Canone Rai, si può non pagare? Il governo studia una riforma variabile

Non pagare il canone Rai? Impossibile, ma in futuro potremmo pagarlo di meno. Il governo di Matteo Renzi studia l’ennesima ‘riforma’, stavolta relativa al canone televisivo, una delle tasse più odiate dagli italiani (e visto quante sono, ce ne vuole), che potrebbe non essere abolita, ma rimodulata a seconda del reddito.

Riforma del canone, anticipazione percorso della concessione, trasformazione e innovazione della Rai sono gli obiettivi da raggiungere entro il 2014. Su questo percorso apriremo un confronto con tutti, perché il servizio pubblico appartiene a tutti, non solo agli addetti ai lavori“. Così il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli anticipa la riforma del canone Rai entro il 2014.

I dettagli sulla riforma del canone Rai sono sconosciuti, ma pare che il governo Renzi pensi ad una sorta di canone variabile in relazione alla capacità di spesa delle famiglie: insomma, non un’abolizione tout court, ma una sorta di rimodulazione, nella speranza di pagare di meno, pagando tutti. Come riportava a maggio quifinanza.it, “sarà un’imposta ad importo variabile legata ad un nuovo indicatore che fotograferà i consumi, cioè la capacita di spesa delle persone“.

Al sottosegretario risponde con un’apertura di credito il sindacato Usigrai. “I temi del confronto posti dal sottosegretario Antonello Giacomelli, a partire dall’anticipo al 2014 del rinnovo della Concessione, sono quelli che avevamo posto noi come centrali per il futuro e il rilancio della Rai“, scrivono Franco Siddi, segretario Fnsi, e Vittorio di Trapani, segretario Usigrai, che pur parlando di “tono sopra le righe“, sottolineano come “non ci interessano le polemiche ma i contenuti e si tratta di una apertura importante. L’Usigrai convocherà i propri organismi dirigenti per valutare le decisioni da assumere sullo sciopero“.

Non è la prima volta che Giacomelli interviene sull’odiata tassa: “Il canone Rai viene evaso dal 27% delle famiglie – spiegava a maggio – con un danno che la tv di Stato stima in 1,7 miliardi tra il 2010 e il 2015. Una cosa imbarazzante, che noi fermeremo. Al di là della modalità di versamento, che troveremo d’intesa con il ministero dell’Economia, quel che conta sarà la logica, del tutto nuova: pagheremo tutti, pagheremo con più equità. L’effetto è che avremo un canone più basso rispetto al passato, almeno per le famiglie in difficoltà, e molto meno impopolare. Lavoriamo per rinsaldare un patto di fiducia tra la Rai e il suo pubblico“.

Riforma nononostante, facciamocene una ragione: a meno di evaderlo, non ci libereremo troppo in fretta dell’odiato canone!

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