Chi era Fernando Ciampi, il giudice ucciso a Milano da Claudio Giardiello

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Fernando Ciampi aveva 71 anni e ne avrebbe compiuti 72 a giugno. Era entrato in magistratura quando aveva 24 anni. Era in pensione ormai da mesi, anche se aveva ancora un ufficio all’interno del Palazzo di Giustizia di Milano. Per anni è stato presidente della sezione ottava civile e si era conquistato la fama da integerrimo. Dal 19 giugno al 30 settembre 2009 era stato presidente con funzione nella sezione fallimentare. Aveva preso il posto di Maria Rosaria Grossi, giudice finito sotto inchiesta a Brescia. Proprio di Grossi aveva preso il posto come capo pro tempore dell’ufficio.

Claudio Giardiello era andato a processo qualche tempo fa per un fallimento e il giudice era proprio Fernando Ciampi, che è stato ucciso a colpi di pistola, nella sparatoria all’interno del Palazzo di Giustizia di Milano. Adesso svolgeva il ruolo di testimone durante il dibattimento in Aula, in un nuovo processo per bancarotta fraudolenta, proprio contro Giardiello.

Il ritratto

Negli ultimi anni la sua azione si era concentrata soprattutto nel campo dei brevetti, dei marchi e del diritto d’autore, oltre che nel settore della concorrenza sleale. Un avvocato che si trovava a pochi metri dalla stanza del giudice Ciampi ha raccontato di essere entrato nel suo studio e di averlo visto sdraiato dietro la scrivania: era già morto. Ciampi ha lasciato la moglie e due figli, uno dei quali vive negli Stati Uniti. Negli anni ha coltivato molti interessi, oltre a quelli legati alla sua professione. Fra questi anche l’apicoltura e la coltivazione dell’orto. Da bambino il giudice aveva perso la mano sinistra nell’esplosione di un residuato di guerra, mentre giocava nei pressi di un fiume.

La fama da intransigente

Ciampi era conosciuto per la sua austerità, per la sua intransigenza. Chi conosceva Ciampi lo descrive come un uomo molto riservato. Un avvocato del Palazzo di Giustizia ha detto chiaramente: “Era quasi difficile sentire la sua voce”, facendo riferimento alla sua riservatezza. Di lui si dice anche che era estremamente mite e molto preciso.

Aveva la fama di duro e spesso non era ben visto per il tono diretto con cui si rivolgeva ai legali e alle parti. Proprio per questa fama di uomo incorruttibile era stato scelto come presidente ad interim dopo lo scandalo che aveva coinvolto il giudice fallimentare Maria Rosaria Grossi. Quando divenne presidente facente funzione della sezione fallimenti, Ciampi fece capire a tutti che l’aria doveva cambiare, anche per gli avvocati. Aveva in mente un profondo rinnovamento della sezione, che poi fu continuato dal suo successore, Filippo Lamanna.

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