa avverrà durante l’assemblea.

Flavio Cattaneo
Flavio Cattaneo- Nanopress.it

In ogni caso è doveroso sottolineare che il ricorso ai poteri speciali risulta essere uno strumento che il governo può utilizzare per mettere un freno alle decisioni straordinarie tra cui la cessione di asset che vengono definiti strategici sia per il Paese che per l’azienda. Nel mese di maggio del 2020 alcuni azionisti, durante un’assemblea, avevano proposto una lista di nomi anche se poi ha trionfato quella fatta dal governo italiano.

Uno degli obiettivi è quello di andare a mettere le mani sul debito di 60 miliardi di euro che Enel ha conseguito alla fine dello scorso anno. Un peso molto importante che, in base agli obiettivi del piano industriale del 2025, deve essere diminuito anche al traverso la cessione delle attività “non core” i quali sono state valutate per un importo pari a 21 miliardi di euro.

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