Brasile, assalto alle istituzioni: 70 parlamentari si scagliano contro il legame tra Trump e Bolsonaro

Ciò che è capitato in Brasile, ovvero l’assalto alle istruzioni, ha sollevato l’indignazione dei parlamentari brasiliani e statunitensi, che sono a sostegno della democrazia e non hanno accettato il tentato colpo di Stato attuato da Bolsonaro. Nonostante si sia discostanti dalle azioni dei suoi sostenitori, viene additato come parte della regia del golpe. Il leader di destra, che attualmente si trova negli Stati Uniti, ha avuto modo di incontrare già in precedenza l’ex presidente Usa Donald Trump. La vicinanza tra i due ex capi di Stato  non è ben vista dalle figure politiche internazionali in quanto, entrambi sostenitori dell’estrema destra e entrambi propensi ad aizzare azioni popolari. Date le similitudini con Capitol Hill  è naturale accostare Trump alla regia del colpo al parlamento brasiliano.

Bolsonaro e Trump
Bolsonaro e Trump – Nanopress.it

L’attacco alle istituzioni a Brasilia ha portato subito alla mente l’episodio avvenuto a Capitol Hill quando, il 6 gennaio 2020, gruppi Maga ed estrema destra sostenitori di Trump hanno assalito l’edificio cercando di contrastare l’ezione di Biden. Nonostante non siano mai stati trovati brogli elettorali o prove che potessero avallare la teoria,che vedeva Trump vincitore, le proteste sono comunque andare avanti e, lui stesso, ha sostenuto le azioni degli estremisti nonostante non ne fosse pienamente al centro. Stessa identica mossa per bolsonaro che ha lasciato il Brasile prima del golpe e ha, subito, specificato che non c’entrava nulla in questa azione e che condannava però duramente. Il legame tra Trump e Bolsonaro è cosa nota e ciò a cui stanno portando le loro macchinazioni rischia di far sprofondare nazioni fino a quel tempo floride o, come nel caso del Brasile, un paese già allo stremo che, dopo l’assalto a Brasilia, rischia di non vedere nessuna ripresa ma anzi di sprofondare nell’abisso più assoluto.

Numerosi parlamentari, sia statunitensi che brasiliani, hanno deciso di prendere posizione contro queste azioni anticostituzionali e soprattutto non democratiche, che segnano irrimediabilmente il futuro di tutta la popolazione, nonostante siano state macchinate da pochi individui. Parole dure che puntano a ripristinare un equilibrio democratico che preveda passaggi del potere pacifici. Questo significa democrazia.

70 parlamentari contro il legame tra Trump e Bolsonaro

L’autorevole giornale Guardian di Londra ha spiegato in merito al legame che si è instaurato, ma che in realtà c’è sempre stato, tra Trump e Bolsonaro che:  ‘Più di 70 parlamentari progressisti statunitensi e brasiliani hanno condannato la collaborazione tra la famiglia Bolsonaro e i trumpisti negli Stati Uniti volta a ribaltare le elezioni in entrambi i paesi e hanno chiesto che le persone coinvolte siano chiamate a renderne conto”. La rivista londinese riporta anche una parte delle dichiarazioni dei parlamentari:Come legislatori in Brasile e negli Stati Uniti, siamo uniti contro gli sforzi di attori autoritari e antidemocratici di estrema destra per ribaltare i risultati elettorali legittimi e rovesciare le nostre democrazie“.

Le affermazioni pervenute dai parlamentari sono spuntate a seguito dell’assalto effettuato dai pro Bolsonaro a Brasilia a discapito delle istituzioni statali per rovesciare l’attuale presidente e riprendere il potere. Esattamente come ha fatto Donald Trump tramite i suoi sostenitori nel gennaio 2020. Il parallelismo emerge da solo, alla luce dei fatti che racconta chiaramente ciò che è stato, ovvero un accordo intrapreso tra estrema destra brasiliana ed estrema destra statunitense. Sempre il Guardian riporta altre parole dei parlamentari che rivelano:Non è un segreto che gli agitatori di estrema destra in Brasile e negli Stati Uniti stiano coordinando gli sforzi“, hanno affermato i legislatori tra cui 35 progressisti brasiliani e 36 democratici statunitensi.

I politici sostenitori della democrazia hanno aggiunto anche, inoltre, che“le democrazie fanno affidamento sul trasferimento pacifico del potere”. Hanno precisato che gli estremisti di destra stanno coordinando i loro sforzi per minare la democrazia, perciò l’opposizione deve rimanere più unità che mai e proteggere la democrazia.

Ovviamente in Brasile le autorità stanno portando avanti un’inchiesta corredata da indagini, che ovviamente mira a determinare la portata e la sofisticatezza del piano dietro all’assalto al Parlamento brasiliano.  Quello che si cerca di capire è quanto ci sia dietro e da quanto tempo si stia organizzando il colpo anticostituzionale alle istituzioni a Brasilia. Ma soprattutto arrivare a provare il coinvolgimento di Trump e dei suoi aiutanti Jason Miller e Steve Bannon che hanno personalmente incontrato bolsonaro dopo la vittoria del leader di sinistra

Il Guardian afferma con certezza e fermezza che: “Il fallito golpe in Brasile è il frutto veleno della simbiosi Trump-Bolsonaro”, Obiettivamente è impossibile non osservare il fatto che Bolsonaro, dopo la sconfitta contro Lula alle presidenziali, ha avuto colloqui ripetuti con l’entourage ristretto di Trump, che ha consigliato al leader di destra come affrontare le mosse successive.

