Casa popolare e reddito di cittadinanza: scoperta una falsa povera a Treviso

Una donna è stato beccata a Treviso: sfrecciava su un’auto di lusso ma percepiva il Reddito di cittadinanza. Dovrà pagare una multa salata.

Guardia di Finanza
Guardia di Finanza – Nanopress.it

Non è la prima volta che sentiamo parlare di furbetti del reddito di cittadinanza, stavolta è stata denunciata una donna a Treviso, beccata dalle forze dell’ordine mentre guidava tranquilla a bordo di un’auto di lusso di grossa cilindrata, inoltre gli era stata assegnata una casa popolare e quindi per lo Stato era una persona bisognosa. Una situazione allarmante che ci porta di nuovo a riflettere sull’abuso di questo sostegno pensato per chi davvero non può permettersi di fare la spesa, di pagare le bollette o un’affitto troppo alto, tantomeno una vettura di classe. Incredibile e difficile da capire, come alcuni individui riescano a lucrare sul Rdc nonostante l’iter da rispettare sia abbastanza speculativo sulle reali condizioni dei richiedenti, possiamo pensare quindi che ci siano dei complici che chiudono gli occhi favorendo questi personaggi che non provano alcuna vergogna a rubare soldi destinati a persone realmente povere.

Beccato un furbetto del Reddito di cittadinanza

Siamo di nuovo alle prese con i furbetti del Reddito di cittadinanza, stavolta nel mirino dei carabinieri c’è una donna residente a Treviso che è stato trovato in possesso di un’auto di lusso, inoltre era residente in una casa popolare come una qualunque persona bisognosa.

Reddito di cittadinanza
Reddito di cittadinanza – Nanopress.it

Sappiamo bene che questa misura è al centro di molte polemiche soprattutto per questo fattore, ovvero persone che approfittano del sostegno nonostante possano benissimo lavorare o comunque non abbiano i requisiti per accedere all’aiuto economico. Come fanno allora a beneficiarne? Non è chiaro ma di certo qualcuno favorisce questi individui falsificando la documentazione e truffando di fatto lo Stato.

Infatti, la donna è stata denunciata e condannata dal Tribunale a risarcire del danno pagando 20.250 euro di sanzione, inoltre dovrà scontare un periodo di reclusione di 9 mesi.

Le indagini

A verificare la situazione della residente nel Trevigiano sono state le Fiamme Gialle, che hanno evidenziato proprietà incompatibile con l’assegnazione della misura, quindi una Bmw M3 Coupé e un immobile popolare dove pagava un affitto inferiore ai 100 euro mensili. Ora è segnalata alla Procura per falsità ideologica commessa in atto pubblico, avendo presentato una dichiarazione sostitutiva unica dove non era indicata la proprietà della vettura di pregio.

Accertamenti delle forze dell'ordine
Accertamenti delle forze dell’ordine – Nanopress.it

La donna e il convivente conducevano una vita agiata grazie a una misura che, specialmente in questi mesi con gli interventi del governo Meloni che annunciati a gennaio stanno prendendo piede ora, sta alimentando diversi dibattiti per questi motivi. Ci vuole più controllo e non è pensabile che chi non ha bisogno dell’aiuto dello Stato, lo usi in barba a chi davvero fatica ad andare avanti.

Le indagini del comando dei finanzieri di Treviso hanno consentito di verificare che la vettura era stata acquistata a gennaio dello scorso anno, con un bonifico partito da un conto intestato alla donna. Dal momento che l’acquisto del bene supera i limiti di patrimonio di cui poteva disporre il nucleo per essere percettore del reddito, è scattata un’ulteriore denuncia per il reato di indebita percezione.

In tutto la truffatrice dovrà pagare circa 20mila euro e seguire un periodo di carcere, chiaramente poi il sostegno è stato revocato dall’Inps, la quale ha richiesto la restituzione delle somme indebitamente percepite.

Fra l’altro, le forze dell’ordine hanno evidenziato che la stessa Bmw è stata coinvolta in un tragico incidente a pochi mesi dall’acquisto. Era marzo del 2022 quando a Preganziol causò un grave sinistro stradale costato la vita a due donne che si trovavano a bordo di un’utilitaria. Questo evento portò gravi accuse verso il conducente della Bmw, ovvero l’uomo che conviveva con la donna e che ha patteggiato la pena di 3 anni e 4 mesi per quel fatto.

 

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