Carabinieri Piacenza, indagata anche la fidanzata dell’appuntato Montella

Nello scandalo che ha travolto la caserma Levante di Piacenza piomba anche il nome della fidanzata dell’appuntato Giuseppe Montella, ritenuto dai pm al vertice dell’impianto criminale di cui avrebbero fatto parte almeno altri 6 colleghi carabinieri, come lui arrestati con gravissime accuse che vanno dalla tortura al traffico di droga, passando per l’estorsione e una presunta rete di arresti illegali. Alcune intercettazioni inchioderebbero la donna, Maria Luisa Cattaneo, al ritratto della presunta complice.

L’appuntato Montella davanti al gip

Errori per vanità e ingenuità“: è così che l’avvocato Emanuele Solari, legale dell’appuntato Giuseppe ‘Peppe’ Montella, descrive i contorni delle condotte attribuite dagli inquirenti al suo assistito, nell’ambito dell’inchiesta sugli illeciti che si sarebbero consumati nella caserma di Piacenza (finita sotto sequestro pochi giorni fa).

Secondo l’accusa sarebbe lui, in lacrime davanti al gip e “preoccupato per il battage mediatico” sulla vicenda, il capo dell’architettura criminale di cui avrebbero fatto parte altri colleghi carabinieri indagati per gravissime ipotesi di reato che vanno dalla tortura al traffico di droga, passando per l’estorsione e una presunta rete di arresti illegali. In tutto sarebbero 9 i militari finiti sotto indagine, di cui 5 in carcere e 2 ai domiciliari.

3 ore di interrogatorio per Montella, 37 anni, considerato figura dominante nello scandalo che fa tremare l’Arma. L’appuntato si è difeso pur non negando “l’innegabile“, riporta Ansa, proprio per quel tessuto di condotte e conversazioni cristallizzate in migliaia di audio in mano alla Procura. Sullo sfondo, intercettazioni telefoniche e ambientali così nitide e sconcertanti da spingere il procuratore capo, Grazia Pradella, a nutrire serie difficoltà nel definire gli indagati “carabinieri”.

L’appuntato, arrestato con altri 6 colleghi e ritenuto dai pm di Piacenza il leader dell’architettura criminale in azione nel cuore della caserma Levante, ha parlato davanti al gip nel carcere delle Novate e secondo la difesa non sarebbe il regista della banda. “Collaborativo al 100%” ha detto il suo legale, descrivendo il suo assistito come “molto provato e preoccupato per il battage mediatico perché ha un figlio minorenne“.

L’avvocato ha anche bollato come “destituite da ogni fondamento” le notizie su presunte feste con escort che si sono sommate alla narrazione del tessuto di illeciti contestati ai militari.

La compagna inchiodata dalle intercettazioni

Le intercettazioni, secondo quanto emerso, inchioderebbero anche un’altra persona al perimetro di responsabilità nel caso della Levante di Piacenza. Si tratta della compagna di Giuseppe Montella, la 37enne Maria Luisa Cattaneo, per gli inquirenti “complice” e consapevole del giro in cui il compagno si sarebbe trovato a fare da leader.

Lei, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera che cita gli stralci di alcuni audio della coppia, avrebbe saputo dei giri dell’appuntato e si sarebbe anche occupata attivamente di dargli una mano nel traffico di stupefacenti.

Senti il profumo che fa quel coso. Amore è resina pura“, “Lo metto sul balcone se vuoi? Dentro un barattolo“, e ancora “Amore, quei soldi li metto nel baule?“: sarebbero queste alcune delle frasi estrapolate dalle intercettazioni che la dipingerebbero come persona a conoscenza dei fatti contestati e per le quali sarebbe finita agli arresti domiciliari, accusata di 5 episodi di spaccio.

“Mery” Cattaneo avrebbe anche suggerito al compagno di interrompere i rapporti con degli informatori dopo l’arresto di alcuni pusher, e con lui avrebbe provveduto a “bonificare” l’auto dopo il ritrovamento di una microspia: “Loro, amore, non vanno mai ad immaginare che abbiamo sgamato le ambientali“, le avrebbe detto Montella. Parole a cui la donna avrebbe risposto così: “Ma va! Non lo scoprirebbero mai“.

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