Borse di studio e tasse universitarie, Italia bandiera nera europea

Studiare all’Università in Italia è sempre più costoso e rischia di diventare un privilegio per pochi. A dirlo è l’ultimo rapporto Eurydice sulle tasse universitarie e borse di studio nell’area euro: il nostro Paese è al terzo posto per il costo medio delle tasse, dietro solo a Inghilterra e Olanda. A fronte di una tassazione così elevata, non abbiamo neanche un sistema di supporto per lo studio che aiuti economicamente gli studenti e le loro famiglie, visto che solo l’8% della popolazione studentesca ha avuto una borsa di studio nell’ultimo anno. Per di più, gli importi variano molto in base alla Regione, con un massimo di 5mila euro annui per i più fortunati.

Scorrendo i dati del rapporto Eurydice, si ha la conferma di quanto le associazioni studentesche vanno sostenendo da tempo: laurearsi in Italia costa troppo e sono sempre meno quelli che possono permetterselo.

Chi frequenta l’Università italiana, deve far fronte a una spesa media che solo in tasse arriva a 1.220 euro, da un minimo di 195 euro a un mssimo di 2.065 euro. Solo le scuole inglesi e olandesi sono più care delle nostre, ma hanno di contro un sistema di borse di studio che amplia la platea di studenti anche alle fasce meno abbienti, dando così maggiore libertà di scelta.

Se prendiamo il dato delle tasse, il confronto con gli altri Paesi europei lascia pochi dubbi. In Germania la spesa media è di 50 euro e riguarda solo le spese amministrative; per di più alcuni lander pagano le spese agli studenti. In Francia, il primo ciclo di studio ha un costo di 184 euro l’anno, mentre il secondo costa 265 euro; in Belgio il totale annuo è di 836 euro.

Non solo gli studenti europei spendono meno, ma ricevono anche più borse di studio. In Francia il 35% della popolazione studentesca è esonerato dal versamento delle tasse e il 34% riceve un supporto economico allo studio. Stessa cosa in Belgio, specie nella zona francofona dove il 70% studenti paga il massimo delle tasse ma il 20% ha diritto a un contributo. Meglio ancora in Austria che non ha tasse universitarie per gli studenti europei e dà al 15% di loro borse di studio.

Il tasto davvero dolente per il sistema italiano è proprio il diritto allo studio. Se prendiamo il dato inglese, dove la tassazione è altissima (dai 5429 ai 12.755 euro solo per il primo ciclo), vediamo che il 68% degli studenti che ha fatto richiesta ha ricevuto una borsa di studio. Il dato italiano invece è un misero 8%, per borse di studio che vanno dai 1925 ai 5108 euro: l’importo viene stabilito non solo per merito accademico e reddito famigliare, ma anche da tabelle regionali.

Le rette nel 2014 hanno rappresentato il 24% del finanziamento alle Università, per un totale di 1,5 miliardi pagati direttamente dagli studenti. Lo Stato invece, sempre lo scorso anno, ha investito 490 milioni nelle borse di studio e neanche tutti di tasca propria, visto che 225 milioni arrivano sempre dalle tasse. Francia e Germania hanno speso 2 miliardi di euro per le borse di studio, mentre in Italia i soldi per il 2015-2016 non sono ancora stati stabiliti.

Numeri che raccontano quanto peso ha l’istruzione nel nostro Paese: per una volta, se davvero si deve dare una “svolta”, che si investa nelle scuole, nella formazione, nei giovani. Senza slide o hastag, ma con soldi veri.

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