Caso marò: Latorre intenzionato a chiedere i danni allo Stato

Caso marò, secondo Il Fatto Quotidiano Massimiliano Latorre potrebbe richiedere i danni allo Stato Italiano.

Massimiliano Latorre
Massimiliano Latorre – Nanopress.it

Il Caso marò è uno dei casi più discussi degli ultimi anni in Italia, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, appartenenti alla Marina Italiana, furono accusati di omicidio di due pescatori indiani nel lontano febbraio 2012. Secondo quanto riportato dal Il Fatto Quotidiano, Massimiliano Latorre potrebbe richiedere i danni allo Stato.

Il Caso marò: gli avvenimenti

Torniamo indietro nel tempo fino a febbraio 2012 quando Latorre e Girone, due fucilieri della Marina Italiana, si trovavano a largo delle coste del Karala precisamente nell’India sud-occidentale, qui avvenne l’omicidio di due pescatori indiani di cui furono accusati e per cui furono processati.

I due marò erano in servizio sulla petroliera, Enrica Lexie, e operavano per una missione anti-pirateria. Si videro costretti a sparare alcuni colpi di avvertimento in acqua, ma alcuni di questi proiettili andarono a colpire il peschereccio, che si era avvicinato in modo pericoloso alla nave.

Rimasero uccisi i due pescatori Ajeesh Pink e Valentine Jelastine, e fu ferito Freddy Bosco. L’avvicinamento del peschereccio fu scambiato per un assalto alla nave.

Nel luglio del 2020, dopo numerose vicende, il Tribunale Arbitrale Internazionale decise che i due marò dovessero essere processati sul suolo italiano e stabilì un risarcimento per le vittime e per gli altri componenti del peschereccio indiano.

Massimiliano Latorre
Massimiliano Latorre – Nanopress.it

Latorre e la possibile richiesta di risarcimento allo stato italiano

Massimiliano Latorre accusa l’Italia di averlo rispedito in India, dove rischiava la pena di morte e dove ha avuto un ictus, e accusa anche lo Stato di avergli ostacolato la carriera a causa di tutti i processi che si sono tenuti dopo l’accaduto.

Sia Latorre che Girone furono detenuti per ben 106 giorni in India e poi rimandati sul suolo italiano, per poi essere nuovamente costretti a tornare in India. Dopo tanti anni e numerose vicende il processo è stato archiviato, perché secondo i giudici i due marò rispettarono le regole di ingaggio.

Erano infatti in quel momento impegnati nell’esercizio delle loro funzioni e spararono in acqua pensando di essere sotto attacco da parte dei pirati. Fu in queste circostanze che furono uccisi i due pescatori indiani.

Il tribunale ha assolto entrambi, dal momento che attacchi da parte dei pirati erano abbastanza frequenti nella zona e quindi il comportamento assunto dai marò fu corretto.

Il Fatto Quotidiano ha anticipato la notizia che Latorre starebbe muovendo una causa contro lo Stato Italiano e attualmente si starebbe procedendo per una mediazione tra le parti. Secondo quanto riportato, sempre dal giornale, l’Avvocatura dello Stato non è ben disposta nei confronti dei marò. Questo perché l’Italia ha già affrontato molte spese per seguire il caso.

L’Italia ha infatti assunto un team internazionale di legali per seguire la vicenda, ha elargito un indennizzo di 40 milioni di rupie alle famiglie delle due vittime ed ha elargito un risarcimento di 20 milioni di rupie a Freddy Bosco, il proprietario del St. Antony rimasto ferito.

Le reazioni politiche italiane

Il neoviceministro degli Esteri Italiano, Edmondo Cirielli, ha richiesto di istituire una commissione di inchiesta sugli avvenimenti che hanno coinvolto i due marò.

In particolare sulla decisione di restituire all’India i due militari che fu poi seguita dalle dimissioni del Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, per protestare contro questa decisione.

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