Cec-Pac dismessa: il flop tecnologico di Brunetta

Doveva essere la più grande rivoluzione culturale mai prodotta in questo paese, così come l’aveva descritta l’allora Ministro della Funzione Pubblica e dell’Innovazione, Renato Brunetta, ma il progetto CEC-PAC non è mai decollato e anzi – dopo aver causato un buco di diverse decine di milioni di euro – ora si avvia alla dismissione e sarà ricordato come un flop non indifferente. Stiamo parlando della Posta Elettronica Certificata per il cittadino, che si poteva chiedere gratuitamente per poter comunicare con la Pubblica Amministrazione, ma è stata realmente utilizzata da un insieme piuttosto limitato di italiani, costando però una cifra consistente.

La migliore riforma italiana dal dopoguerra a oggi“, l’aveva così descritta Brunetta, ma in fin dei conti è stata un grande flop che non solo si è dimostrato abbastanza inutile, ma che è costato parecchio. Quanto? Si possono immaginare diverse decine di milioni di euro dato che, come spiegato dall’Agenzia per l’Italia digitale attraverso il comunicato stampa ufficiale, solamente dismettendo il progetto si risparmieranno 19 milioni di euro. Una cifra incredibile per un progetto che aveva certo ottimi propositi e sarebbe anche stato interessante, se solo – magari – si fosse spiegato meglio e in modo più esteso agli eventuali cittadini.

Ma a cosa serviva la CEC-PAC? Acronimo di Comunicazione Elettronica Certificata tra Pubblica Amministrazione e Cittadino, si può considerare una sorta di Posta Elettronica Certificata dalle funzionalità limitate dato che poteva essere utilizzata solo e solamente per le comunicazioni tra cittadini e PA. Si poteva richiedere, attivare e utilizzare gratuitamente come da Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 maggio 2009, pubblicato sulla G.U. il 25 Maggio 2009. Nella pratica, però, aveva un “potere” così limitato che è stata quasi ignorata. I numeri illustrano meglio la situazione.

Richiesta da 2 milioni di persone, è stata poi realmente attivata da 1 milione, ma solamente il 20% ossia 200.000 lo ha utilizzato per trasmettere più di una comunicazione. Su una popolazione di 60 milioni di persone è un dato che parla da solo. Eppure sono serviti quattro anni per rendersi conto di questa continua emorragia di fondi destinati al supporto tecnico e allo sviluppo della piattaforma. Peccato, perché di sicuro era un progetto che poteva essere molto più utile (e utilizzato). Ma in generale, come la posta elettronica certificata stessa, è una tecnologia non così necessaria e dunque aveva un destino limitato.

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