La fuga dell’ex presidente brasiliano in Florida

Non si può certo definire una coincidenza il fatto che, il 30 dicembre 2022, pochi giorni prima dell’insediamento ufficiale di Lula, il presidente uscente ha deciso di raggiungere la Florida. Oltre a non presenziare in questa maniera al passaggio dei poteri, che da tradizione prevede che il presidente uscente  consegni la fascia presidenziale al successore,  ha così evitato di essere presente in Brasile, dove, probabilmente, sarebbe stato arrestato, nei giorni designati per l’attacco alle istituzioni brasiliane. La realtà dei fatti fa emergere gruppi organizzati che hanno sovvenzionato i manifestanti, accampati in punti strategici tutti vicino a luoghi  istituzionali. Da mesi ormai Il Brasile vede una netta spaccatura a metà , dove a destra troviamo i pro Bolsonaro e a sinistra i sostenitori di Lula, nuovo presidente in carica, che ha ottenuto la sua posizione attuale in maniera democratica.

Già dal momento in cui si ha concluso il ballottaggio ed è stato decretata la vittoria delle leader di sinistra la paura era quella e vedere bolsonaro contrario accedere la carica presidenziale. Inaspettatamente però l’ex capo di Stato ha accettato la sconfitta e ha spiegato che ha lui e i suoi sostenitori sarebbero andati avanti in maniera costituzionale senza opporsi alla scelta popolare punto

Una presa di posizione che ha stupito l’opposizione ma soprattutto il popolo. I pro Bolsonaro hanno messo a soqquadro il Brasile con posti di blocco e scontri ripetuti, che chiedevano la destituzione del nuovo presidente per reintegrare bolsonaro la sua carica presidenziale. La fuga negli Stati Uniti è stata preceduta da un incontro, stando alle  rivelazioni del Washington Post, dove si è tenuto Bolsonaro ha incontrato gli stretti funzionari di Trump.  Gli stessi che hanno consigliato le successive mosse dato che le lezioni avevano decretato la vittoria di Lula.

Bolsonaro insieme alla cerchia più politica più ristretta è più vicino a lui compreso compreso il  figlio e deputato Eduardo bolsonaro stando a quanto riporta il Washington Post hanno pianificato insieme ai vertici dei Maga l’attacco alle istituzioni brasiliane.

Il Washington Post rivela di un colloquio Tra Bolsonaro, allora ancora in carica, e gli assessori dell’ex presidente Trump. Il summit è avvenuto nel resort di proprietà di Trump il Mar a Lago club a Palm Beach e qui sono state date indicazioni su come procedere data la sconfitta di Bolsonaro.

Secondo quanto spiegato dal Washington Post, Eduardo Bolsonaro, oltre a intrattenersi con Trump, si è poi incontrato anche con Stephen K. Bannon, l’ex stratega e assessore  di Trump e Jason Miller, ex portavoce dell’ex presidente nordamericano e Ceo di Gettr, nota Rete sociale considerata un noto covo di estremisti e radicali di destra in Internet.

La prestigiosa rivista americana rivela che Bannon e alcuni alleati di Trump hanno consigliato al presidente Bolsonaro di contestare il risultato elettorale, anche se l’azione non avrebbe avuto la minima possibilità di avverarsi, ma avrebbe incoraggiato manifestazioni a suo favore.

Lula al parlamento dopo l'assalto
Lula al parlamento dopo l’assalto alle istituzioni in Brasile – Nanopress.it

Decisioni che hanno poi preso concretezza nell’assalto alle istituzioni che tutto il mondo ha avuto modo di vedere da parte parte di migliaia di pro Bolsonaro. Manifestanti che hanno ricevuto finanziamenti da oltre 100 aziende e soprattutto l’appoggio della polizia e di parte delle istituzioni di Brasilia. È inevitabile fare paragoni e similitudini con ciò che è capitato ha capito lil trascina con sé nonostante il fallimento una sorta di movimento, così come sta accadendo in Brasile, che non si esaurirà certamente a breve ma con che continuerà invece a macchinare a elaborare strategie proprio come accade negli Stati Uniti con i sostenitori dell’ex presidente Usa Donald Trump gli arresti come sopraccitato non arrivano mai però a toccare i diretti organizzatori ma viene sempre punito chi metta concretamente mano al complotto punto si tratta però soltanto di persone che eseguono ordini che arrivano molto più dall’alto di quello che tutti quanti pensano.

Emerge la notizia del ritrovamento, all’interno della casa dell’ex ministro della Giustizia del governo Bolsonaro Anderson Torres (ora tratto in arresto) della bozza di un decreto, che stabilisce l’attuazione dello Stato di difesa presso il tribunale superiore elettorale. Lo scopo della misura straordinaria aveva come focus quello di richiedere l’intervento d’imperio del governo uscente sulle strutture di giustizia elettorale. Con lo scopo di sospendere e controllare il risultato delle elezioni del 30 ottobre che hanno decretato la vittoria del neoeletto Lula.

Lo stesso Bolsonaro, nel momento in cui venne decretata la vittoria di Lula e, di conseguenza, la sua sconfitta, parlò ai sostenitori tramite i social e precisò: “Ci sono persone che mi accusano perché avrei dovuto fare qualcosaspiegando anche di aver cercato “alternative” e “una via d’uscita” ma nulla è stato compiuto a causa del “non aver avuto sostegno” politico e istituzionale per compiere i suoi piani.

Così, a quanto pare, sfumata la possibilità di utilizzare il piano A, ovvero l’intervento istituzionale sulla giustizia elettorale, i sostenitori di bolsonaro hanno deciso di portare avanti il piano B.  Questa seconda possibilità prevedeva per l’appunto la marcia verso gli edifici istituzionali che è stata organizzata da fanatici bolsonaro visti che si sono adoperati nell’organizzazione utilizzando WhatsApp e Telegram.

 

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