Caso Yara, al via il processo d’appello per Bossetti: no della Corte all’uso dei video

Yara: Bossetti arrivato in Tribunale per processo d'appello

Al via il processo d’appello a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, già condannato in primo grado all’ergastolo per la morte di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata morta in un campo di Chignolo d’Isola tre mesi dopo. Dopo l’accusa, ora tocca alla difesa del muratore di Mapello, rappresentato dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini: presente in Aula l’imputato, oltre alla moglie Marita Comi, la mamma Ester Arzuffi e la sorella Laura Bossetti. La difesa ha incassato il primo no dalla Corte d’Assise d’appello di Brescia: nella loro requisitoria i legali avevano dichiarato che avrebbero video e slide a supporto dell’innocenza del loro cliente, ma i giudici hanno escluso dal procedimento i video, accogliendo solo le slide se “depurate”. In Aula ha preso la parola anche il legale della famiglia Gambirasio che ha chiesto la conferma della condanna per Bossetti, definendo il suo un “comportamento di natura sadica“.

L’avvocato Andrea Pezzotta, rappresentante la famiglia della piccola Yara, ha chiesto che venisse confermato l’ergastolo per Bossetti, ritenuto colpevole in primo grado per la morte della 13enne. “Yara era la bambina più solare del mondo e poteva suscitare solamente sentimenti di tenerezza, ma questo in una persona normale, a nessuno in quest’aula, tranne che ad uno, potevano venire in mente vedendola pensieri sessuali“, ha spiegato l’avvocato, sottolineando che solo nel muratore la vista di Yara avesse scatenato “un comportamento di natura sadica altro non è che riconducibile ad una devianza di natura sessuale“.

Il dato più brutto in questa vicenda sono le sevizie inferte alla vittima, il dispiego di violenza gratuita che va oltre l’intenzione di uccidere“. Yara, ha concluso, “un povero fagottino nero sotto la pioggia era la preda perfetta per chi ha pulsioni insane“.

[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cronaca/2016/09/28/bossetti-le-motivazioni-della-sentenza-di-ergastolo-per-l-omicidio-di-yara-gambirasio/147841/” testo=”Le motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo per Bossetti”]

Il muratore di Mapello, presente in Aula, ha sempre sostenuto la propria innocenza. All’apertura del processo d’Appello lo scorso 30 giugno, si era scagliato contro il sostituto Pg di Brescia, Marco Martani, che aveva definito “ineccepibile” la condanna all’ergastolo. “Viene qua a dire idiozie“, sbottò Bossetti.

Yara: moglie, madre e sorella Bossetti arrivate in Tribunale

[didascalia fornitore=”ansa”]La moglie di Bossetti fuori dal tribunale con i legali del marito[/didascalia]

I giudici: ‘Niente video’
Il primo passaggio della strategia difensiva non è andato a buon fine. La Corte ha infatti negato l’uso di video e slide preannunciati dai difensori di Bossetti. “Il processo d’appello è un processo su documenti scritti e di discussione orale. La richiesta poteva anche essere fatta prima“, hanno dichiarato i giudici in Aula.

A prendere la parola è stato il presidente della Corte d’Assise d’appello di Brescia, Enrico Fischetti. “I video non ci interessano, toglieteli pure, noi non ci lasciamo suggestionare, non ci servono, avete già fatto 258 pagine di motivi di appello più 110 di motivi aggiunti dove avete già scritto tutto e criticato in maniera estesa“, ha spiegato il giudice.

Si potranno usare le slide ma solo se “depurate da ciò che non è contenuto negli atti e nei documenti del processo e nei motivi d’appello“, precisa il giudice che insiste. “I video non ci interessano, facciamo 20 processi all’anno su omicidi anche gravi, con bambini morti bruciati, e nessuno ci ha mai proposto video“.

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La strategia difensiva di Bossetti

La strategia difensiva ideata dai legali di Bossetti sembra essere abbastanza chiara. Gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini puntano a riaprire l’inchiesta con una serie di accertamenti da effettuare ex novo, a partire dalla “prova regina”, il Dna, che il processo di primo grado definì “granitica“, accanto alle analisi sulle fibre sul cadavere della ragazzina, compatibili con quelle trovate nel furgone di Bossetti. La prossima udienza è fissata al 10 luglio, mentre il 14 luglio è il giorno per le dichiarazioni spontanee di Bossetti: da quella data in poi si attenderà solo la sentenza.

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